Per guardare alle cose del paese e del mondo con la prospettiva della rivoluzione socialista occorre avere gli strumenti ideologici per farlo. Molti “marxisti” e anche “marxisti-leninisti”, nella migliore delle ipotesi, riescono a “stare a galla nel mare della crisi” solo o principalmente facendo ricorso all’identitarismo e all’accademismo: promuovono una adesione ideale e quasi religiosa al marxismo, non vanno oltre l’attestato di fede, non si concentrano sugli sviluppi reali del marxismo.
Il bicentenario della nascita di Marx è per noi occasione per riprendere e sviluppare l’esperienza che abbiamo fatto con la campagna “Il segnale dell’aurora” (agosto 2017 – febbraio 2018) attraverso cui abbiamo rafforzato, tra i nostri compagni e tra quanti altri siamo riusciti a coinvolgere, la passione e la mobilitazione per far avanzare la rivoluzione socialista partendo dall’esperienza e dagli insegnamenti della prima ondata della rivoluzione proletaria mondiale. La celebrazione del bicentenario della nascita di Marx ci permette di sviluppare quel percorso, approfondire l’argomento e rilanciare la lotta ideologica sulla concezione del mondo che deve guidare i comunisti per essere capaci di promuovere e dirigere rivoluzione socialista, in particolare affermare la tesi che essere marxisti oggi significa essere marxisti-leninisti-maoisti (vedi l’articolo a pag. 1). Con questi obiettivi promuoviamo in ogni territorio in cui siamo presenti iniziative sul marxismo che mettono al centro l’elaborazione del (nuovo)PCI pubblicata su La Voce n. 58 “Duecento anni dopo la nascita di Marx”. Riportiamo brevemente le prime due iniziative che si sono svolte a Firenze e a Reggio Emilia.
Firenze, 17 maggio: l’iniziativa è stata partecipata principalmente da operai. Discutere dell’attualità di Marx ha portato direttamente a ragionare sull’attuale crisi per sovrapproduzione assoluta di capitale e sulla connessa situazione rivoluzionaria in sviluppo in cui siamo immersi. Il dibattito si è quindi vivacemente ampliato, ripassando dall’esperienza storica di arricchimento del marxismo frutto dell’esperienza pratica dei primi paesi socialisti per arrivare a come anche noi oggi possiamo e dobbiamo, elaborando la nostra esperienza, arricchire ulteriormente quel patrimonio. Fare pulizia dalle tesi della sinistra borghese, mettendo in luce che ancora oggi la base del capitalismo sta nel furto di plusvalore a danno degli operai, ha permesso di affermare il perché è centrale il ruolo della classe operaia e della sua organizzazione per fare la rivoluzione socialista.
Anche a Reggio Emilia l’iniziativa di venerdì 18 maggio è stata partecipata da operai. Come a Firenze anche in questo dibattito è emersa con chiarezza la necessità di essere marxisti-leninisti-maoisti, quindi di trattare questa materia come cosa viva, raccogliendo e sviluppando l’esperienza storica successiva a Marx. In particolare si è approfondito il ragionamento sulla necessità di trasformarsi da parte di chi si dice comunista, di rendersi adeguati ai compiti che la fase impone per perseguire gli obiettivi storici che abbiamo di fronte, anche e soprattutto nel contesto dei paesi imperialisti. La concezione comunista del mondo va studiata e assimilata utilizzandola nel concreto, ma non è cosa che ci viene insegnata nelle scuole o che possiamo trovare casualmente a portata di mano: la si trova alla scuola del partito comunista.