Milano, 27.02.18
Care compagne e cari compagni,
il 4 marzo si avvicina. L’atmosfera dentro la vostra lista si fa sempre più “elettrica”. Tante sono le aspettative, tanto il lavoro che avete svolto, tanto il timore che tutto si concluda con un “fiasco”. Con molti di voi ci conosciamo da prima delle elezioni e durante le elezioni abbiamo discusso, dibattuto, fatto attività comuni. Ed è proprio alla luce di questo confronto costante che abbiamo deciso di stendere questa lettera aperta, per trattare con tutti voi aspetti che stiamo già affrontando, nelle zone dove siamo presenti, con gli attivisti di Potere al Popolo.
Sta crescendo all’interno di Potere al Popolo il malumore per l’azione svolta per “mettere il cappello” sulla lista da parte della direzione del PRC in alcune zone, dalla Rete dei Comunisti in altre e del PCI di Alboresi in altre ancora. Diverse compagne e compagni stanno dicendo “sono schifato da questa cosa, dopo il 4 marzo lascerò stare”. Questa tendenza negativa aumenterà nel caso in cui Potere al Popolo non avrà eletti in Parlamento. E questo sarebbe un arretramento rispetto al processo di aggregazione, coordinamento e mobilitazione messo in campo dalla vostra lista. Potere al Popolo ha infatti infuso speranze in numerosi compagni e compagne, li ha spinti ad organizzarsi, a mobilitarsi, a fare rete, ha contrastato la demoralizzazione, ha contributo a rispondere alle provocazioni di poliziotti, Forza Nuova e Casa Pound, ecc. In sintesi Potere al Popolo nel corso di questa campagna elettorale è diventato un centro autorevole nel nostro paese per chi cerca una strada per far fronte alla crisi generale del capitalismo.
Ora questo centro autorevole deve dimostrare realmente di che pasta è fatto: deve dimostrare cioè se ha intenzione sul serio di andare oltre il 4 marzo (al di la di quale sarà l’esito del voto) e proseguire, come annunciato sistematicamente durante la campagna elettorale, con la sua azione di coordinamento, promozione dell’organizzazione e alla mobilitazione delle masse popolari sui territori.
Che la direzione delle forze suddette avrebbe cercato di “mettere il cappello” su Potere al Popolo lo sapevano tutti, fin dall’inizio. Ma non bisogna vedere solo i politicanti vecchi e nuovi. Bisogna vedere le centinaia e centinaia di compagne e compagni, militanti di circoli di base e sezioni del PRC e del PCI, che hanno la bandiera rossa nel cuore e che aspirano al comunismo, che cercano una via d’uscita dal marasma prodotto dal capitalismo e dalla borghesia, che vogliono rafforzare le lotte degli operai, del resto dei lavoratori, degli studenti, che non vogliano lasciare il campo libero a fascisti e razzisti, ecc. Anche questi compagni vogliono che Potere al Popolo prosegua la sua azione e non si ripeta una “Lista Tsipras 2.0”.
Per evitare di finire impantanati nelle macchinazioni di politicanti vecchi e nuovi bisogna mettere al centro la lotta di classe contro la borghesia (la vera artefice dell’attuale marasma). Lo sviluppo della lotta di classe nel nostro paese passa attraverso il mettere al centro la lotta contro le Larghe Intese che, qualsiasi sarà l’esito elettorale, trameranno per imporre il programma comune della borghesia di eliminazione dei diritti, smantellamento dei servizi, precarietà, chiusura aziende e delocalizzazioni, pignoramenti e sfratti, devastazione dell’ambiente e dei territori, razzismo e guerra agli immigrati, repressione per chi si oppone. Questo non dobbiamo mai perderlo di vista. Non dobbiamo mai perdere di vista il paese e la lotta in corso all’interno del paese contro le Larghe Intese. Le centinaia di mobilitazioni e assemblee che ci sono state in questa campagna elettorale dimostrano, confermano, che le masse popolari del nostro paese non sono rassegnate, corrotte, “caprone”, “irrecuperabili”, ecc. come i tromboni della sinistra borghese non si stancano mai di ripetere: al contrario confermano che quando un centro autorevole chiama alla lotta, le masse popolari del nostro paese si mobilitano!
