Rilanciamo a seguire un articolo pubblicato su Fanpage.it a firma di Antonio Musella titolato: “Nugnes (M5S): “Flat tax e rimpatri forzati non li voto”. La senatrice dice no alla Lega”.
L’articolo contiene un’intervista alla senatrice del Movimento 5 Stelle Paola Nugnes, in cui la parlamentare afferma senza mezzi termini che voterà la fiducia al governo M5S-Lega ma che rigetterà con forza, non votandole, tutte le leggi che non erano inserite nel programma presentato da Di Maio in campagna elettorale. Si riferisce in particolare alla legge sulla Flat tax e alle misure sull’immigrazione, di chiaro orientamento leghista. Quella aperta dalla Nugnes è una crepa nel Movimento 5 Stelle che conferma come questo non sia assolutamente un monoblocco e che la linea Di Maio trovi più di qualche opposizione all’interno del movimento.
Il 20 maggio anche la consigliera pentastellata del Comune di Napoli Francesca Menna in un’intervista a il Mattino ha denunciato il fatto che nel contratto di governo abbia prevalso una linea sbagliata che va contro molti dei valori riconducibili al M5S e che essa stessa si sia rifiutata di presentarlo ai banchetti di piazza, che ha deciso di disertare. La consigliera in definitiva afferma: “non c’è cambiamento, daremo battaglia”.
Il 15 maggio il (nuovo)Partito Comunista Italiano ha lanciato un appello rivolto a tutti gli attivisti ed elettori del Movimento 5 Stelle. In quello scritto si denunciava il tentativo da parte delle Larghe Intese e dei Poteri Forti di distruggere il Movimento 5 Stelle servendosi di Di Maio attraverso Salvini e Berlusconi. I fautori delle Larghe Intese non possono accordarsi formando un governo senza il Movimento 5 Stelle perché vorrebbe dire per loro una definitiva perdita di consenso tra le masse popolari e un assist troppo ghiotto al movimento di Grillo. Molto più fruttuoso è trascinare il movimento tra un tavolo istituzionale e l’altro, tra mille trattative, consultazioni e a stringere contratti con la Lega (ricattata da Berlusconi) per delegittimare il M5S agli occhi dei milioni di cittadini che li hanno votati per rompere con le Larghe Intese e le politiche lacrime e sangue dei Poteri Forti. Sempre nell’appello del (n)PCI si legge:
«Nell’immediato quello che è importante è mettere fine al gioco dei fautori del governo delle Larghe Intese, alla manovra della combinazione Renzi – Berlusconi che mira a togliere di mezzo il M5S e quindi l’ostacolo immediato alla costituzione, direttamente o per interposte persone, di un governo che continui la politica antipopolare che hanno imposto finora alle masse popolari italiane.
Che tutte le persone che vogliono porre fine al corso catastrofico delle cose si uniscano per far porre fine al teatrino delle trattative segrete e delle consultazioni al Quirinale! Che tutti gli oppositori delle Larghe Intese contro le masse popolari si uniscano agli attivisti e agli elettori del M5S per imporre il rispetto dei risultati elettorali e la pubblicità dei programmi! Che tutti gli oppositori delle Larghe Intese si uniscano per far rispettare al M5S le promesse elettorali, per imporre la piena attuazione delle parti progressiste della Costituzione del 1948, per esigere l’abolizione della legge Fornero e del Jobs Act, il ripristino delle autonomie locali con le necessarie dotazioni di entrate e l’annullamento dei debiti con le banche e con i fondi d’investimento, un grande piano di spesa pubblica in vista della piena occupazione in un lavoro utile, stabile e dignitoso, per la cura del territorio e la bonifica dell’ambiente, per una sanità universale efficiente, per la rinascita della scuola e dei saperi, per la difesa dei beni e dei servizi comuni, per far finalmente valere la sovranità nazionale e democratica, contro l’Europa della finanza, contro la NATO per un’Italia che ripudia la guerra».
Quelli mossi dalla Nugnes, dagli altri sei parlamentari “dissidenti” e dalla Menna, sono solo i primi ma sostanziali esempi, di come all’interno del Movimento 5 Stelle sia in corso una battaglia da cui dipende parte del futuro delle masse popolari del nostro paese. La Nugnes, la Menna e tutti coloro i quali sono intenzionati a dare battaglia se vogliono vincere si leghino ai comitati e alle organizzazioni operaie e popolari, chiamino alla mobilitazione delle masse popolari e diano concretamente battaglia. Rompano con l’incertezza dei capi del M5S e mobilitino le masse popolari del nostro paese a protestare nelle piazze e nelle strade contro i Poteri Forti e tutti i tentativi eversivi di non rispettare l’esito del voto e di imporre un nuovo governo delle Larghe Intese!
