[Reggio Emilia] Comunicato sul processo contro gli antifascisti che hanno difeso il 25 aprile da Salvini

Reggio nell’Emilia, 28 febbraio 2018

APPLICARE I VALORI DELLA RESISTENZA E LA COSTITUZIONE È LEGITTIMO!

NESSUNO SPAZIO A CHI SOFFIA SULLA MOBILITAZIONE REAZIONARIA!

Il 6 marzo alle 11.30 si terrà presso il Tribunale di Reggio Emilia la prossima tappa del teorema inscenato dal PM Maria Rita Pantani contro gli antifascisti che il 25 aprile 2014, insieme a decine di compagni, lavoratori, giovani, donne, immigrati scesero in piazza e impedirono la provocazione razzista e reazionaria di Matteo Salvini (Lega Nord) che proprio in quella data aveva deciso di tenere una tappa del suo “Eurotour”.

I 16 compagni inizialmente sotto processo furono dapprima sottoposti a misure cautelari (obbligo di firma e possibili arresti domiciliari) e poi processati il 7 luglio. Una parte di questi (14 compagni), scegliendo il rito abbreviato, sono stati condannati a 5 mesi e 10 giorni e 7 mesi e 10 giorni di carcere con pensa sospesa (ora hanno fatto ricorso in Appello). Altri due, il compagno Mattia Cavatorti (dirigente del Partito dei CARC) e Gianmarco De Pieri del TPO di Bologna, hanno invece deciso di continuare questa battaglia e sono stati rinviati a giudizio per resistenza a pubblico ufficiale e lesioni colpose.

Tutto questo per aver legittimamente messo in pratica i valori della Resistenza antifascista! A tutti i condannati e imputati la nostra piena e incondizionata solidarietà di classe!

Mobilitazione reazionaria e mobilitazione rivoluzionaria

In un contesto di crisi generale in cui disoccupazione, precarietà, emarginazione e sfruttamento si acuiscono e un numero sempre maggiore di persone a causa della crisi economica si ritrovano senza lavoro, senza casa, senza possibilità di accedere all’assistenza sanitaria, all’istruzione, in totale assenza delle condizioni per una vita dignitosa, si inseriscono le organizzazioni che fomentano le prove di fascismo e la mobilitazione reazionaria come la Lega Nord: è un organizzazione della borghesia imperialista che ha promosso e sostenuto le leggi razziali varate dai governi di centro-destra e di centro-sinistra che si sono succeduti negli ultimi vent’anni come la legge Bossi-Fini; il reato di immigrazione clandestina (2009, primo “pacchetto sicurezza” dell’allora ministro degli Interni Roberto Maroni della Lega Nord); i nuovi lager denominati CIE (istituiti in ottemperanza a quanto disposto dalla legge Turco-Napolitano – governo Prodi I) e CARA (istituiti dal governo Prodi II); le ordinanze e le misure razziste dei sindaci-sceriffi che sono proliferate a partire dal 2008 su impulso del primo pacchetto sicurezza Maroni e hanno il loro braccio armato nei gruppi fascisti.

Un organizzazione che attraverso le sue “scorribande” ed i suoi legami a doppio filo con reparti e personaggi di dubbia fama all’interno delle forze dell’ordine si candida a principale promotrice della mobilitazione reazionaria (guerra fra poveri). Che usa gli immigrati come bersaglio contro cui riversare il malcontento per le condizioni infami a cui i poteri forti costringono le masse popolari, li additano come responsabili delle condizioni di miseria, degrado e difficoltà a cui una parte crescente delle masse popolari è costretta. Che per questo si avvale dell’appoggio di gruppi fascisti come Forza Nuova e Casapound e tutta la galassia dei fascisti del terzo millennio che attaccano vigliaccamente gli immigrati (ma anche giovani e sedi di sinistra oppure donne, omosessuali, emarginati, islamici e altri settori della popolazione), che godono spesso (molto spesso) della complicità, della connivenza o, nel migliore dei casi, dell’inerzia delle autorità.

