[Bologna] La città della Resistenza in lotta per lo scioglimento del VII Reparto Mobile e contro gli abusi delle forze dell’ordine

Sabato 17 marzo in piazza del Nettuno a Bologna il P. CARC ha organizzato un presidio nazionale per lo scioglimento del VII Reparto Mobile (leggi qui l’appello).

Per tutto il pomeriggio decine di compagni hanno scandito slogan e comizi per denunciare il reparto che dal 2001 (dal G8 di Genova in poi) si è “distinto” per la sua violenza nei confronti di liberi cittadini, godendo di coperture ad alto livello e assoluzioni nelle aule di tribunale. Il presidio è stato promosso anche per raccogliere la solidarietà a Rosalba, della redazione di Vigilanza Democratica e militante del Partito dei CARC, sotto processo per “diffamazione” per aver denunciato apertamente i crimini del suddetto reparto con un pubblico Appello alla società civile: “Cosa deve ancora accadere perché il VII Reparto Mobile di Bologna venga smantellato?.

Il presidio è stata l’occasione anche per presentare il nuovo Copwatching 2.0, una raccolta di articoli e documenti che fanno emergere bene come l’attacco repressivo contro Rosalba sia una ritorsione, fa emergere il sistema di impunità e copertura di cui godono le forze dell’ordine nel nostro paese e quel filo nero che dalla Uno Bianca al VII Reparto Mobile conduce a personaggi che sono approdati alla Lega di Matteo Salvini.

La rete eversiva garantita dal VII Reparto Mobile e dal SAP è la stessa che nel tempo ha favorito e sta favorendo i criminali condannati per i fatti della Uno Bianca tra cui Marino Occhipinti, che all’epoca dell’arresto era amico di Gianni Tonelli suo collega (neoeletto alla Camera con la Lega di Salvini e che ha condotto la sua campagna elettorale con tanto di dichiarazioni di guerra ai centri sociali e agli antifascisti), tanto nel VII Reparto mobile che nel SAP e che per questo ha goduto di diversi trattamenti e “premi” speciali (per approfondire leggi l’Avviso ai Naviganti 79 del (n)PCI del 14 febbraio 2018.

La forte presenza delle Forze dell’Ordine che hanno militarizzato la piazza (guarda qui le foto) non é servita ad intimidire i partecipanti al presidio. Le provocazioni in piazza da parte di alcuni fascisti ben noti della città, coperti dalla Questura di Bologna, sono state prontamente respinte dai compagni.

Grande e importante è stata la solidarietà espressa dai passanti e da chi si è aggregato al presidio. Sono stati distribuiti migliaia di volantini e centinaia di giovani, lavoratori, pensionati hanno firmato l’appello in solidarietà con Rosalba.

Diversi organismi hanno risposto alla Lettera aperta ai comunisti, ai progressisti, ai centri sociali e a tutte le associazioni che hanno a cuore le parti progressiste della Costituzione partecipando al presidio e portando la propria solidarietà: tra i tanti, ci sono Labàs, PCI, FGCI di Bologna, il Centro Documentazione Iskra di Carpi (Modena), la Casa del Popolo di via Padova di Milano, GratosoglioAutogestita di Milano, lo spazio recuperato Casa Rossa Rossa di Sesto San Giovanni (Milano).

Una delegazione di compagni e di compagne ha inoltre partecipato all’assemblea del Coordinamento migranti Bologna per portare la solidarietà del presidio alla lotta del Coordinamento e per esprimere l’adesione del Partito dei CARC al corteo cittadino che si svolgerà il 24 marzo.

In contemporanea e in sostegno alla mobilitazione di Bologna si sono svolti il presidio e l’assemblea contro la repressione a Napoli.

Tante voci che si sono levate per sostenere Rosalba e per sostenere una battaglia di giustizia, per la difesa del diritto di espressione sancito dall’articolo 21 della Costituzione, per l’introduzione del codice identificativo sulle divise degli agenti in servizio e dell’inserimento di una effettiva legge sul reato di tortura nel codice penale, per lo scioglimento del VII Reparto mobile di Bologna.

