[Lombardia] Indicazioni di voto del P.CARC in Lombardia (e provincia VCO del Piemonte)

Indicazioni di voto della Federazione Lombardia-Piemonte per le elezioni politiche e regionali

4 marzo: l’unico voto utile è quello che serve per avanzare verso il Governo di Blocco Popolare

Tra meno di una settimana si concluderà la campagna elettorale per le politiche e, in Lombardia, per le regionali.
La nostra Federazione è intervenuta portando la linea di approfittare del sommovimento della campagna elettorale per farne uno strumento di organizzazione, di lotta, di orientamento e di formazione per la classe operaia e le masse popolari perché costituiscano un nuovo ordinamento politico, il Governo di Blocco Popolare, l’unica reale alternativa immediata benché transitoria ai governi dei vertici della Repubblica Pontificia.

Nel concreto abbiamo:
– partecipato alle assemblee di Potere al Popolo;
– promosso nostre iniziative di confronto e dibattito, coinvolgendo organismi popolari, candidati e sostenitori di liste, su come usare la campagna elettorale;
– svolto incontri con alcuni esponenti di Potere al Popolo (l’area più legata al PRC e a Sinistra Anticapitalista), M5S (anche con alcuni fuoriusciti a causa delle contraddizioni emerse proprio in questa campagna elettorale, a dimostrazione di quanto il M5S non sia un blocco monolitico ma vi siano attivisti e anche compagni che sinceramente cercano la via per costruire il fronte anti-Larghe Intese in cui al centro vi sia il protagonismo delle masse popolari);
– partecipato a iniziative, mobilitazioni e manifestazioni promosse da diversi organismi operai e popolari, invitando a nostra volta a partecipare candidati ed esponenti di liste con cui siamo in contatto;
– abbiamo tentato di avviare un confronto con i compagni e le compagne del PC di Rizzo, ma la tendenza prevalente nel gruppo dirigente di quel partito a vederci come “concorrenza” non ha permesso alcun confronto, neppure a fronte della nostra disponibilità a contribuire alla raccolta delle firme necessarie per presentare la lista;
– infine abbiamo tentato di avviare un superiore confronto con quella parte della base di Liberi e Uguali che ha ancora la “bandiera rossa nel cuore”, senza riuscire ad andare oltre un livello di interlocuzione a distanza.

Al centro del nostro lavoro, tuttavia, vi è stata la ricerca di contatti e relazioni con le organizzazioni operaie e popolari che già esistono e che operano all’interno delle aziende pubbliche e delle aziende capitaliste, nella lotta per il diritto alla casa, nella lotta per la difesa della sanità pubblica. Sono le relazioni che abbiamo privilegiato perché, passate le elezioni, sono questi gli organismi che opereranno con continuità nell’affermazione degli interessi della classe operaia e delle masse popolari, sono queste le forze su cui basarsi per costruire la nuova governabilità dal basso della Regione e del paese. Il movimento politico in atto è infatti caratterizzato dal crescente distacco fra, da una parte, le istituzioni, le autorità, i partiti dei vertici della Repubblica Pontificia e i sindacati di regime e, dall’altra, le masse popolari. E’ un processo generale che in Lombardia ha alcune specifiche manifestazioni:

– i gravi incidenti sul lavoro alla Lamina di Milano e alla Ecosfera in provincia di Como (i più eclatanti, perché di incidenti mortali e di infortuni sul lavoro ce ne sono stati molti altri) hanno portato alla ribalta la completa inconsistenza della linea di affidarsi alle autorità e alle istituzioni;

– le mobilitazioni dei maestri e delle maestre, ampie e combattive, che in Lombardia hanno avuto un epicentro di rilievo nazionale, hanno messo in evidenza senza alcun filtro il “giochino” di autorità e istituzioni di fare leva sulle elezioni per “promettere soluzioni dopo il voto”, ma il giochino non ha funzionato perché migliaia di lavoratori si sono sottratti alle rassicurazioni e alle promesse e hanno invece intrapreso la strada della mobilitazione;

– la grande manifestazione antirazzista e antifascista del 10 febbraio, quando a Milano sono scese in piazza decine di migliaia di persone a seguito dei fatti di Macerata, è stata la più alta e chiara dimostrazione che le masse popolari di Milano (ma manifestazioni si sono svolte in molte città lombarde) si ribellano alla propaganda razzista, alla guerra fra poveri e alla guerra contro i poveri che proprio in Lombardia ha uno dei suoi massimi livelli di espressione (è “la patria” della Lega, il cui candidato alla Regione Fontana è arrivato a evocare la “difesa della razza” contro l’immigrazione e gli immigrati);

