[Siena] Dalla scuola alla fabbrica costruiamo il nuovo potere

Lettera di un’insegnante comunista agli operai della Whirlpool di Siena

Cari operai della Whirlpool, sono un’insegnante precaria, spesso sono venuta a volantinare fuori la vostra azienda: tra sorrisi complici, domande curiose e cordiali rifiuti mi sento di conoscervi.

Gli attacchi contro i lavoratori da parte dei padroni e delle loro istituzioni sono continui e all’ordine del giorno: dal Jobs Act alla Buona Scuola. Ovunque le masse popolari cercano di far fronte allo smantellamento dei propri diritti. Anche nella scuola, dove io lavoro, è stata forte la reazione di insegnanti e studenti di tutta Italia contro l’ennesima riforma peggiorativa (la Buona Scuola, appunto) ed anche io, in qualitĂ  di insegnante precaria, ho cercato di sensibilizzare quanto piĂą possibile rispetto a quest’ennesimo attacco all’istruzione pubblica e all’alternanza scuola-lavora che vorrebbe (nella testa di Confindustria) sostituire i lavoratori con mano d’opera gratuita (gli studenti).

L’attacco è quindi generale, per questo “pensarci” come parti distinte è deleterio, dobbiamo far valere la nostra forza facendo fronte comune: nelle fabbriche, nelle scuole, negli ospedali, nei quartieri, costruire organizzazione e coordinamento.

Per questo motivo cerco di essere presente con le altre compagne della sezione di Siena del P.CARC davanti alla fabbrica per esprimere la nostra solidarietĂ , cercare di promuovere il protagonismo operaio e favorire il coordinamento tra gli operai e il resto dei lavoratori e delle masse popolari.

La nostra attività è abbastanza regolare: una volta al mese cerchiamo di esserci.

E c’eravamo anche quando venne chiusa l’Embraco: alcuni di voi erano tranquilli (“è l’Embraco, non siamo noi!”), molti, invece, erano preoccupati e un po’ disillusi (come se il licenziamento fosse già deciso dal fato).

Come da programma anche ad aprile siamo venute per il nostro “appuntamento” mensile con voi ma non abbiamo trovato nessuno: un operaio ci ha spiegato che da qualche settimana stavate lavorando sporadicamente e che per alcuni giorni l’azienda sarebbe rimasta chiusa.

Che cosa è successo? Il vostro è stato un iter abbastanza prevedibile, vista la crisi del sistema capitalistico: il governatore della Toscana (Rossi) dichiara di poter salvare i 400 posti di lavoro anche grazie ai 5 milioni di Euro stanziati dalla Regione; l’immobiliare Sansedoni (società partecipata da MPS) compra lo stabilimento e lo affitta a Whirlpool; lo scorso 5 dicembre viene inaugurata una linea di alta qualità; viene perciò chiesto a voi operai di lavorare con un contratto di solidarietà (l’azienda, di fatto, opera al 50% delle sue possibilità produttive). Purtroppo, se la matematica non è un’opinione, la nuova linea può produrre fino a 15mila pezzi ma tiene impegnati solo 6-7 operai; dovendo essere prodotti annualmente 350mila pezzi, risultano in esubero circa 160 posti.

La verità è che la Whirlpool non ha nessun interesse ad investire a Siena. La vicenda dell’Embraco è stato un segnale molto chiaro: sono altri i mercati ai quali punta la multinazionale.

Siete stati traditi dalla stessa azienda che vi ha aperto le porte quando le servivate ma anche da chi ha lasciato che i 5 milioni di Euro fossero investiti per una piano fallimentare (vedi sopra). Ma la verità è che siete voi i padroni della vostra azienda perché senza di voi non esisterebbe: è necessario sentire le voci di chi, a dicembre, se le cose non cambieranno, verrà mandato a casa. Voi siete linfa vitale non solo per l’azienda ma per il territorio: economicamente parlando, una famiglia senza uno stipendio farà meno spesa, andrà meno a cena fuori ecc…saranno altri cittadini a rimetterci se ci rimetterete voi.

E’ necessario combattere e sensibilizzare la popolazione, farla sentire in bilico come voi e farla “sentire voi”: quello che state passando voi potrebbe toccare (e toccherà se le cose non cambiano) anche a loro.

Prendetevi quello che vi appartiene: la fabbrica è vostra, qualcuno di voi ci lavora da anni, da decenni… Riappropriatevi del vostro lavoro.

I soldi ci sono (la Regione Toscana ve lo ha dimostrato) ma vanno dirottati e investiti in un piano davvero funzionale, un piano che metta al centro i lavoratori: di fatto la Whirlpool ha incassato l’incassabile e ora licenzierà comunque: ci ha guadagnato due volte (con l’aiuto di tutti i cittadini e con l’investimento che farà all’estero).

Perciò, organizzatevi: approfittate delle amministrative che si terranno a Siena! Molti candidati si sono espressi contro la chiusura della fabbrica e hanno denunciato apertamente le ingiustizie della multinazionale…Approfittate delle loro parole di solidarietà e del momento politico particolarmente fertile: costringeteli ad attuare quello che hanno promesso, voi sostenuti da una cittadinanza sensibile e vicina!

La Costituzione, frutto della Resistenza al nazifascismo, parla chiaro…ma pochi vogliono sentire.

“La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto.

Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilitĂ  e la propria scelta, un’attivitĂ  o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società”. (art. 4)

Siamo così tanto abituati ad essere calpestati nei nostri diritti che ci sembra normale così: dietro allo spauracchio della crisi ci sentiamo impotenti… Ma chi, se non voi, noi lavoratori saprebbe come migliorare la propria condizione e gestirla al meglio? Se vi fosse stato chiesto, probabilmente nessuno di voi avrebbe accettato di investire i 5 milioni di euro in un progetto evidentemente fallimentare.

Non siete soli e non siete gli unici: i lavoratori della Rational di Massa da un anno sono impegnati nella lotta per costruire una cooperativa a fronte dei licenziamenti imposti dal padrone, gli insegnanti in lotta contro la sentenza del Consiglio di Stato che espelle più di 40mila maestri dal sistema scolastico (sentenza che l’Avvocatura di Stato ha confermato: le prime 2000 espulsioni hanno decorso immediato), gli studenti che si rifiutano di essere messi contro i lavoratori e usati come manovalanza a costo zero, sono i tanti esempi, ancora piccoli e scoordinati, del fatto che non sono i padroni ad essere forti, sono i lavoratori, le masse popolari che devono far valere la loro forza!

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