Dalle urne e dal paese arriva una sonora legnata al governo Renzi-Gentiloni-Minniti e a tutti i fautori delle Larghe intese!
Utilizzare la fase di ingovernabilità in cui si dibattono i vertici della Repubblica Pontificia per avanzare nella costituzione di un governo di emergenza popolare, l’unica reale alternativa alle Larghe Intese e ai loro padrini nazionali e internazionali.
Questo è l’unico degli articoli di questo numero di Resistenza scritto dopo il 4 marzo. I risultati elettorali non sono ancora definitivi, ma gli aspetti principali sono già delineati quanto basta per definire una linea di condotta che permette di valorizzare anche la situazione contingente determinata dall’esito delle elezioni ai fini della costituzione del Governo di Blocco Popolare.
In questo articolo ci concentriamo sugli elementi essenziali per ragionare sul che fare per avanzare in quella direzione. Tutti gli altri articoli vanno letti come esempi, spunti, indicazioni ed esperienze che confermano la strada che indichiamo e che abbiamo indicato già molte settimane prima del 4 marzo.
La sintesi dell’esito delle elezioni è che i vertici della Repubblica Pontificia hanno preso una batosta senza precedenti. Dopo la campagna elettorale, anche l’esito delle elezioni conferma il crescente distacco della maggioranza delle popolazione dai vertici della Repubblica Pontificia (il Vaticano, la Confindustria e le altre organizzazioni padronali, le organizzazioni criminali, gli imperialisti USA e UE: i cosiddetti poteri forti) e dai partiti con cui essi governano da decenni il nostro paese. Come per il referendum del 4 dicembre 2016 sulla riforma Renzi della Costituzione, anche in questa occasione le masse popolari sono andate a votare in massa (73% degli aventi diritto) principalmente contro le Larghe Intese e i loro padrini: contro la soluzione caldeggiata “dai mercati”, dalla Comunità Internazionale degli imperialisti e, per la prima volta si sono espressi così apertamente (vedi Civiltà cattolica), dai gesuiti di Papa Bergoglio. Il tracollo del PD di Renzi e del suo gruppo dirigente, il sorpasso della Lega su Forza Italia nel centro destra, il boom di voti del M5S, il fallimento dell’operazione lista Bonino e Insieme di Gentiloni & C. parlano chiaro!
A condizionare il voto a favore delle Larghe Intese non sono servite né la nuova legge elettorale porcata (il Rosatellum, approvato con otto voti di fiducia) né l’operazione di diversione e intossicazione su vasta scala messa in piedi durante la campagna elettorale: da una parte la campagna mediatica in pompa magna contro il M5S (mancata restituzione di parte dello stipendio di una decina di parlamentari o la candidatura di alcuni presunti massoni); dall’altra l’“operazione Macerata” (strumentalizzazione in chiave razzista dell’omicidio di una ragazza, tentativo di fare una strage di immigrati da parte di un fascista, costruzione di un clima di allarme – da manuale della “strategia della tensione” – intorno alla manifestazione antifascista del 10 febbraio). Quest’ultima, anzi, ha suscitato un’ampia e crescente mobilitazione contro le provocazioni degli scimmiottatori del fascismo del XX secolo e delle forze dell’ordine che si è combinata con il movimento di resistenza delle masse popolari al procedere della crisi: a conferma che le manovre di diversione orchestrate dalla borghesia possiamo rivoltargliele contro, è una legge della lotta di classe.
La bolla dei “fascisti del terzo millennio” di Casa Pound e Forza Nuova è scoppiata tra le mani dei promotori: gli scimmiottatori dei fascisti del XX secolo, foraggiati, finanziati e protetti dalla classe dominante, dalle sue istituzioni e dalle sue forze dell’ordine, hanno raccolto circa 450mila voti (1,3%) e si confermano come forze ausiliare al servizio della borghesia imperialista.
