[Napoli] De Magistris contro la sentenza che obbedisce al dettame di Marchionne

“A Palazzo San Giacomo ho incontrato i cinque operai Fiat la cui sentenza della Corte di Cassazione ha riconosciuto il licenziamento. La sentenza apre contraddizioni sull’interpretazione dell’obbligo di fedeltà al quale sono sottoposti i dipendenti aziendali, al di là del merito delle possibili considerazioni che suscita una sentenza è compito di ogni amministratore confrontarsi con la sofferenza patita da chi perde il lavoro. Ai cinque operai del reparto logistica di Nola va la mia vicinanza.” (Luigi de Magistris, Sindaco di Napoli)

Fonte: https://www.facebook.com/sindacopernapoli/posts/1913274568731876…

De Magistris, nell’arco degli anni, ha imposto all’ordine del giorno l’opera del governo centrale di strangolamento economico dei Comuni e la denuncia delle politiche di austerità portate avanti dai governi delle Larghe Intese della classe dominante, governo non eletti da nessuno, garanti degli equilibri tra i poteri forti. L’esperienza napoletana rappresenta un esempio avanzato di amministrazione di rottura con i governi delle Larghe Intese. È un fatto. Per svilupparsi in questa direzione e diventare l’amministrazione comunale di cui le masse popolari hanno bisogno deve, però, rompere definitivamente con i poteri forti. Questo significa che l’Amministrazione comunale De Magistris deve mettersi a servizio delle organizzazioni operaie e popolari favorendone l’azione e il coordinamento, infrangere il patto di stabilità e i vincoli imposti dalla banche che non solo strozzano le casse comunali, ma affogano la classe operaia e il resto delle masse popolari della città. È possibile! La nascita recente della Consulta Popolare Sanità e Salute, fondata sul protagonismo e il coordinamento dei Comitati popolari attivi in diversi ospedali della città (al San Gennaro, al Pellegrini, ecc.) ne è una dimostrazione oggi tangibile.


Relativamente al caso dei 5 licenziati politici della FCA di Pomigliano deve contrapporsi frontalmente alla sentenza con la quale la Cassazione obbedisce al dettame di Marchionne. L’attestato di formale solidarietà e vicinanza agli operai licenziati non basta. Occorre che il Sindaco della terza area metropolitana del Paese prenda una posizione pubblica e politica. Intervenga all’Assemblea nazionale operaia indetta il 23 giugno prossimo nell’aula consigliare del Comune di Pomigliano dal movimento degli Operai Autorganizzati FIAT Fca e metta a disposizione i suoi poteri, il suo prestigio istituzionale, le relazioni sociali e politiche sue e dell’Amministrazione che dirige per sostenere la battaglia per la riassunzione dei 5.


Mettersi al servizio delle organizzazioni operaie e popolari, dare forza e forma di legge a quanto esse indicheranno di fare al Comune di Napoli e in definitiva fare di Napoli la prima Amministrazione Locale d’Emergenza popolare del Paese è lo sbocco più alto che l’esperienza De Magistris possa avere. Diversamente, se il Sindaco deciderà di non schierarsi fino in fondo,ossia concretamente, con gli operai, la sua esperienza è già finita, scalzata o dai poteri forti o, comunque, dalla mobilitazione delle masse popolari stesse.

Nota sui 5 licenziati politici:

Nel giugno del 2014, cinque compagni avanguardie di lotta della FCA-Fiat di Pomigliano (NA) vengono licenziati in tronco per “aver infangato il buon nome dell’azienda”, dopo aver inscenato un caricaturale suicidio dell’Amministratore Delegato Marchionne all’esterno dei cancelli dello stabilimento, come forma di protesta a fronte dei suicidi che, in quello stesso stabilimento, si stavano verificando tra gli operai. Chiedevano il reintegro in fabbrica dei 316 operai “deportate” nel reparto confino di Nola (NA).

Dopo un anno, la Sezione Lavoro del Tribunale di Nola rigetta il ricorso dei lavoratori e conferma i licenziamenti.
Un provvedimento tutto politico. Con l’obiettivo di piegare ogni resistenza sindacale e di lotta negli stabilimenti FCA.
Nel 2016, dopo due anni di lotta e di organizzazione, di solidarietà militante e costruzione di un fronte sociale di forze in sostegno della lotta degli operai, l’udienza definitiva in Appello, al Tribunale di Napoli ribalta la sentenza di primo grado.
Qualche giorno fa, non appena entrato in vigore il nuovo “Piano Marchionne” (piano strategico azienda FCA 2018-2022, presentato a Balocco (VC) lo scorso 1 giugno) la Cassazione fa fuori Mimmo, Antonio, Marco, Massimo e Roberto. Il padrone FCA-Fiat ha ordinato e le Istituzioni dello Stato hanno eseguito, annullando la sentenza di reintegro.
I 5 operai FCA di Pomigliano, allo stato, sono licenziati.

 

Iscriviti alla newsletter

Abilita JavaScript nel browser per completare questo modulo.

I più letti

Articoli simili
Correlati

Manuale di Storia contemporanea

La conoscenza della storia è uno strumento della lotta...

La lotta per la formazione

La formazione è un pilastro dell’attività del P.Carc. Si...

4 novembre in piazza: appello del Calp di Genova

Unire le lotte e le mobilitazioni contro la guerra...

Quando i sionisti attaccano hanno paura della verità

Liliana Segre e la denuncia all'attivista Cecilia Parodi