[Napoli] Il sindaco De Magistris chiama tutti i sindaci a mobilitarsi contro il debito pubblico e lo strozzamento degli enti locali, in difesa della città di Napoli e di tutto il paese!

Il Partito dei CARC, aderente ad “Attuare la Costituzione”, rilancia l’appello del sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, a mobilitarsi contro il debito pubblico e lo strozzamento degli enti locali e a partecipare alla manifestazione “No al debito ingiusto. Napoli libera” che si svolgerà il 14 aprile a Napoli, in Piazza Municipio, alle ore 10.

La mobilitazione del sindaco De Magistris contro il “debito ingiusto” della città di Napoli è a pieno titolo una battaglia che difende le parti progressiste della Costituzione e smaschera le violazioni e le manipolazioni che per decenni i governi del nostro paese hanno portato avanti con l’obiettivo di farne carta straccia di principi che sono stati ripetutamente elusi, aggirati e apertamente violati.

L’introduzione dell’obbligo del pareggio di bilancio in ossequio al patto di stabilità (art.81) è uno dei principali strumenti con cui si strozzano gli enti locali, perché le risorse economiche di cui essi dispongono sono “bloccate”, a garanzia delle banche e degli istituti di credito nazionali e internazionali. La conseguenza ricade drammaticamente sulle masse popolari con eliminazione di servizi primari, privatizzazione di servizi e patrimonio pubblico, aumento di imposte, multe e vessazioni economiche “per fare cassa”. Il caso della Regione Abruzzo che nel 2016 ha sospeso il trasporto scolastico per gli studenti disabili per mantenere il pareggio di bilancio è emblematico così come esemplificativo di quello che avviene correntemente nel paese. Tuttavia, proprio attorno a quel caso, la Corte Costituzionale si è espressa con una sentenza “storica” (275/2016), sottolineando che i diritti essenziali non possono essere dispensati sulla base del pareggio di bilancio, ripristinando quindi il “servizio eliminato”.

In secondo luogo, l’appuntamento del 14 aprile è la seconda tappa del percorso iniziato il 21 febbraio a Montecitorio, dove la partecipazione di decine e decine di comitati e di esponenti istituzionali, così come il sostegno e l’incoraggiamento di tanti sindaci “solidali” con De Magistris, ha dimostrato che per fare fronte ad una situazione che accomuna tutti gli enti locali del paese, un passo importante è che gli amministratori locali si organizzino e si coordinino per trovare una soluzione collettiva, che respinge al mittente i ricatti del debito pubblico e della finanza e dichiara la propria indisponibilità ad asservire l’amministrazione locale (con i suoi servizi, il suo patrimonio pubblico, la sua popolazione) alle leggi del mercato ossequiato dai governi centrali delle Larghe Intese nel nostro paese.

Nessun comune si salva da solo! De Magistris può e deve mettersi alla testa di un coordinamento di sindaci disposti a scendere sul terreno della mobilitazione, a denunciare pubblicamente i meccanismi e le leggi che riducono gli enti locali a centrali di ratifica di decisioni del governo centrale, disposti a violare il patto di stabilità e a utilizzare le risorse economiche per creare posti di lavoro, per rimettere in sesto e bonificare aree ed edifici pubblici degradati, per migliorare i servizi primari, ecc.

In questo senso, De Magistris può già contare su decine e decine di alleati tra gli amministratori locali: la rete dei Comuni Dimenticati, le città aderenti ad “Attuare la Costituzione”, la rete delle “Città in Comune”, la rete dei Comuni Virtuosi, il Partito dei sindaci-Italia in Comune, gli amministratori del M5S, i sindaci NO TAP e quelli in prima fila sul fronte della difesa della sanità pubblica, sono le principali forze su cui contare, da mobilitare, organizzare e sostenere per compattare il fronte delle amministrazioni locali a disobbedire alle leggi ingiuste del governo centrale e a trovare soluzioni di emergenza per i principali problemi che affliggono le città da nord a sud: lavoro utile e dignitoso, casa, servizi pubblici.

La questione del coordinamento tra amministratori/amministrazioni è un aspetto decisivo per la vittoria che De Magistris auspica “solo” per la sua; questa ne uscirebbe rafforzata nel sostegno e nella difesa da eventuali ritorsioni del governo centrale, il resto delle amministrazioni collegate e coordinate tra loro sarebbero nelle condizioni di reagire più compatte alle stesse ritorsioni. E’ lavorando in questa prospettiva che De Magistris si assicura di non retrocedere e di non trovarsi, tra poco tempo, nella stessa situazione di oggi, così come è solo operando in un’ottica nazionale (di salvezza del paese), che le battaglie sono utili ad alimentare l’azione, l’iniziativa e il protagonismo di tutto il fronte apertamente schierato contro i governi delle Larghe Intese, che è ben emerso dopo le elezioni del 4 marzo e che deve portare alla costruzione di Comitati di Salvezza Nazionale per promuovere la mobilitazione e organizzazione delle masse popolari e in particolare degli operai.

