Nella giornata del 18 febbraio si è tenuto a Napoli un corteo antifascista, popolato da centinaia di militanti di organizzazioni di lotta della città, contro il comizio organizzato da Casapound, con tanto di illustre presenza del candidato premier Simone Di Stefano, presso l’Hotel Ramada nel centro della città. La mobilitazione è stata repressa con violenza dalle forze dell’ordine che hanno portato avanti numerose cariche ai danni dei manifestanti, posto in stato di fermo almeno trenta persone, oltre 20 denunce, ed esibito una “prova di forza” contro chi era in piazza a difendere i valori antifascisti della Costituzione, secondo la quale personaggi come Di Stefano di Casapound o come Roberto Fiore, per i loro comizi non potrebbero avere luogo diverso in cui stare dalle patrie galere.
Quello che è successo a Napoli va guardato in concatenazione con quanto avvenuto a Macerata (dove è stato imposto dalla mobilitazione popolare un corteo antifascista contro il tentato omicidio per mano fascista di alcuni immigrati) e a Piacenza (dove alcuni militanti hanno picchiato un poliziotto che voleva aggredirli). È sbagliato leggere questi avvenimenti come slegati dalla situazione politica in corso nel nostro paese e al ruolo effettivo che i gruppi neofascisti ricoprono nello scenario più complessivo della lotta di classe attuale.
Deve essere chiaro come lo spauracchio del nuovo fascismo sia usato dai vertici della Repubblica Pontificia (i poteri forti che governano il nostro paese) e dai loro partiti delle Larghe Intese, in questa campagna elettorale, prima di tutto a creare condizioni favorevoli a imporre alle masse popolari un governo “responsabile” di larghe intese. Sulla scorta del “pericolo fascista” lanciato da giornali e televisioni, politicanti vecchi e nuovi (gli artefici dell’attuale situazione di degrado e miseria) inneggiano a più sicurezza, più controlli, meno libertà per i fascisti.
Chi ha per primo sdoganato i fascisti in ogni modo (alla Renzi, Gentiloni, D’Alema, Grasso, Boldrini) dando loro spazi, sedi, riconoscimenti pubblici e addirittura offerto la copertura mediatica ed elettorale, lancia l’allarme del pericolo fascista e al contempo reprime il movimento antifascista in ogni città. Il fatto che la volontà di militanti di tutta Italia di tenere il corteo a Macerata abbia piegato il volere del Ministro degli interni, di Questura e Prefettura è stata una sberla molto forte cui in qualche modo lo Stato e i suoi apparati repressivi devono rispondere. Questo è principalmente positivo e dimostra che la svolta reazionaria nel nostro paese non è poi così vicina come i giornali borghesi la paventano, che il movimento popolare antifascista, grazie alla Resistenza antifascista diretta dal vecchio PCI e al movimento comunista che sta rinascendo, è ben radicato tra i lavoratori e i giovani del nostro Paese. Sono i vertici della Repubblica Pontificia che promuovono direttamente e “democraticamente” la mobilitazione reazionaria (guerra tra poveri, razzismo, fascismo, guerre di aggressione imperialiste). Per adesso non hanno bisogno di affidarsi a esponenti apertamente fascisti o reazionari anche se danno loro spazi e permettono loro pestaggi, aggressioni e violenze di ogni tipo.
C’è solo un modo per sbarrare la strada alla mobilitazione reazionaria delle masse popolari promossa dai vertici della Repubblica Pontificia e togliere l’acqua in cui sguazzano gli scimmiottatori del fascismo e del nazismo: la mobilitazione rivoluzionaria delle masse popolari, diretta dal partito comunista, è il miglior antifascismo popolare e toglie ogni appiglio all’ipocrita antifascismo padronale. Più concretamente, vuol dire orientare e dirigere la mobilitazione popolare a eliminare le cause della guerra fra poveri e dell’attuale corso disastroso delle cose (il sistema capitalista e il suo ordinamento economico, politico e sociale), prendendo strade positive, agendo direttamente a fare fronte agli effetti più gravi della crisi. Ancora più in concreto, significa che devono essere le organizzazioni operaie e popolari a mobilitarsi per prendere direttamente in mano la questione del lavoro e della disoccupazione, quella dell’assegnazione delle case popolari, quella della pratica dei diritti e delle tutele che sono state conquistate nel 1945 e, a prezzo di dure lotte, sono diventate “per tutti”, quelle che i vertici della Repubblica Pontificia stanno eliminando e quelle, le stesse, che i gruppi e i partiti scimmiottatori del fascismo pretendono solo per alcuni (“prima gli italiani”), indicando alle masse popolari di accontentarsi di spartirsi la miseria.