Sciogliere il VII Reparto Mobile è e deve essere battaglia per l’applicazione delle parti progressiste della Costituzione, nella più ampia lotta contro gli abusi in divisa.

La città di Bologna è stata ed è una città della Resistenza. Il movimento comunista e quello delle masse popolari organizzate hanno dato un importante contributo alle lotte per la conquista e la difesa dei diritti di civiltà e benessere: dalla Resistenza al nazifascismo, alle lotte degli anni ’70, dal movimento studentesco e antifascista, alle lotte operaie e delle donne. Non è un caso quindi che Bologna sia anche la città della strage del 2 agosto 1980, degli omicidi di stato come quello di Francesco Lorusso, delle cariche e pestaggi ingiustificati contro chi oggi lotta per la costruzione di una nuova e più giusta società. Non è un caso che sia la sede del VII Reparto Mobile.

C’è un filo nero che lo lega agli abusi in divisa e agli omicidi di stato, che lega le ampie e ripetute violazioni delle parti progressiste della Costituzione alla promozione della guerra fra poveri e alla guerra conto i poveri: è il filo che ha armato la mano del fascista – leghista di Macerata e che apre la strada all’apertura delle sedi fasciste nelle città, che favorisce violenze squadriste e razzismo. E’ il filo nero che consente a Tonelli, segretario del SAP ed esponente di spicco dei promotori dello stato di polizia, a candidarsi con la Lega a Bologna.

E’ un filo nero che deve essere strappato, difendendo chi pratica le libertà politiche che i partigiani conquistarono con la guerra di liberazione nel 1945 e praticandole a nostra volta.

Un filo nero, nero abuso, nero violenza, nero ritorsione, nero fascismo, nero eversione collega episodi oscuri della storia del nostro paese al processo oggi in corso contro Rosalba e la redazione di Vigilanza Democratica, ma nessuna ritorsione ne fermerà il lavoro.

Il processo contro Rosalba è una persecuzione contro chi promuove la lotta contro gli abusi delle Forze dell’Ordine e contro l’impunità di cui spesso godono, è il tentativo di mettere il bavaglio a chi contrasta le spinte all’instaurazione di uno stato di polizia e alla mobilitazione reazionaria.

Il 30 marzo verrà pronunciata la sentenza, è prezioso il contributo di ognuno per impedire che il processo venga insabbiato:

– Invitiamo tutti coloro che hanno a cuore l’applicazione della Costituzione, che si battono per “la verità e la giustizia”, contro la repressione, gli abusi di polizia e l’impunità a firmare e fare firmare l’appello in solidarietà con Rosalba e inviandolo a carc@riseup.net / fax. 02.26.30.64.54

Scaricalo qui, fallo firmare e inviaci le firme raccolte!

– prese di posizioni pubbliche e foto con i cartelli (Io sto con Rosalba e con chi applica la Costituzione. Basta abusi e impunità!) da parte di singoli, collettivi, partiti, organizzazioni, liste elettorali e candidati diffondendoli in rete e inviando all’indirizzo carc@riseup.net;

– prese di posizione pubblicamente con messaggi inviati al giudice Paola Braggion (c/o il tribunale di Milano – fax al numero 02.55017631 e-mail all’indirizzo: sez9penale.tribunale.milano@giustizia.it e al Partito dei CARC (carc@riseup.net);

– sostegno per le spese legali, usando la Postepay n. 5333 1710 0024 1535 intestata a Gemmi Renzo. Ogni contributo, anche piccolo, è importante per portare avanti la battaglia e vincere.

– partecipando e organizzando a propria volta iniziative di solidarietà: per tenersi informati www.carc.it; www.facebook.com/resistenzalottaarepressione

Partecipa al presidio di solidarietà e lotta che si terrà il 30 marzo dalle 14.00 davanti al Tribunale di Milano!

Assoluzione piena per Rosalba e per la redazione di Vigilanza Democratica!

Scioglimento del VII Reparto Mobile di Bologna!

Numero identificativo per gli agenti delle Forze dell’Ordine!

Per l’introduzione di un’effettiva legge su reato di tortura nell’ordinamento giudiziario!

Non c’è processo e non c’è condanna per chi attua le parti progressiste della Costituzione!

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