Per quanto riguarda le liste alternative alle Larghe Intese
– il flop di Grasso-Bersani-Boldrini con Liberi e Uguali, che ha superato di poco la soglia del 3% (1,1 milioni di voti alla Camera), indica che le masse popolari non nutrono alcuna fiducia negli ex fautori (o sostenitori recalcitranti) delle Larghe Intese e nei politicanti che usano le competizioni elettorali per assicurasi un posticino all’interno delle istituzioni della Repubblica Pontificia anziché mettersi al servizio del movimento delle masse popolari;
– il basso numero di voti ottenuti da Potere al Popolo, la lista promossa da Clash City Workers-ex OPG di Napoli, PRC, PCI Alboresi e Rete dei Comunisti-Eurostop (circa 370mila voti alla Camera, cioè l’1,14% – nel 2013 Rivoluzione Civile, la lista formata sempre da PRC e PdCI+ Federazione dei Verdi di Bonelli, Italia dei Valori di Di Pietro, Movimento Arancione di De Magistris, Ingroia e altri, ne aveva avuti 765mila), conferma che non basta (e non è credibile) aspirare a fare la sponda politica delle masse popolari nelle istituzioni della Repubblica Pontificia perché la soluzione dei gravi problemi con cui lavoratori e le masse popolari fanno i conti non passa attraverso un Parlamento sempre più ridotto a camera di registrazione di decisioni prese altrove e dettate dai poteri forti internazionali e dai loro
agenti nazionali, che i partiti anti Larghe Intese possono svolgere un ruolo positivo se lavorano alla costruzione di un governo antagonista ai Repubblica Pontificia, cioè usano da subito le forze, le risorse, le relazioni e il seguito di cui dispongono per moltiplicare le organizzazioni operaie e popolari, sostenerle e favorirne l’attività come Nuove Autorità Pubbliche che indicano e applicano le misure sia pure parziali e precarie che è possibile mettere in opera a livello locale contro gli effetti della crisi;
– il risultato del PC Rizzo presente in 16 regioni (0,3% e circa 100 mila voti) e di Per una sinistra rivoluzionaria presente in 5 regioni (0,1% e circa 30 mila voti), unito a quello di Potere al Popolo, mette in luce che nel paese ci sono centinaia di migliaia di persone che hanno la falce e martello nel cuore, che hanno un buon ricordo della Rivoluzione d’Ottobre e dell’ondata di lotte e rivoluzioni che essa ha suscitato in tutto il mondo. Questa è la base rossa da cui partiamo per costruire le condizioni necessarie a farla finita con la borghesia e instaurare il socialismo, l’unico sistema in grado di invertire il corso disastroso e sempre più devastante del capitalismo.
Impedire le manovre sporche dei vertici della Repubblica Pontificia. La netta vittoria del M5S di Di Maio, la principale forza politica che si presentava in alternativa alle coalizioni di centro destra e centro sinistra – è il primo partito con più di 10 milioni di voti e un grande margine di vantaggio su tutti gli altri; la sonora confitta del PD di Renzi e della lista +Europa promossa da Prodi-Napolitano-Gentiloni-Veltroni-Bonino-Mattarella (che non riesce neanche a raggiungere la soglia del 3%) e il prevalere della Lega di Salvini (la forza che, all’interno della coalizione di centro destra, nei proclami e nei programmi è più schierata contro le Larghe Intese) alimenteranno l’ingovernabilità dall’alto del prossimo periodo.
Avevamo detto e scritto all’inizio della campagna elettorale che “per i vertici della Repubblica Pontificia le elezioni non servono a decidere del governo del paese, ma a ottenere la copertura elettorale alla soluzione di governo su cui si sono accordati sottobanco”. Ebbene, l’esito delle elezioni rende più complicato per i caporioni della borghesia trovare questa “copertura parlamentare” e crea un terreno più favorevole alla formazione di governo realmente alternativo ai vertici della Repubblica Pontificia. Questa è la situazione che ognuno può constatare, se usa la scienza elaborata dal movimento comunista per capire e per trasformare la realtà, se non si fa imbrogliare dalle operazione di intossicazione e diversione promosse dai vertici della Repubblica Pontificia e dai loro sodali e lacchè o illudere dagli imbonitori della sinistra borghese.
Nelle prossime settimane e mesi i poteri forti nostrani, in combutta con la loro comunità internazionale, ricorreranno a colpi di mano, manovre economiche (crolli di borsa, allarme spread e simili) e giudiziarie (inchieste montate ad arte usando uno o l’altro degli “scheletri nell’armadio” di quanti bazzicano i salotti buoni e operano dietro le quinte del teatrino della politica), ricatti, guerre tra bande per tentare di ribaltare l’esito del voto e mettere in piedi una soluzione di governo che continui l’attuazione del programma comune della borghesia imperialista: privatizzazioni e smantellamento dei servizi pubblici, delocalizzazione e chiusura di aziende, perdita di posti di lavoro e povertà crescente, eliminazioni graduale ma sistematica dei diritti e delle conquiste strappati con la vittoria della Resistenza e con le lotte dei decenni successivi e prosecuzione delle violazioni delle parti progressiste della Costituzione, in primo luogo la partecipazione alle guerre indette dalla NATO.
