Iniziative culturali
Milano. L’11 maggio si è svolta, su iniziativa delle Edizioni Rapporti Sociali, la presentazione di Poema Pedagogico al Centro Culturale della Cooperativa Niguarda. Dopo la lettura di alcuni brani si sono trattati alcuni spunti che il libro offre per ragionare sulla situazione attuale. Una signora ucraina ha portato la sua esperienza, ricordando che nell’orfanotrofio in cui ha passato parte della sua infanzia utilizzavano il metodo di Makarenko: ha riconosciuto chiaramente sia l’efficacia di educare i bambini e i giovani come individui indipendenti inseriti in un collettivo, sia l’efficacia di utilizzare il lavoro manuale come strumento educativo. Ha sostenuto di aver compreso le grandi differenze rispetto al sistema educativo e formativo italiano (ma anche di altri paesi europei dove ha vissuto prima di arrivare in Italia) e di vederle chiaramente nel fatto che l’educazione a lei impartita le ha consentito di cavarsela in ogni situazione, mentre riconosce la fragilità caratteriale dei giovani (e meno giovani: ha parlato chiaramente del suo attuale marito e dei suoi figli) perché “questa società li cresce così”. Un’insegnante in pensione ha rafforzato la denuncia parlando del sistema scolastico odierno, mentre un’altra donna si è stupita del fatto che Makarenko avesse potuto fare tutto quello che ha fatto pur non essendo iscritto al Partito comunista facendo un parallelo, pur indiretto, con l’epoca fascista nel nostro paese: se volevi avere un posto di rilievo nella società dovevi per forza essere iscritto al Partito Fascista mentre in Unione Sovietica era valorizzato chiunque si metteva al servizio della causa del socialismo. Un altro compagno ha invece proposto di replicare l’iniziativa invitando gli insegnanti delle scuole del quartiere. In generale, è emersa dalla discussione la tendenza a voler trovare soluzioni ai singoli problemi tenendoli separati tra loro, trattandoli come questione a sé stante (la scuola, la famiglia, ecc.); il libro di Makarenko dimostra invece il contrario: se paradossalmente un insegnante volesse applicare il suo metodo educativo non otterrebbe alcun lo stesso effetto, perché non si tratta di cambiare “la scuola” o “la concezione e il ruolo della famiglia”, vanno rovesciati i rapporti che regolano la società. E’ nel contesto della costruzione del socialismo, dopo la rivoluzione d’Ottobre, che la pedagogia di Makarenko ha trovato la sua collocazione e il suo ruolo, educare, formare e costruire un uomo nuovo.
Verbania. Il 18 maggio l’opera di Makarenko è stata presentata alla Casa del Popolo di Trobaso (VB) su iniziativa della Sezione locale del P.CARC. Fra i partecipanti anche bambini e ragazzi, a seguito di una propaganda dell’iniziativa che nei giorni precedenti ha interessato scuole, biblioteche e librerie. Il dibattito ha toccato, oltre all’educazione, al valore dell’unione dialettica del lavoro manuale e di quello intellettuale, alla critica dell’attuale sistema scolastico che non promuove attività stimolanti e utili, la difficoltà degli insegnanti e degli educatori a intervenire di fronte alla “cattiva condotta” di alcuni studenti, pena le ripercussioni da parte dei genitori o della scuola stessa. Una studentessa delle superiori è intervenuta per ribattere, a chi diceva che i giovani di oggi non hanno ideologie in cui credere, che questo è l’obiettivo della borghesia: formare persone incapaci di dotarsi di un pensiero autonomo, che vivono nella società per obbedire alla classe dominante (un popolo ignorante è più facile da governare). In realtà sono sempre di più i giovani che si ribellano a questa condizione cambiare il mondo in cui vivono, ne sono testimonianza il proliferare di collettivi e comitati e la crescita di organizzazioni giovanili che indicano chiaramente il socialismo come soluzione.
Parma. Il 25 maggio la sezione di Reggio Emilia del P.CARC ha organizzato insieme ai compagni della FGCI e del PCI di Parma (nella cui sede si è svolta l’iniziativa) una discussione sul libro. L’iniziativa è stata anticipata da due sessioni di studio collettivo del testo e da una diffusione davanti a una scuola superiore di Parma.
Presenti circa 20 persone, la discussione si è concentrata fin da subito sull’importanza dell’unità dei comunisti, su quale sia il suo contenuto e su come si persegue: la costruzione stessa dell’iniziativa è un contributo in questa direzione, dato che ha visto lavorare insieme due diversi partiti comunisti. I numerosi interventi hanno fornito lo spunto per trattare di argomenti come il bilancio dei primi paesi socialisti, del perché non è stata fatta la rivoluzione socialista nei paesi imperialisti e di come questo ha portato all’esaurimento della prima ondata della rivoluzione proletaria mondiale. Di fronte all’esempio riportato da Makarenko, di come secondo il suo modello l’educazione dovesse essere politecnica, è ovviamente e giustamente emersa la questione dell’alternanza scuola-lavoro e il dibattito si è arricchito di analisi e ragionamenti: essa può essere uno stimolo sia all’organizzazione degli studenti dentro e fuori la scuola, sia al legame fra studenti e lavoratori. Il lavoro manuale connesso con lo studio non è assolutamente “sbagliato di principio”, è la società capitalista a sottometterlo al profitto anziché svilupparne la funzione educativa; l’unico modo per ribaltare la situazione è instaurare un sistema economico, sociale e politico diverso: il socialismo.