Lanciare questa mobilitazione significa e assumersi la responsabilità di governare il proprio territorio (dal piccolo comune alla cittadina di provincia e alla metropoli) rispondendo ai dettami costituzionali e alle parti progressiste che la Costituzione del 1948, difesa strenuamente dalle masse popolari nel referendum del 2016, sancisce e riconosce: lavoro utile e dignitoso per tutti, servizi pubblici e di qualità (sanità, istruzione, casa, cultura) sono oggi il terreno principale su cui ogni amministratore si schiera concretamente, dalla parte delle masse popolari o dalla parte della classe dominante.

Nella stessa giornata, si ufficializzerà Consulta Popolare per la Salute nella città di Napoli, organismo nato sulla spinta delle lotte dei comitati della sanità, con l’obiettivo di ottenere e dare strumenti concreti (quindi anche giuridici) ai comitati per verificare “lo stato di salute” degli ospedali (intesi come strutture, personale impiegato, pazienti, efficienza e copertura territoriale) e trovare soluzioni per fare fronte agli effetti disastrosi della crisi,  che proprio nel settore della sanità pubblica mostra conseguenze gravi e indegne di un paese civile progredito.

Un’altra dimostrazione concreta che il sindaco (e l’amministrazione comunale) è il primo che deve interessarsi della salute dei propri cittadini (contro chi si deresponsabilizza per via del fatto che la sanità è una competenza regionale) e che il potere di cui gode un sindaco va utilizzato non solo dentro il Comune, ma anche fuori, legandosi alle masse popolari, sostenendone il protagonismo e mettendo al loro servizio risorse e mezzi di cui l’amministrazione dispone (perché nonostante i tagli le amministrazioni dispongono di un patrimonio non solo economico, ma anche tecnico, umano, logistico, relazionale, ecc.). E’ in questo modo che una amministrazione locale promuove il rafforzamento degli organismi popolari nella gestione del territorio (anziché usare i cittadini come masse di manovra).

Raccogliendo l’invito del sindaco De Magistris a partecipare alla mobilitazione del 14 aprile, rilanciamo il suo appello affinchè i sindaci e gli amministratori del paese, facciano la loro parte in questa importante battaglia.

Dopo sette anni di tagli, di leggi ingiuste, di gabbie finanziarie e di attacchi alla Città nelle ultime settimane si sono abbattuti su Napoli con ingiustizia e violenza due macigni istituzionali che rischiano di compromettere gravemente il consolidamento della rinascita della nostra comunità. Si tratta di due debiti storici dello Stato di cui i napoletani non hanno alcuna colpa. Un debito di circa 100 milioni (CR8) del commissariato post-terremoto risalente al 1981 ed un debito di circa 50 milioni (UTA) del commissariato emergenza rifiuti risalente a dieci anni fa. Ora che Napoli, con onestà e coraggio, si è liberata da commissariamenti ed emergenza rifiuti vogliono farci pagare, con ingiustizia profonda e con violenza, debiti storici, ingiusti ed illegali. È necessario ribellarsi alle ingiustizie che sono un attacco ai diritti della Città e del suo Popolo! Si deve ottenere l’eliminazione di questa ingiustizia che rischia di soffocare la Città. Se Governo e Parlamento – che hanno gli strumenti normativi per intervenire – non elimineranno rapidamente questa ingiustizia la Città dovrà sottrarre 150 milioni ai servizi con danni incalcolabili per la nostra Comunità. La Città resisterà, ma ingiustamente vedrà, in un bilancio già povero, la sottrazione di risorse necessarie per i bisogni delle persone e per i diritti costituzionali.

Nessuno può rimanere indifferente in quanto i danni di questa ingiustizia clamorosa ricadono su tutta la comunità napoletana, su tutti Noi!

La mobilitazione e la partecipazione popolare a questa lotta per i diritti e per la Giustizia saranno determinanti per la Vittoria.

Sii protagonista e partecipa anche Tu alla manifestazione contro il debito ingiusto ed in difesa della Città sabato 14 aprile alle ore 10.00 in Piazza Municipio (Napoli).

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