Anche in Emilia Romagna la promozione dello spauracchio del nuovo fascismo è usato, in questa campagna elettorale ma anche più in generale, prima di tutto per creare condizioni favorevoli a imporre alle masse popolari un governo “responsabile”, “democratico” e appunto di Larghe Intese. E non è un caso che ciò faccia il paio con un nuovo sviluppo della repressione poliziesca: denunce, cariche e arresti lampo per chi si oppone a questi rigurgiti e protezione e sostegno per chi invece soffia sulla guerra tra poveri sono traduzioni immediate e attuali di ciò. Ma le due vie, mobilitazione reazionaria e rivoluzionaria delle masse popolari, sono ancora aperte:l’unica soluzione al marasma in cui siamo immersi che molte liste progressiste e di sinistra dicono di voler arginare, non è un governo “meno peggio di altri” o “o più o meno amico delle masse popolari” (ricordiamo solamente i due mandati a Prodi o Tsipras in Grecia) ma il socialismo! Puntare sull’organizzazione e il coordinamento della classe operaia e delle masse popolari affinché impongano un loro governo d’emergenza è una tappa verso l’unica soluzione, una tappa realistica e necessaria!

Il VII Reparto Mobile di Bologna e il filo nero con G. Tonelli e la Lega Nord

Il 25 aprile 2014 quindi, durante il corteo, si verificarono alcuni tafferugli tra polizia e manifestanti che hanno visto come protagonista il famigerato VII Reparto Mobile di Bologna (reparto di polizia che ha una lunga storia in quanto a abusi e soprusi): un rapporto particolare quello tra questo “reparto speciale” e la Lega Nord, partito che si erge non solo a mandante politico di azioni xenofobe e razziste che fomentano camerati come Luca Traini (l’assassino di Macerata), ma anche a tutore degli agenti che commettono abusi (come il suddetto VII Reparto Mobile di Bologna) tanto da candidare come capolista alla Camera per le elezioni del 4 marzo, Gianni Tonelli, esponente di primo piano del Sindacato Autonomo Poliziotti (SAP), sindacato assurto alla cronaca per gli applausi agli assassini di Aldrovandi ed altre esternazioni simili sulle morti di Stato. Ma questa è solo la punta dell’iceberg!

Infatti, “Ciò che rende “speciale” il VII Reparto non è la sua abilità nei pestaggi di manifestanti e ultras, non sono le azioni criminali che gli sono consentite per “preservare la pace sociale” e per “garantire la sicurezza”. Ciò che lo rende speciale, affidabile per un certo “blocco di potere”, sono le radici su cui poggia, il complesso di persone e strutture che nel tempo lo hanno manovrato e diretto (ovviamente ci riferiamo agli “alti papaveri”) e che sono usciti indenni, “puliti”, dai fatti della Uno Bianca […]. Anche Gianni Tonelli è coinvolto in una delle indagini sulla Uno Bianca e Marino Occhipinti, arrestato nel 1994 proprio per i fatti della Uno Bianca e condannato all’ergastolo per l’omicidio della guardia giurata Carlo Beccari, era all’epoca suo amico e collega sia nel VII Reparto Mobile di Bologna (dove al momento dell’arresto ricopriva il ruolo di sovrintendente della sezione narcotici) sia nel SAP, di cui entrambi erano dirigenti” (dall’’Avviso ai Naviganti 79 del (nuovo) PCI).

A dimostrazione di questo filo nero, un agente legato al VII Reparto, Vladimiro Rulli, ha denunciato per diffamazione la compagna Rosalba del Partito dei CARC e intestataria del sito Vigilanza Democratica (prossima udienza il 30 marzo a Milano) per via della sua attività di denuncia degli abusi di polizia. Ma Rulli è solo una pedina usata per attaccare:“sono Gianni Tonelli e Matteo Salvini i mandanti della denuncia presentata dall’agente Rulli. L’intreccio tra il SAP e la Lega Nord è ormai del tutto palese” (da Avviso ai naviganti 79).

L’attacco a chi applica la Costituzione e la giustezza dell’applicarla

Al di là dei singoli reati contestati è in corso una vera e propria persecuzione politica contro chi si attiva per contrastare la deriva reazionaria in corso nel nostro paese e con la sua azione, di fatto, applica quelle parti progressiste della Costituzione che negli anni sono state eluse, quando non apertamente violate!

