[SIENA] Bando al disfattismo e al piagnisteo: organizzarsi e coordinarsi per imporre alla futura amministrazione le misure urgenti che servono!

 

Il prossimo 24 giugno si terrà anche a Siena il ballottaggio elettorale da cui uscirà il nome del prossimo sindaco di Siena. La partita è tra il candidato di centro-sinistra PD e sindaco uscente Bruno Valentini e il candidato sostenuto dai partiti della destra tradizionale Luigi De Mossi. Analizzando l’esito del voto al primo turno, lo scorso 10 giugno, emergono alcuni dati interessanti se confrontati con i risultati delle amministrative del 2013. Bruno Valentini e la sua coalizione hanno ottenuto 7.237 voti (27,41%), mentre nel 2013 ne avevano presi 11.520 (39,54%) a conferma che il PD ha avuto un crollo verticale negli ultimi 5 anni anche in una delle sue roccaforti storiche.

La Coalizione di centro destra capeggiata da Luigi De Mossi, ha ottenuto 6.400 voti (24,2%), nel 2013 il raggruppamento dei partiti della destra, con candidato Eugenio Neri, ne aveva ottenuti 6.809 (23,37%). Analizzando i dati vediamo che i voti alla coalizione di centro-destra sono rimasti sostanzialmente gli stessi, anche se c’è stato uno spostamento per quanto riguarda i singoli partiti della coalizione: seguendo il trend nazionale anche a livello amministrativo i voti di Forza Italia sono migrati nella Lega. Questo a sua volta significa che non si è, nei fatti, verificato lo spostamento a destra dell’elettorato che la sinistra borghese agita tanto negli ultimi tempi e che i voti del M5S (che non ha corso alle elezioni amministrative del 10 giugno) non hanno inciso nel risultato del centro destra (a conferma della natura e dell’orientamento dell’elettorato del M5S, altro che fascisti!). La lista di Pierluigi Piccini (Per Siena) ha ottenuto da sola 5.617 voti (21,27%), mentre quella del candidato Alessandro Vigni, Sinistra per Siena, ha riscosso 449 preferenze (1,81%). Da notare che alle scorse amministrative Sinistra per Siena aveva raccolto 734 (2,86%) preferenze, ottenendo una rappresentanza in Consiglio Comunale. Potere al Popolo ha invece ottenuto 535 voti (2,16%).

Questi risultati confermano:

– la parabola discendente dei partiti delle Larghe Intese, cioè di quelle forze politiche che da 30 anni portano avanti il programma comune della borghesia imperialista e del suo clero, di smantellamento dei diritti e di privatizzazioni selvagge;

– cresce la sfiducia delle masse popolari verso il teatrino della politica borghese (il che è confermato anche da un basso tasso di partecipazione al voto: a Siena intorno al 63%, a livello regionale sotto al 60%);

– che le “buone intenzioni” di usare le istituzioni per porre rimedio ai problemi delle masse popolari sono sostanzialmente velleità, se chi dice di voler cambiare le cose non è deciso a mettere gli interessi delle masse popolari al centro della propria azione e davanti alle leggi e misure del governo. I partiti della “sinistra radicale” perdono terreno sostanzialmente perché in passato non sono andati fino in fondo nelle loro azioni di governo.

Cosa vuol dire andare fino in fondo? Vuol dire concentrare la propria azione sul lavoro e sulla qualità della vita delle masse popolari mettendo al centro ciò che è legittimo anche se illegale. Per quanto riguarda un amministratore o chi si candida a diventarlo, vuol dire adoperarsi subito per censire i disoccupati e precari della zona; attivarsi per individuare i lavori che servono e promuovere la mobilitazione e organizzazione dei disoccupati e precari e predisporre misure di retribuzione (anche con esenzioni delle imposte, per esempio). Vuol dire usare le risorse, le professionalità e le relazioni che gli amministratori hanno per fare inchiesta sulle problematiche dei quartieri (degrado, viabilità, servizi) tramite la promozione diretta di assemblee di cittadini. Vuol dire usare il proprio ruolo e la propria autorevolezza per promuovere comitati di quartiere mettendo a disposizione gli ambienti del Comune per riunirsi. Vuol dire anche disobbedire al patto di stabilità e alle altre misure imposte dai governi centrali e dall’UE che strozzano gli enti locali. I sindaci in qualità di autorità locali responsabili dell’amministrazione di un territorio hanno il potere di adottare, in caso di emergenza sanitaria o di igiene pubblica, misure urgenti, cioè provvedimenti che possono comportare deroghe all’ordinamento giuridico vigente. È vero che se un’amministrazione comunale o un sindaco contravviene alle leggi può andare incontro a conseguenze sul piano legale, ma è pur vero che in un situazione di emergenza come quella in cui viviamo, vanno prese misure di emergenza! A tal fine il sostegno delle masse popolari è decisivo per creare quei rapporti di forza necessari per sostenere iniziative di governo locale in rottura con i diktat imposti a livello centrale. Dunque, per forze come Sinistra per Siena, Potere al Popolo, così come il M5S (cioè tutte quelle forze politiche che si proclamano e che operano contro le Larghe Intese), vale il principio per cui è possibile affermarsi come forza politica per amministrare il territorio solo se si legano concretamente ai lavoratori organizzati e non, che difendono i posti di lavoro (come nel caso dei lavoratori della Whirlpool, della Bassilichi, di Mercatone Uno), ai cittadini e ai comitati popolari che lottano contro lo smantellamento dei servizi pubblici e contro la devastazione del territorio e usano questa forza per mettere in campo le misure urgenti che servono.

Costruire un Fronte Anti-Larghe Intese che lotti per fare di Siena un’amministrazione espressione dell’iniziativa delle masse popolari, un’Amministrazione Locale di Emergenza: questo è il compito a cui la fase e le condizioni oggettive chiama quanti vogliono invertire il catastrofico corso delle cose, quanti dicono di essere contro il sistema dei partiti delle Larghe Intese e il loro programma da “guerra di sterminio”; a questo obiettivo dobbiamo concorrere al di là dei risultati delle elezioni e della concorrenza elettoralista!

Per quanto riguarda il ballottaggio di domenica 24 giugno come Partito dei CARC non voteremo e diamo l’indicazione di non votare nessuno dei due candidati. Infatti, tanto l’accrocchio Valentini-Piccini, quanto la coalizione di De Mossi sono in continuità con i programmi di lacrime e sangue portati avanti negli ultimi 30 anni dai loro partiti a livello locale e nazionale.

Cambiare il corso delle cose a favore delle masse popolari è possibile solo facendo leva sull’organizzazione e sulla mobilitazione popolare!

Partito dei CARC

sezione Siena Val d’Elsa

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