Ora voi avete chiamato alla lotta. Vi siete assunti delle responsabilità. Avete detto che avreste continuato anche dopo il 4 marzo. La lotta di classe continuerà anche dopo il 4 marzo. La questione è se voi, come centro autorevole, proseguirete oppure, in reazione ai politicanti, vi comporterete di fatto alla stregua dei politicanti: finite le elezioni, tutti a casa.
“Il Parlamento è solo uno degli attori della lotta tra le bande ai vertici della Repubblica Pontificia. Se uno che fa un buon lavoro di massa è [eletto, ndr] in Parlamento, tanto meglio: avrà più mezzi per fare il buon lavoro. Ma il corso delle cose per forza di cose lo decideranno le masse popolari e quindi lo decideranno quelli che le mobilitano, organizzano e orientano. Non è il risultato nella composizione del Parlamento che conta (quanto più la crisi avanza, tanto minore diventa il ruolo che il Parlamento svolge persino nella guerra tra le bande dei vertici e anche nel decidere la condotta delle Autorità Pubbliche). Quello che più conta è la forza che suscitiamo a favore del movimento delle organizzazioni operaie e popolari (dei comitati di lotta nelle aziende, nelle scuole, negli ospedali, nei territori, ecc.) (…)
La questione decisiva [dopo le elezioni, ndr] sarà costruire un fronte anti-Larghe Intese che si batte per l’attuazione da subito e dal basso delle parti progressiste della Costituzione del 1948 (organizzando iniziative dirette di attuazione e sostenendo tutte quelle esperienze che già si muovono in questa direzione) e composto da quella parte del M5S che non vuol seguire la linea incarnata da Di Maio, da Potere al Popolo, dal PC Rizzo, dalla Lista del Popolo per la Costituzione, da quegli esponenti di Liberi e Uguali contrari all’‘inciucio con il PD’, da Sinistra Rivoluzionaria, da Attuare la Costituzione di Paolo Maddalena, dai sindaci ‘ribelli’ come De Magistris, dai sindacati alternativi e di base.
Questa è l’unica via positiva e costruttiva per contrastare nelle prossime settimane e mesi i tentativi delle Larghe Intese di alimentare la guerra contro gli immigrati e il clima di ‘tensione’ nel paese a favore di misure ancora più repressive, di allargare la partecipazione del nostro paese alle guerre di aggressioni imperialiste.
La costruzione di un fronte comune anti-Larghe Intese è un percorso realistico (è alla portata degli esponenti delle varie liste e degli aggregati che li hanno sostenuti), è un antidoto al disfattismo e alla sfiducia, è il modo per dare gambe per marciare ai programmi in nome dei quali le liste anti-Larghe Intese hanno chiesto il voto ed è un tassello del processo più articolato di costruzione di un governo di emergenza delle masse popolari organizzate che prenda in mano le redini del paese e attui le misure necessarie per iniziare a ricostruirlo” (Comunicato della Direzione Nazionale del P.CARC del 25.02.18).
Queste sono le questioni decisive all’ordine del giorno delle prossime settimane e dei prossimi mesi, compagni. Non perdete quindi di vista la situazione, non fatevi stordire dall’esito delle elezioni (qualsiasi esso sarà) e non attendete aprile o addirittura maggio per riunirvi a livello nazionale come Potere al Popolo per decidere come proseguire. Vedetevi subito dopo le elezioni, magari con un’assemblea nazionale all’ex OPG di Napoli che è stato il fulcro di Potere al Popolo, per tirare un bilancio di questa prima fase della lotta e decidere come avanzare nella battaglia contro le Larghe Intese. Fissate da subito questa data, non aspettate il voto: quando si lotta avere in mano l’iniziativa, non perdere tempo, non fornire vantaggio al nemico per riorganizzarsi, definire e condurre subito nuove operazioni quando una fase si è conclusa e se ne apre una successiva (concatenazione) è fondamentale! E non chiudete questa assemblea alle sole forze di Potere al Popolo: apritela a tutti coloro che, indipendentemente dalla lista che hanno sostenuto (o se hanno votato o meno), vogliono proseguire la lotta contro le Larghe Intese. Anche su questo, differenziatevi dai politicanti e dalle loro logiche dell’orticello. Noi saremo al vostro fianco e vi sosterremo, così come sosterremo tutti coloro che si incammineranno in questa direzione.
Osare sognare, osare lottare, osare vincere!
Costruiamo un fronte comune contro le Larghe-Intese!