[Sesto Fiorentino] Vinta la battaglia contro l’inceneritore, prosegue la guerra!

Per il diritto alla salute, un lavoro utile e dignitoso, per costruire la nuova governabilità della Piana e del paese!

La Federazione Toscana del Partito dei CARC saluta calorosamente la vittoria riportata dai vari comitati ambientalisti della Piana fiorentina nella decennale lotta per impedire la realizzazione dell’inceneritore di Case Passerini. La sentenza del Consiglio di Stato, che ha accolto il ricorso delle Mamme No Inceneritore a cui si erano accodati i comuni di Campi e Sesto Fiorentino, è la prova provata che quando le masse popolari si mobilitano e organizzano autonomamente per dare battaglia, non c’è legge, trucco o manovra sporca che la classe dominante possa opporre.

Il lavoro di informazione capillare nei quartieri popolari e nell’area metropolitana, la mobilitazione di tecnici ed esperti a sostegno delle proprie tesi condotto dalle Mamme e dagli altri Comitati della Piana, le manifestazioni in città e anche oltre, partecipate da migliaia di persone, sono all’origine di questo risultato (su cui sarà necessario continuare a vigilare, per impedire che venga elusa la sentenza); la loro spinta ha “costretto” i partiti e i movimenti politici a mettersi al servizio con mozioni e interrogazioni di ogni tipo, contatti e relazioni, ma il fattore decisivo è stato indubitabilmente il protagonismo popolare e anche operaio.

Infatti la mobilitazione delle Mamme No Inceneritore ha dato spinta all’iniziativa della parte avanzata dei 15mila lavoratori impiegati nella zona dell’Osmannoro, impiegata praticamente a ridosso della zona individuata per la costruzione dell’impianto, e che avrebbero subito ovvie conseguenze nocive per la propria salute. In particolare gli operai della GKN hanno sostenuto, organizzato e partecipato a molte iniziative sul tema, e alcuni operai della Ferragamo hanno formato il Comitato Lavoratori Uniti contro l’Inceneritore (LUCI); due mobilitazioni che hanno contribuito al dispiegamento del dibattito e soprattutto all’uscita dei lavoratori dall’azienda per occuparsi di quanto succede loro intorno, non rimanendo confinati nelle questioni puramente sindacali.

Inoltre, la lotta contro l’inceneritore è stata un’importante scuola di comunismo per le tante e i tanti che non avevano molte esperienze politiche alle spalle e hanno compreso attraverso l’esperienza diretta una serie di cose molto importanti per la vittoria e lo sviluppo della lotta di classe: hanno compreso per esempio a distinguere il campo delle masse popolari da quello del nemico di classe incarnato in Nardella, i suoi colleghi istituzionali, i padroni e soci di affari che hanno dispiegato ogni mezzo per raggiungere il proprio obiettivo; hanno imparato a organizzarsi e coordinarsi collettivamente e con le altre organizzazioni popolari e operaie, a condurre una battaglia con fermezza e flessibilità nella tattica, a mettere a contributo politici di ogni tipo nel corso di ogni occasione elettorale e non solo. Sono un patrimonio di formazione per il resto delle masse popolari.

Quella appena conseguita è la vittoria di una battaglia (da festeggiare a bandiere spiegate!) che è inserita in un contesto di guerra, una guerra condotta dalla classe dominante al momento senza armi, ma che produce quotidianamente morti e feriti per malattie, mancanza di sicurezza sul lavoro e salute, per l’abbrutimento che sparge a piene mani.

Una guerra che i capitalisti proseguono con il tentativo dei soliti noti di cui sopra di imporre il raddoppio dell’aeroporto di Peretola, un’opera già adesso fuori dalle stesse regole e prescrizioni della legalità borghese e pericolosa per la salute e la sicurezza delle masse popolari circostanti, chiudendo le aziende e riducendo i servizi, promuovendo la guerra tra poveri per mantenere i propri interessi e margini di profitto.

In questo contesto noi diciamo che c’è l’intera Piana fiorentina da bonificare, in quanto territorio fra i più sottoposti a inquinamento industriale e ambientale (secondo fonti non sospette come l’OMS), un’impresa capace di generare centinaia di nuovi posti di lavoro, al pari della raccolta differenziata spinta necessaria a chiudere virtuosamente il ciclo dei rifiuti. Questa è la miglior soluzione alla crisi ambientale ma anche economica che attanaglia la nostra società, è una risposta concreta che solo un’Amministrazione Locale di Emergenza può dare per cominciare a invertire il catastrofico corso delle cose nell’area metropolitana e nel paese. E’ una questione politica da imporre fin da subito, ben prima delle elezioni del prossimo anno: non si devono aspettare le scadenze dell’avversario! Abbiamo bisogno di prendere in mano da subito il nostro destino, le Mamme No Inceneritore e gli altri comitati devono proseguire la battaglia per la salute perché la realizzazione del raddoppio di Peretola ci porterebbe punto a capo, per poi ripartire con le speculazioni sul nuovo stadio, altre vie tranviarie da tempi biblici, l’ulteriore devastazione dei quartieri per soddisfare gli appetiti insaziabili dei soliti speculatori.

Le Mamme No Inceneritore e i comitati ambientalisti si devono mettere alla testa della mobilitazione generale per imporre un’amministrazione di emergenza che ne applichi le direttive a partire dalla realizzazione della raccolta differenziata a pieno regime, ricerca e produzione di imballaggi ecosostenibili, bonifiche dei numerosi terreni compromessi. Questa è la strada maestra da percorrere insieme ai comitati operai, i collettivi studenteschi e le organizzazioni giovanili, le altre organizzazioni operaie e popolari che ancora sono concentrate sui singoli obiettivi invece che puntare al nemico comune: la borghesia imperialista ben rappresentata da Nardella e i suoi reggicoda, i promotori della mobilitazione reazionaria in città con la stretta repressiva contro le realtà di lotta come il CPA, i processi contro gli antifascisti mentre rivendica il proprio antifascismo padronale, la rincorsa alle destre sulla questione degli immigrati, la militarizzazione del centro storico prima e delle periferie poi.

Questi soggetti vanno cacciati insieme ai loro sodali delle Larghe Intese e il rafforzamento del fronte che vi si oppone è decisivo per farlo; non una sommatoria di partiti e partitini che sfida il PD nel teatrino delle elezioni, ma una mobilitazione popolare a cui ognuno dà il proprio contributo mettendo al centro l’obiettivo comune di prendere in mano la gestione della città. Sono le masse popolari che fanno la storia, e questa ne è l’ennesima dimostrazione.

Come P.CARC sosterremo ogni ambientalista, operaio, studente, giovane e adulto che si cimenterà nell’impresa.

Firenze, 26.05.18

La Segreteria Federale del Partito dei CARC

 

 

 

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