[Internazionale] 14 giugno 1928-2018. A 90 anni dalla nascita del Comandante Ernesto Che Guevara. A bilancio di una vita rivoluzionaria.

Una delle lezioni della rivoluzione russa del 1917 fu che anche in un paese arretrato la classe operaia gioca un ruolo decisivo.
Il marxismo-leninismo non sottovalutó l’importanza del movimento contadino. Senza l’appoggio delle masse dei contadini, milioni dei quali impegnati al fronte, la Rivoluzione d’Ottobre non sarebbe stata possibile. Ma fu la classe operaia, pur rappresentando una chiara minoranza della società russa (poco più del 10%), a guidare il movimento rivoluzionario. È negli ambiti del lavoro salariato che, in ogni paese dove si siano instaurati rapporti capitalistici di produzione, si gioca lo scontro decisivo. Il ruolo dirigente nella lotta per il socialismo è assegnato alla classe operaia, non per diritto divino, ma per il ruolo che occupa nella produzione.

La storia del movimento operaio dimostra, invece, il contrario: i rivoluzionari intervengono nella lotta di classe, non la creano. Organizzano e dirigono una rivoluzione che non scoppia se non la si costruisce. Le esperienze del Congo e della Bolivia dimostrano quanto appena detto: nonostante tutti gli sforzi, il periodo passato in Congo diventerà “l’anno in cui non siamo stati da nessuna parte”, secondo quanto scrivono alcuni compagni di lotta del Che.


Che Guevara pagò con la vita i suoi errori. Discutere oggi il suo lascito politico e teorico è un compito indispensabile. Ma non può essere svolto con il metodo scolastico di chi pensa di selezionare le “giuste” citazioni per accreditare alla propria corrente politica una maggiore vicinanza con la figura del Che.