– la strage di Pioltello, ha fatto (ri)emergere l’attivismo dei comitati pendolari che, pur senza avere in genere alcuna visibilità, operano costantemente per il diritto alla mobilità, contro le speculazioni e lo smantellamento del servizio; ma anche i lavoratori di Trenord, sulla scorta di quell’incidente e di fronte alla necessità di organizzarsi contro il crescente degrado delle stazioni, hanno iniziato a riunirsi e a discutere delle forme e dei contenuti della loro organizzazione, al di la delle sigle sindacali;

– si sono sviluppate esperienze di coordinamento fra i comitati di lotta per la casa, mentre sono proseguiti picchetti antisfratto e riappropriazioni di alloggi; si sono riuniti in tutta la Regione i comitati per la sanità pubblica per reagire all’introduzione del gestore unico per le malattie croniche…

A fronte delle crescenti contraddizioni nello schieramento dei vertici della Repubblica Pontificia (citiamo come unico esempio la decisione di Maroni di non ricandidarsi alla presidenza della Lombardia), complessivamente il movimento delle organizzazioni operaie e popolari si è rafforzato. Questo rafforzamento è generalmente il frutto della superiore autonomia delle organizzazioni operaie e popolari dai partiti borghesi e dai sindacati di regime, ma a questo rafforzamento hanno contribuito in una certa misura anche alcuni candidati. Un ruolo positivo lo hanno avuto coloro che, benché influenzati da concezioni elettoraliste, hanno comunque usato la campagna elettorale per rafforzare il campo delle masse popolari.

Il P.CARC chiama a votare per le elezioni politiche quei candidati (e di conseguenza la lista, dato che per la legge vigente non è possibile esprimere il voto di preferenza) che danno maggiore affidabilità nel continuare quanto hanno iniziato prima della campagna elettorale e con la campagna elettorale: mettersi in prima persona, usare le loro forze, relazioni e risorse per

1. promuovere la moltiplicazione del numero di organizzazioni operaie e popolari,
2. favorire l’attività delle organizzazioni operaie e popolari come Nuove Autorità Pubbliche che indicano e applicano le misure sia pure parziali e precarie che è possibile mettere in opera a livello locale contro gli effetti della crisi,
3. sostenere l’opera delle organizzazioni operaie e popolari per coordinarsi in tutto il paese fino a costituire un proprio governo d’emergenza e farlo ingoiare ai vertici della Repubblica Pontificia.

Per questo, alle elezioni politiche diamo indicazione di votare per le liste di Potere al Popolo nei collegi di Milano e hinterland (Rho, San Donato, Sesto San Giovanni), Monza-Brianza, Brescia, Palazzolo sull’Oglio (BS), Bergamo, Romano (BG), Treviglio(BG), Verbania, Novara, Vercelli e Biella:

nei collegi di Milano, Sesto San Giovanni (MI), Monza Brianza in particolare indichiamo compagni e compagne come Luca Marchi (licenziato da IKEA per aver sostenuto le operaie dei punti ristoro esternalizzate, un compagno di straordinaria generosità, sempre presente nei presidi contro la repressione – ad esempio durante i processi di Stefania e Rosalba – e alle mobilitazioni operaie e popolari); Elisa Grumo (lavoratrice del commercio, sindacalista, una compagna capace di mettere al centro l’interesse della classe operaia e delle masse popolari sopra le tessere sindacali e di partito); Alessandra Barbanti (una educatrice, una compagna con la quale da anni lavoriamo per promuovere la mobilitazione per il diritto alla casa, è stata tra le promotrici della lotta delle educatrici dei nidi si Sesto San Giovanni contro la privatizzazione dei servizi per l’infanzia e per il rafforzamento del servizio pubblico); Massimiliano Murgo (ex operaio della Marcegaglia, un punto di riferimento per l’organizzazione dal basso degli operai e dei lavoratori indipendentemente dalla tessera sindacale);

nei collegi di Brescia e di Palazzolo sull’Oglio sono candidati (alla Camera) compagni come Taccioli Claudio (fondatore del Comitato Antisfratti Diritto alla Casa Brescia e attivista nelle lotte per il diritto alla casa), Corioni Giuseppe (attivista del Centro Sociale 28 Maggio, operaio in pensione, fondatore del Comitato Antisfratti Diritto alla Casa Brescia e attivo in varie lotte, a partire da quelle antifasciste), Anna Zinelli (lavoratrice in una cooperativa che si occupa di donne che hanno subito maltrattamenti e attivista di Non Una di Meno), Lamberto Lombardi (compagno del PCI con il quale si è sviluppato un importante confronto sull’unità dei comunisti e sul ruolo dei comunisti). Al senato indichiamo, sempre nelle liste di Potere al Popolo, Venia Giulia attiva promotrice delle lotte degli insegnanti;