È quello che hanno fatto all’indomani delle elezioni politiche del febbraio 2013, quando con un golpe bianco in tre atti hanno installato il governo Letta. Non facciamo prendere alla sprovvista! L’unico modo per prevenire e impedire lo scippo del risultato elettorale è una vasta mobilitazione popolare di vigilanza democratica, a partire dai milioni di elettori del M5S e di tutti i sinceri democratici e progressisti, che si coalizzano in un fronte contro le manovre dei vertici della Repubblica Pontificia e per l’attuazione della Costituzione del 1948.
Nel paese esiste già un vasto fronte anti Larghe Intese che va indirizzato in senso rivoluzionario: significa promuovere l’attuazione dal basso delle parti progressiste della Costituzione del 1948 e creare le condizioni per far ingoiare ai vertici della Repubblica Pontificia un governo di emergenza popolare, espressione diretta delle masse popolari organizzate. Il primo passo è promuovere una mobilitazione popolare più ampia possibile contro le Larghe Intese e per impedire che l’esito del voto del 4 marzo venga ribaltato.
Per il M5S è l’unico modo per non farsi scippare la vittoria elettorale.
Per le altre liste anti Larghe Intese è il modo per dare gambe ai programmi in nome dei quali hanno chiesto il voto: se anche fossero riusciti (nonostante la legge elettorale predisposta per blindare Camera dei Deputati e Senato a favore delle Larghe Intese e il contorno di intossicazione di massa e propaganda di guerra) ad avere un nutrito gruppo parlamentare, questo poteva svolgere un ruolo costruttivo solo mettendosi al servizio del rafforzamento della mobilitazione e dell’organizzazione dei lavoratori e delle masse popolari.
Per gli operai e gli altri elementi avanzati delle masse popolari è la via per rafforzare le lotte in corso: dalla FCA all’Embraco, dall’Alitalia all’Ilva e alle decine di piccole aziende, dalla lotta per la sanità e scuola pubbliche, di qualità e gratuite alle fabbriche autogestite e recuperate, dalla mobilitazione contro il TAV e le altre grandi opere speculative e di devastazione dell’ambiente alla difesa di quanto resta dei diritti democratici dentro e fuori i posti di lavoro, dalla lotta contro la disoccupazione e la precarietà per un lavoro utile e dignitoso alla mobilitazione contro i vecchi e nuovi fascisti.
Che fare ora? Alla luce degli interessi immediati e di prospettiva della classe operaia e delle masse popolari, alla luce della crisi politica in atto nel paese, consapevoli che i vertici della Repubblica Pontificia ricorreranno a colpi bassi e manovre sporche per rimanere in sella, il P.CARC chiama i comunisti, gli operai avanzati, gli elementi avanzati delle masse popolari, i giovani, le donne, gli immigrati a mobilitarsi in ogni ambito, contesto e forma per
– impedire che l’esito delle elezioni venga rovesciato e ottenere che il mandato di governare il paese sia affidato al M5S;
– costruire coscientemente quell’ampio fronte delle forze contro le Larghe intese che spontaneamente può svilupparsi solo al livello della protesta e della denuncia, per farlo diventare invece il centro propulsore dell’organizzazione e della mobilitazione;
– costituire in ogni azienda privata e pubblica, in ogni scuola e in ogni quartiere organizzazioni operaie e organizzazioni popolari che, coordinandosi con quelle che già esistono, assumono il ruolo di nuove autorità pubbliche, alternative e antagoniste alle autorità della Repubblica Pontificia;
– perseguire in ogni ambito e con ogni mezzo l’attuazione dal basso delle parti progressiste della Costituzione.
Il Partito dei CARC chiama inoltre gli esponenti dei sindacati di sinistra, i sindaci democratici, i personaggi della società civile e della politica, gli intellettuali e tecnici che sono preoccupati del corso delle cose ad agire da subito da Comitato di Salvezza Nazionale per incitare e incoraggiare lavoratori ed elementi delle masse popolare a organizzarsi, a creare organizzazioni operaie e popolari e attuare da subito i dettami costituzionali, facendo leva su una Costituzione tuttora vigente e sostenuta dalla stragrande maggioranza del popolo italiano con il referendum del 4 dicembre 2016.
La situazione di grave ingovernabilità crea condizioni più favorevoli per imporre un governo di emergenza delle masse popolari organizzate. A questo obiettivo possono contribuire tutti coloro che hanno un ruolo, o assumeranno un ruolo, contro le Larghe intese e anzi, sottrarsi a questo compito, qualunque sia l’immagine che ognuno vuole dare di sé, significa portare acqua al regime dei vertici della Repubblica Pontificia. Si smascherano in questa fase e su questo obiettivo i finti amici dei lavoratori e delle masse popolari, i finti rivoluzionari e i pompieri travestiti da incendiari.
