5 maggio, assemblea per il NO al referendum sulla privatizzazione di ATAC

No alla privatizzazione di Atac!
Entra nel vivo la lotta contro la privatizzazione o la chiusura delle aziende pubbliche, in particolare di quelle controllate o solo partecipate dagli enti locali, il grosso delle quali produce e gestisce servizi di pubblica utilità: dai trasporti all’acqua, energia elettrica, gas, dalla raccolta e gestione dei rifiuti alla manutenzione del territorio, dall’assistenza alle persone alle case (ancora) popolari.

Nel corso della crisi generale del capitalismo, i servizi pubblici, la loro produzione, la loro qualità, la loro disponibilità e il loro prezzo sono sempre meno una questione che riguarda lo Stato e la Pubblica Amministrazione, il governo in quanto necessità e bene della collettività: diventano un campo soggetto all’azione delle “leggi naturali dell’economia”, quindi ci sono e sono forniti dove, come e quando servono a valorizzare il capitale.

– Cosa può fare una amministrazione comunale seriamente intenzionata a risolvere il problema e onestamente decisa a tutelare i servizi pubblici dalla privatizzazione?

Alcune esperienze, benchè sporadiche e poco note, mostrano che le strade ci sono. Lo dimostrano sia la creazione nel 2011 dell’ABC da parte del Comune di Napoli (in pratica l’unica AC che ha rispettato il referendum del 2011), sia la creazione nel 2017 dell’Azienda Speciale per la gestione dei rifiuti, da parte del Comune di Latina.

– Quali sono gli oneri economici che il comune di Roma paga storicamente ai cosiddetti “poteri forti” , Vaticano in testa? I dati di inchiesta che abbiamo alla mano, raccolti da attivisti e comitati popolari, mostrano chiaramente che “privatizzare” i servizi pubblici con la scusa che non ci sono soldi, significa scegliere consapevolmente di servire i poteri forti e di sacrificare ad essi il benessere della collettività.

– Cosa possono fare i lavoratori e gli utenti dell’Atac nella lotta contro la privatizzazione? Quale deve essere il ruolo dei comitati che si stanno formando?

Ne parliamo con:
Paolo Berdini, Osservatorio dei Beni Comuni
Michele Frullo, Delegato USB Atac
Comitati per il NO
Cittadini e cittadine

Applicare la Costituzione! Articolo 43
A fini di utilità generale la legge può riservare originariamente o trasferire, mediante espropriazione e salvo indennizzo, allo Stato, ad enti pubblici o a comunità di lavoratori o di utenti determinate imprese o categorie di imprese, che si riferiscano a servizi pubblici essenziali o a fonti di energia o a situazioni di monopolio ed abbiano carattere di preminente interesse generale.

 

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