Il caso di Stefania Favoino sotto processo per aver difeso la 194, il caso di Marco Lenzoni sotto processo per essersi mobilitato contro il Jobs Act ed il procedimento in corso contro Rosalba e la redazione di Vigilanza Democratica, “rei” di aver condotto campagne contro l’impunità e gli abusi delle forze dell’ordine, per la difesa dell’articolo 21 della Costituzione e l’introduzione di un effettivo reato di tortura, sono solo alcune delle innumerevoli mobilitazioni in corso nel nostro paese che sono messe sotto accusa!

Il PM Pantani insiste nel tentativo di fermare con la repressione un movimento inarrestabile perché erede della Resistenza che ha liberato il nostro paese dall’oppressione e dalla repressione nazifascista, un movimento che è espressione diretta dell’attuale lotta della masse popolari contro gli effetti e la guerra di sterminio che la crisi produce, che mette in discussione l’attuale sistema sociale e propone nuovi modi di produzione collettivi e condivisi e nuovi rapporti sociali.

In una città come Reggio Emilia, medaglia d’oro della Resistenza, c’è ancora chi, come la PM Pantani, pensa di affossare a suon di denunce e processi i valori e le conquiste che centinaia di migliaia di partigiani hanno affermato con la Resistenza antifascista: libertà di espressione e di organizzazione delle masse popolari, le conquiste di civiltà e benessere che oggi sono in via di sgretolamento esistono perché i comunisti hanno guidato la classe operaia nella lotta vittoriosa contro il nazifascismo.

Emblematiche, e estremamente gravi (a proposito della parvenza democratica di questi signori e istituzioni), quelle che erano le motivazioni per gli arresti domiciliari pronunciate nei confronti del dirigente del Partito dei CARC che avrebbe la colpa (!) di “assumere un ruolo di spicco nell’attività di orientamento delle iniziative politiche di lotta e solidarietà”. Alla faccia della libertà di espressione ed organizzazione!

L’iniziativa per cui gli antifascisti sono scesi in piazza quel 25 aprile è stata legittima. E se chi dovrebbe applicare la Costituzione non solo non lo fa, ma tollera, sostiene quando non foraggia e protegge i fascisti, la loro propaganda xenofoba, le prove di fascismo e razzismo, allora ben vengano le mille iniziative di base volte a ostacolare e impedire derive reazionarie!

Sostenere e sviluppare la lotta per l’agibilità di ogni individuo e associazione che si mobilita per attuare le parti progressiste della Costituzione è un dovere per quanti oggi aspirano a un cambiamento reale della società e al contempo alimento di una trasformazione in senso positivo.

Non ci faremo intimidire dalla repressione in corso. Risponderemo colpo su colpo alle provocazioni e agli attacchi repressivi!

Invitiamo tutti i solidali con gli antifascisti che il 25 aprile 2014 impedirono le gazzarre della Lega a tre appuntamenti:

MARTEDÌ 6 MARZO – ORE 10.00 – REGGIO EMILIA

PRESIDIO SOLIDALE CON MATTIA E GIANMARCO

IN PIAZZA DEL MONTE

 

GIOVEDÌ 15 MARZO – ore 18.30 – Bologna

PRESENTAZIONE DI “RIVOLUZIONARIA PROFESSIONALE” DI TERESA NOCE

con Buffet di solidarietà per le spese legali

presso Pub Mutenye – via del Pratello 44/a

 

SABATO 17 MARZO – Bologna

PRESIDIO DI SOLIDARIETÀ CON ROSALBA E LA REDAZIONE DI VIGILANZA DEMOCRATICA

Rispondi

Iscriviti alla newsletter

Abilita JavaScript nel browser per completare questo modulo.

I più letti

Articoli simili
Correlati

Volantino contro la spirale della Terza guerra mondiale

Scarica il PDF Insorgiamo. Non un uomo, un soldo, un...

4 novembre in piazza: appello del Calp di Genova

Unire le lotte e le mobilitazioni contro la guerra...

[Piombino] Serve più che mai una spinta dal basso

Sono più di 10 anni che va avanti la...