Lottare per assegnare a ogni adulto (italiano e immigrato) un lavoro utile e dignitoso garantirgli, in cambio della sua scrupolosa esecuzione, le condizioni necessarie per una vita dignitosa e per la partecipazione alla gestione della società (nessun lavoratore deve essere licenziato, a ogni adulto un lavoro utile e dignitoso, nessun individuo deve essere emarginato), è l’unico modo per scongiurare la mobilitazione reazionaria.
La manifestazione del 10 febbraio a Macerata, quella del 18 a Napoli e tutte le mobilitazioni antifasciste di questi giorni devono mettere al centro il protagonismo delle masse popolari (a partire dalle organizzazioni operaie e popolari che già si organizzano e si mobilitano), di quella parte sana che deve prendere in mano le “emergenze” che la crisi impone e gestirle negli interessi delle masse popolari, nell’ottica della costruzione di un Governo d’Emergenza Popolare e tenendo conto che l’unica soluzione definitiva e su ampia scala della crisi generale del capitalismo è l’instaurazione del socialismo, un nuovo sistema di relazioni sociali corrispondente alle esigenze delle masse popolari, democratico (non perchè periodicamente le masse popolari sono chiamate a votare, ma perché fondato sulla loro organizzazione e sulla loro crescente partecipazione alla gestione della società), ecocompatibile, adeguato alle forze produttive materiali e intellettuali oggi esistenti, corrispondente ai sentimenti e alle concezioni più avanzate che l’umanità ha finora concepito.
Rilanciamo a seguire il comunicato steso dalla Rete Antifascista napoletana, che racconta i fatti del 18 febbraio. Con questo contributo vogliamo esprimere anche la solidarietà del Partito dei CARC a tutti i compagni fermati, arrestati e denunciati per via delle mobilitazioni antifasciste avvenute questo mese.
Buona lettura.
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Comunicato Stampa: NESSUNO SPAZIO PER IL FASCISMO A NAPOLI, NELLE CITTÀ E IN OGNI LUOGO!
Nella giornata di ieri un corteo antifascista che ha visto protagoniste centinaia di persone tra studenti e studentesse, lavoratori e lavoratrici, disoccupati/e e precari/e ha sfilato per la città. Volevamo ribadire il nostro NO e la nostra totale OPPOSIZIONE a ogni forma di razzismo, sessismo e fascismo mentre Simone Di Stefano e Casapound Italia tenevano un comizio presso l’hotel Ramada. Come accaduto precedentemente a Pavia, Piacenza, Bologna, Macerata, Roma e in tutto il paese, anche qui le forze dell’ordine hanno avallato l’espressione del fascismo, attaccando con la massima violenza chi era fino in quel momento in corteo. La Questura di Napoli ha di fatto bloccato l’intera città, chiudendo al pubblico l’intero Corso Galileo Ferraris con reti metalliche e idranti, congestionando il traffico pur di permettere l’iniziativa dei fascisti.
A pochi passi dell’Hotel Ramada, ci sono state delle pesanti cariche avvenute in una situazione di momentaneo stallo, che hanno portato al ferimento di una decina di persone (tra cui una persona con due dita rotte, una col naso rotto, e un’altra con 4 punti in testa) e al fermo di 23 persone, di cui la maggior parte giovanissimi (alcuni minorenni), bloccati, perquisiti faccia al muro e tradotti in questura. Come se non bastasse, allo spostamento del corteo presso la Questura per chiedere l’immediato rilascio dei compagni e delle compagne arrestate, sono seguite ulteriori cariche partite dall’accorrente reparto di carabinieri. Una gestione dell’ordine pubblico atta a reprimere duramente e con la forza con il via libera del Ministero dell’Interno, a seguito del clima nato dopo le ultime giornate di lotta, che reprime pesantemente gli antifascisti per garantire agibilità politica a razzisti e fascisti.
Condanniamo la violenza espressa dalle forze dell’ordine, sempre fieri di difendere l’affermazione di politiche repressive e razziste proprie di CasaPound, Forza Nuova, Lega, Fratelli d’Italia, PD e M5s. Fuori i fascisti da ogni luogo. Solidali e complici con i compagni e le compagne arrestate. Oggi pomeriggio diamo una risposta al clima di odio e repressione messo in atto dai fascisti e dai loro amici in divisa: convochiamo un’assemblea cittadina aperta a tutte e tutti per oggi pomeriggio alle ore 16 a palazzo Giusso.
Antifasciste e Antifascisti Napoletani