Massa. Quando la classe operaia si mobilita prende facilmente la direzione delle masse popolari, è un principio universale che si manifesta in ogni mobilitazione operaia, in tutto il paese. Questo principio ne contiene un altro, secondario, ma importante: quando la classe operaia tiene in mano l’iniziativa apre crepe sempre più profonde nel campo nemico. Partiamo da questo per aggiornare sugli sviluppi della battaglia che, nell’anno trascorso da quando è iniziata, sta effettivamente svolgendo il ruolo di collettore e spinta alla mobilitazione popolare della provincia apuana.
Altarini svelati. C’è voluto un anno di mobilitazione, cortei, interventi al Consiglio Comunale, assemblee, ma alla fine è emerso il motivo principale per cui la dirigenza aziendale ha chiuso “baracca e burattini” (ma riaprendo una nuova azienda commerciale, a poca distanza, che millanta la professionalità Rational e ne sfrutta il marchio): la speculazione. Dagli anfratti degli uffici e decifrando i “detto e non detto” è saltato fuori un accordo fra la vecchia Amministrazione Comunale (sindaco Pucci), i proprietari della Rational (Ciaponi) e una non meglio identificata “cordata” per il cambio di destinazione d’uso del terreno, uno dei ricorrenti loschi affari per cui “gli investitori” fanno soldi e gli operai vanno in miseria. Capito quello che “non si doveva capire” sono più chiare anche le titubanze dell’Amministrazione in carica, le timidezze politiche, l’ostracismo dei sindacati di regime: la Rational doveva essere liquidata per lasciare il posto a non si sa bene quale altra nuova costruzione, con il valore del terreno decuplicato da un piano regolatore che per il momento esiste solo sulla carta (e nelle intenzioni di chi si è accordato). Questi operai che non si sono rassegnati ad andare a casa, che hanno lottato e lottano, che stanno dando le gambe a un progetto di recupero, rilancio e autogestione dello stabilimento, hanno mandato tutto all’aria. O per lo meno hanno costretto la controparte, la commistione di padroni, speculatori e affaristi della politica, a giocare a carte scoperte. Già prima che gli altarini fossero scoperti la battaglia Rational era essenzialmente una battaglia politica, adesso lo è diventata a tutti gli effetti, legata a doppio filo con le elezioni amministrative del 10 giugno, con l’operato della prossima Giunta, con le sorti dei posti di lavoro delle altre aziende del territorio.
Il Primo Maggio dei lavoratori. Al mattino del Primo Maggio gli operai hanno organizzato una “colazione solidale” di fronte al cancello dell’azienda che, senza dover essere forzato, è stato riaperto e simbolicamente operai e solidali sono rientrati nello stabilimento, a fronte delle resistenze del sindaco Volpi, in carica e candidato per il rinnovo del mandato, a consegnare le chiavi come da dichiarazione del Consiglio Comunale straordinario del 9 aprile. Significativo ai fini della battaglia politica, il fatto che lo stesso Volpi e altri tre candidati a Sindaco (M5S, PC Rizzo, Potere al Popolo) abbiamo varcato la soglia. La giornata è proseguita con un corteo autorganizzato dalle organizzazioni operaie del territorio e dai movimenti, assenti i sindacati di regime. Nei giorni successivi, stanti i tentennamenti del Sindaco che “prendeva tempo” per la consegna delle chiavi, il cancello dello stabilimento è stato varcato più volte, il 4 maggio è stato organizzato nel piazzale un incontro con Ugo Mattei e il 5 è stato fatto un sopralluogo con tecnici ed esperti convocati dagli operai per i rilievi necessari al progetto della cooperativa.
Legittimità operaia o legalità borghese. CGIL e FIOM di Massa non hanno dubbi. La mobilitazione che monta ha trovato prima una interessata perplessità e poi una piena e dispiegata opposizione da parte di CGIL e FIOM. Non hanno sostenuto la mobilitazione del Primo Maggio (affermando che “il sindacato sostiene le mobilitazioni democratiche, non le iniziative illegali”), non hanno insistito sul Sindaco affinché desse le chiavi agli operai e infine hanno provato a estromettere il gruppo operaio da un tavolo “particolare” di trattativa con istituzioni e proprietà da tenersi “fra persone competenti e responsabili”. La Sezione di Massa del P.CARC il 10 maggio risponde così alle affermazioni e agli atteggiamenti della FIOM “Riteniamo necessario che all’interno della FIOM (a partire dal suo Direttivo) si sviluppi un dibattito in merito alle dichiarazioni di Alessio Castelli, membro della segreteria provinciale FIOM (ci piacerebbe capire anche quale sia la posizione di Luisa Pietrini, segretaria generale della FIOM di Massa Carrara) e che la sua grave presa di posizione venga messa in minoranza: gli operai combattivi della FIOM devono far valere il sostegno alla battaglia Rational che sta aprendo una strada per le migliaia di lavoratori e lavoratrici che oggi hanno perso o stanno perdendo il posto di lavoro. La FIOM potrà mantenere il proprio ruolo di prestigio tra i lavoratori del nostro Paese solo se oserà sostenere senza se e senza ma ogni forma di lotta che i lavoratori riterranno necessaria contro la chiusura delle aziende, contro le violazioni delle norme di sicurezza nel lavoro e contro l’applicazione di leggi infami come il Jobs Act”.
Intanto la mobilitazione si sviluppa. Gli operai che lavorano al progetto della cooperativa hanno aperto un canale per raccogliere sottoscrizioni (Carta Poste Pay intestata a Daniela Balzani n° 5333 1710 6497 3882), hanno trovato un notaio disponibile a sottoscrivere le spese di registrazione della cooperativa e, soprattutto, hanno usato la campagna elettorale per imporre la parola d’ordine “un lavoro utile e dignitoso per tutti”, alimentando la mobilitazione e la solidarietà di classe. Il 28 maggio si è svolto a Massa un corteo che ha toccato le aziende della zona, dalla GE – Nuovo Pignone si è concluso alla Rational, attraversando tutta la zona industriale.