Dalle elezioni è emerso uno “zoccolo duro” di 500 mila persone che hanno la falce e il martello nel cuore e che è anche la parte più attiva del variegato movimento di resistenza alla crisi. Dobbiamo contrastare la concorrenza e gli interessi di parrocchia degli esponenti della sinistra borghese e promuovere il movimento che spinge all’unità e all’azione che partono dalla pratica. Queste centinaia di migliaia di persone possono e devono assumere il ruolo che spetta loro in questa situazione, il ruolo di riferimento politico, culturale, organizzativo delle ampie masse.
Il P.CARC opererà in queste settimane su tre piani: 1. incontri e riunioni per consolidare relazioni esistenti e per avviarne di nuove con tutti i principali soggetti, collettivi e individui, che a parole dicono di voler contribuire alla trasformazione del nostro paese; 2. sostegno e promozione della mobilitazione delle organizzazioni operaie e delle organizzazioni popolari, promozione del loro rafforzamento e del loro coordinamento; 3. sostegno del percorso per la formazione del Comitato di Salvezza Nazionale.
A tutti i compagni e a tutte le compagne che vogliono avere un ruolo positivo in questa fase, facciamo l’invito a unirsi a questo movimento. A tutti i compagni e le compagne che aspirano a fare dell’Italia un nuovo paese socialista facciamo l’invito di unirsi alla Carovana del (nuovo)PCI e aderire al P.CARC.
I vertici della Repubblica Pontificia escono con le ossa rotte, dipende da noi assestare loro un colpo per scalzarli dal governo del paese.
Cambiare il corso disastroso delle cose è possibile solo attraverso la mobilitazione e la partecipazione sempre più cosciente e organizzata dei lavoratori e delle masse popolari alla gestione della società. Solo, cioè, se le organizzazioni operaie e popolari diventano nuove autorità pubbliche: prendono in mano e attuano dal basso le misure (peraltro previste dalla Costituzione vigente) per la salvaguardia delle aziende (nessuna azienda deve essere chiusa o delocalizzata), per assegnare a ogni adulto (italiano e immigrato) un lavoro socialmente utile e garantire a tutti, in cambio della sua scrupolosa esecuzione, le condizioni necessarie per una vita dignitosa e la partecipazione alla gestione della società (nessun lavoratore deve essere licenziato, a ogni adulto un lavoro utile e dignitoso, nessun individuo deve essere emarginato).
La lotta per un governo di emergenza popolare, come via per creare le condizioni pratiche per far avanzare la rivoluzione socialista, non solo è possibile e necessaria, ma poggia oggi su basi più solide.
Le condizioni oggettive e il corso delle cose vanno in questa direzione, dipende da noi comunisti e da quanti già si organizzano e si mobilitano nel vasto e variegato movimento di resistenza delle masse popolari al procedere della crisi generale del capitalismo avanzare in questo senso.
TOP SECRET
Documento numero 643972
L educatore parte 1
Quelli che voi definite partiti non sono partiti il movimento 5 stelle forza Italia il PD e i loro partiti satellite più piccoli sono in realtà la seconda restaurazione post napoleonico sono un piano di false flag monarchico la monarchia europea si è impadronita dell Europa travestendosi da vari partiti politici di ispirazione falsamente democratica in Europa c e stata quella che io chiamo seconda restaurazione post napoleonica questo fatto è molto grave e viene taciuto da molti storici contemporanei poiché evidentemente poco attenti alla realtà storica contemporanea la democrazia in Europa è finita da anni c e stata una vera restaurazione monarchica segreta un fatto storicamente molto grave
Questi individui sono dei tiranni monarchici non delle persone incapaci democratiche questi individui appartengono ad una unica casta monarchica e fanno finta di duellarsi politicamente usando dei tipici gesti ermetici massonici ad esempio iniziano un litigio politico in TV preaccordato attraverso questi determinati gesti ermetici per rendere credibili una falsa pluralità politica .
Fate ricerche sulle origini dei dirigenti politici italiani anche i più recenti e delle multinazionali approfondendo scoprirete che sono tutti nobili .vi scrivo questo importante documento per educarvi alla verità poiché vi può essere sfuggito questo grave fatto storico europeo contemporaneo .
Dovreste denunciare questo gravissimo fatto storico icontemppraneo accaduto in Europa alla più onesta comunità internazionale in grado di accertare e comprendere questo determinato grave fatto storico c e stato un opatto segreto per restaurare la monarchia in Europa ed attualmente l Europa vive in un tempo di tirannide monarchica segreta .
Con cortesia
Christian Johan Binacci
Tel 3668023661