nei collegi di Bergamo, Romano e Treviglio in particolare indichiamo Rosanna Canestrale (una lavoratrice della scuola impegnata nell’Unione Inquilini, attiva nelle lotte contro gli abusi in divisa); Cremaschi Michele (lavoratore precario e attivista di un comitato contro la speculazione edilizia a Bergamo); Ferrarese Cristina Anna (esponente e animatrice del comitato Torri di Zingonia); Maltempi Roberta (già coordinatrice della rete bergamasca del contro-G7, lavora come assistente sociale e nel portierato sociale presso le case popolari); Caprini Roberta (esponente delle Brigate di Solidarietà Attiva, impegnata nel sostegno dei migranti); Seghezzi Massimo (operaio e dirigente della CUB-FLMU alla Tenaris di Dalmine). Al Senato indichiamo Canto Davide (dirigente dell’Unione Inquilini, compagno molto attivo nel sostenere la resistenza agli sfratti e l’assistenza per le case popolari) e Consonni Lionella.

nel collegio di Verbania indichiamo Viviana Zanotti, compagna attiva nella solidarietà internazionale e ai migranti.

Per i collegi di Torino seguirà un comunicato della sezione cittadina.

Per quanto riguarda le regionali in Lombardia diamo indicazione per Massimo Gatti (Sinistra per la Lombardia) come Presidente. Il suo costante e generoso impegno in tutte le mobilitazioni, le lotte, le iniziative, le assemblee è un esempio per tutti coloro che vogliono avere un ruolo positivo nel rafforzamento della mobilitazione popolare.

Per quanto attiene alle liste:

– a Milano e Sesto San Giovanni indichiamo di votare per il M5S: abbiamo toccato con mano che il M5S non è il blocco monolitico che segue la linea di Di Maio che i giornali di regime descrivono, esiste invece una parte avanzata che ha legami con le masse popolari, con i comitati di lotta, con gli organismi operai e di lavoratori. Obiettivamente il M5S oggi è la maggior forza politica che, grazie all’intervento dei comunisti non accecati dalla propaganda della borghesia e che hanno una prospettiva che vada oltre l’avere qualche posticino nelle assemblee elettive per fare la sponda politica, può avere un ruolo positivo per il movimento delle masse popolari che lottano contro gli effetti della crisi;

– a Bergamo indichiamo di votare Liberi e Uguali, con preferenza per Giovanna Galli animatrice da anni del Comitato Tutela Ambiente e Territorio di Treviglio, sta conducendo battaglie a tutela dell’ambiente, tra cui contro la discarica di amianto della Vailata, che mettono al centro il protagonismo popolare.

– a Brescia indichiamo di votare per Sinistra per la Lombardia con preferenza per Marco Trementini, consigliere comunale di Bagnolo Mella (BS) con il quale è aperto un canale di dibattito e collaborazione sul territorio.

Per i territori in cui la Segreteria Federale Lombardia-Piemonte del P.CARC non è riuscita a esprimere una precisa indicazione di voto, chiamiamo compagni e compagne, operai e lavoratori avanzati a orientarsi con i criteri che abbiamo usato.

“Questa è l’indicazione di voto coerente con l’analisi del corso delle cose fatta sulla base della concezione comunista del mondo e con la linea generale che abbiamo indicato e seguiamo in questa campagna elettorale (leggi I comunisti e le elezioni): usare la campagna elettorale per promuovere la moltiplicazione, il rafforzamento e il coordinamento delle organizzazioni operaie e popolari, intervenendo a questo fine in tutte le liste e i candidati esterni alle Larghe Intese (Potere al Popolo, PC Rizzo, Lista del Popolo per la Costituzione, Sinistra Rivoluzionaria, M5S, Liberi e Uguali).

(…) Non importa se i candidati che indichiamo e di cui indichiamo la condotta promettente non saranno eletti perché la lista non sarà ammessa al Parlamento a causa degli sbarramenti del Rosatellum o per il ridotto numero di voti. Il corso futuro delle cose non si deciderà in Parlamento! Il Parlamento è solo uno degli attori della lotta tra le bande ai vertici della Repubblica Pontificia. Se uno che fa un buon lavoro di massa è in Parlamento, tanto meglio: avrà più mezzi per fare il buon lavoro. Ma il corso delle cose per forza di cose lo decideranno le masse popolari e quindi lo decideranno quelli che le mobilitano, organizzano e orientano. Non è il risultato nella composizione del Parlamento che conta (quanto più la crisi avanza, tanto minore diventa il ruolo che il Parlamento svolge persino nella guerra tra le bande dei vertici e anche nel decidere la condotta delle Autorità Pubbliche). Quello che più conta è la forza che suscitiamo a favore del movimento delle organizzazioni operaie e popolari” (dal Comunicato della Direzione Nazionale del P.CARC Elezioni politiche: riflessioni e criteri per il voto).

Osare sognare, osare lottare, osare vincere!
Avanziamo verso il Governo di Blocco Popolare!

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