Il governo M5S-Lega deve attuare le misure che ha promesso in campagna elettorale, a partire dall’abolizione del Jobs Act e della Legge Fornero, dal reddito di cittadinanza, dalle misure per impedire la chiusura delle aziende dall’Alitalia all’ILVA dalla FCA alla Embraco, ecc.
Se il M5S prenderà le misure di rottura che ha promesso in campagna elettorale e finché le prenderà, se andrà fino in fondo e finché andrà fino in fondo nell’abolizione del Jobs Act e della Legge Fornero, nell’introduzione del reddito di cittadinanza, nelle misure contro la chiusura delle aziende e contro le grandi opere speculative, noi comunisti lo sosterremo e chiameremo la classe operaia e le masse popolari organizzate a sostenerlo nella sua opera e far fronte ai ricatti e alle minacce (spread, speculazione, campagne stampa di intossicazione, ecc.).
Mantenere le promesse fatte in campagna elettorale richiede però rompere con i vertici della Repubblica Pontificia (rompere subito con i ricatti di Mattarella, del Vaticano, degli imperialisti USA, europei e sionisti, di Confindustria e degli altri grandi padroni, dei banchieri e della BCE, della Mafia e delle altre organizzazioni criminali e delle massonerie varie) e far leva per la vita e l’azione del nuovo governo sull’organizzazione e sulla mobilitazione popolare. Altrimenti farà la fine del governo Tsipras, che non ha neanche iniziato ad attuare il programma con cui aveva vinto le elezioni e il referendum e ha svenduto la Grecia ai gruppi imperialisti.
“Noi comunisti siamo pronti a mettere in campo tutte le nostre forze e fin d’ora chiamiamo tutti i lavoratori avanzati a scendere in campo per far rispettare il risultato delle elezioni. Se il governo Di Maio non adempirà alle promesse del M5S per mantenere la benevolenza dei gruppi imperialisti e della loro istituzioni (UE, BCE, NATO, ecc.), con lo stesso vigore lo combatteremo e chiameremo tutti i lavoratori avanzati a mobilitarsi contro di esso, a organizzarsi e a costituire un proprio governo d’emergenza e farlo ingoiare ai vertici della Repubblica Pontificia” (dal Comunicato del (n)PCI n. 3 – 29.03.18).
Comunque andrà a finire la pratica dimostrerà che per invertire il catastrofico corso delle cose, i lavoratori e le masse popolari devono darsi i mezzi (la forza) per farla finita con i promotori del catastrofico corso delle cose (la borghesia e le sue istituzioni nazionali e internazionali). Che lor signori per mantenere in vita il loro sistema di profitti, privilegi, corruzione, sopraffazione dei lavoratori (uomini e peggio ancora per le donne), degli italiani (e peggio ancora per gli immigrati) ricorrono e sono disposti a ricorrere ad ogni genere di crimine.
Il nostro paese è sempre più spinto a un bivio.
O avanza la mobilitazione reazionaria promossa dai vertici della Repubblica Pontificia oppure avanza la mobilitazione rivoluzionaria per fare dell’Italia il primo paese che rompe le catene della comunità internazionale degli imperialisti e apre la via alle masse popolari degli altri paesi verso la seconda ondata della rivoluzione proletaria.
Questa seconda è la strada che noi comunisti dobbiamo imboccare con coraggio e determinazione, con scienza e responsabilità.
Bando all’attendismo e al disfattismo! Costruire il nostro futuro e il futuro del nostro paese dipende da ognuno di noi!
Il segretario Nazionale del P.CARC
Pietro Vangeli