***
Nugnes (M5S): “Flat tax e rimpatri forzati non li voto”. La senatrice dice no alla Lega
Paola Nugnes è una delle 6 senatrici che permetteranno all’accordo Lega – M5S di reggere in parlamento, ma chiarisce da subito i suoi propositi: “Voterò la fiducia ma è solo la prima, sugli altri voti i presupposti cambieranno. Flat tax e legge sull’immigrazione non li voto. Se il mio contributo non serve pronta ad andare via”
Paola Nugnes, senatrice napoletana del Movimento 5 Stelle è stata in queste settimane probabilmente l’unica voce critica contro l’accordo dei grillini con la Lega di Matteo Salvini. La senatrice è molto attiva sul suo profilo facebook dove alterna riflessioni a veri e propri sondaggi tra il suo elettorato, dove la maggior parte dei commenti è sempre espresso critiche all’accordo con la Lega, tenendo presente che proprio in Campania dove i grillini sono andati oltre il 50% dei consensi la Lega ha raccolto un misero 2,9% tra Napoli e provincia. La Nugnes esce allo scoperto quando la versione dell’accordo tra Lega e M5S è ormai quella definitiva. Fanpage.it ha chiesto alla Nugnes un commento sul contratto di governo tra Di Maio e Salvini.
Senatrice ha letto la versione definitiva del contratto di governo, cosa ne pensa?
Ci sono cose buone e cose meno buone. La cosa importante è che è saltata la parte che definiva una sorta di patto di non belligeranza tra i due gruppi parlamentari. Sono contenta di questo perché potremo agire con emendamenti sulle leggi proposte dal governo e potremmo proporre dei nostri provvedimenti. In caso contrario sarebbe stata evidentemente una norma incostituzionale. Così invece va meglio, ci sono spazi di manovra.
Tutto è migliorabile insomma?
Sì certo, spero ovviamente nel sostegno del mio gruppo, che non ci sia ostilità verso di me, poi sarà la Lega a dover decidere sulle nostre proposte
Voterà la fiducia?
Sì ho intenzione di votare la fiducia perché sono in questo gruppo da 13 anni, ma non voterò tutti i provvedimenti che ci sono nell’accordo. Valuterò come ha sempre detto Beppe Grillo, proposta per proposta, emendamento per emendamento. La mia è una fiducia critica, non faccio assegni in bianco. E’ un sì che si basa ora sulla disponibilità del mio gruppo a credere che da questo accordo potremmo trarne delle buone cose. Ma questo sarà solo il primo voto di fiducia, ne seguiranno tanti altri e non saranno basati sullo stesso presupposto.
Quali sono i provvedimenti che non voterà?
La flat tax, così com’è non la voto. Non mi convince, è un provvedimento che non farà altro che allargare il divario sociale. Su questo punto ho registrato anche la defezione del nostro candidato ministro delle finanze. Seguiremo il testo che ci verrà proposto ma così com’è non lo voto, è una tassa iniqua e sicuramente liberista.
Ha letto le proposte su sicurezza e immigrazione? Intende votare quei futuri provvedimenti?
Mai. Io non voterò mai una legge discriminatoria e lesiva dei diritti civili
Sul Mezzogiorno c’è davvero un paragrafo risibile nel contratto di governo, mentre nella parte sull’ambiente, la “terra dei fuochi” è completamente scomparsa, eppure al Sud avete fatto il pieno. Cosa ne pensa?
Sono d’accordo sul punto ambiente. Non c’è bisogno di un intervento specifico sulla “terra dei fuochi”, piuttosto dobbiamo spingere su finanziamenti ingenti per le bonifiche che riguardano tutto il paese. Io preferisco sempre parlare di siti in emergenza ambientale e di pratiche da applicare su tutto il territorio senza etichette. Io sono stata nella commissione bicamerale d’inchiesta sui rifiuti e posso testimoniare che le emergenze ambientali sono una questione nazionale e non solo in Campania. Sul Mezzogiorno sì c’è sicuramente un grande vuoto, ma sono tra quelli che si propongono di riempirlo con proposte di legge che sottoporremo all’aula, specifiche sul Sud. Su quello sfideremo tutti a sostenerle.
Lei è stata l’unica voce critica nel M5S, pensa di restare nel Movimento per condizionare il voto visti i numeri risicati al Senato?
Non sono l’unica voce critica, ce ne sono molte ma si espongono meno. Io resto perché ho fatto tanto per il Movimento 5 Stelle, ma resto fino a che crederò che il mio contributo serva a qualcosa. Se dovessi capire che il mio contributo e le mie proposte non hanno senso andrò via. In questo momento il quadro politico non offre grande scelta nel panorama parlamentare, direi che c’è un deserto prospettico. Per ora non ci sarebbe un luogo dove andare. Nel caso dovesse esserci una scelta da fare, valuterò.
Parteciperà alla votazione online sul contratto?
Preferisco non dirlo