Nella Casa del Popolo G. Tanas si è svolto lo scorso 21 dicembre un importante dibattito sugli insegnamenti della Rivoluzione d’Ottobre e i compiti dei comunisti oggi, copromosso dalla Casa del Popolo, dalla Sezione del P.CARC e da Roberto Villani del PRC e del giornale “La Città Futura”. Hanno partecipato Rete dei Comunisti, Collettivo Militant e Patria Socialista, hanno aderito, ma non hanno partecipato, Partito Comunista, Partito Comunista Italiano e Clash City Workers.
L’iniziativa aveva come scopo principale il confronto tra le organizzazioni e i partiti comunisti, a fronte del settarismo, della concorrenza e a volte della contrapposizione che hanno caratterizzato il clima in cui si sono svolte nei mesi passati le iniziative di celebrazione del Centenario della rivoluzione d’Ottobre. In questo senso il dibattito ha segnato un’inversione di tendenza molto positiva: sono emersi non solo gli aspetti che uniscono i partecipanti, ma anche quelli che dividono e si è sviluppato un confronto franco e aperto. Se ciò che unisce è ben saldo il riconoscimento della rivoluzione socialista come soluzione alla crisi del capitalismo, il riconoscimento della scienza (marxismo-leninismo.-maoismo) e dell’uso della scienza (concezione del mondo e guida per l’azione) sono aspetti su cui le posizioni sono distanti.
Il contributo del P.CARC si è concentrato sui due principali insegnamenti che traiamo dall’esperienza della rivoluzione del 1917. Per prima cosa, il fatto che il Partito comunista può mettersi alla testa della classe operaia e del resto delle masse popolari solamente se ha assimilato, applica e sviluppa la concezione comunista del mondo; secondo, che la rivoluzione socialista (del passato e del futuro) ha la forma di una Guerra Popolare Rivoluzionaria di Lunga Durata diretta dal Partito comunista, non di una sommossa o di un’insurrezione che scoppia all’improvviso.
Se non traiamo e applichiamo i giusti insegnamenti dall’esperienza della Rivoluzione d’Ottobre, se non facciamo bilancio dell’esperienza dei primi paesi socialisti, se non teniamo di conto gli apporti dati alla scienza comunista da Marx, Lenin e Mao e soprattutto se non trattiamo la concezione comunista del mondo come una scienza vera e propria (la scienza con la quale gli uomini fanno la loro storia, un insieme di leggi che possono essere scoperte, studiate e utilizzate), allora siamo destinati a procedere a tentoni, senza un piano, a ripetere gli errori (sia limiti che vere e proprie deviazioni) che hanno portato all’esaurimento della prima ondata della rivoluzione proletaria e alla dissoluzione del PCI in Italia e, infine, al sicuro fallimento. È proprio da una parziale o errata interpretazione della concezione comunista del mondo che derivano tesi come quelle di chi dice che la classe operaia non esiste più, che la rivoluzione prima o poi scoppierà, che il socialismo in Italia non si può fare ora, che il movimento comunista è debole perché nessuno è riuscito a sintetizzare efficacemente principi e metodi validi della concezione comunista, e via dicendo: tutte tesi emerse durante la discussione anche a proposito dei compiti dei comunisti oggi, compito che noi indichiamo con la costruzione di un Governo di Blocco Popolare.
Il dibattito è andato a fondo su questi temi ed è stata un’esperienza importante che ha alimentato, ma di certo non esaurito, la discussione tra le varie organizzazioni comuniste, ha dimostrato che la Rivoluzione d’Ottobre è materia viva ancora oggi e ha rilanciato per nuovi momenti di confronto e approfondimento, da legare all’azione pratica da mettere in campo, approfittando anche del sommovimento dovuto alla campagna elettorale di questi mesi.
A seguito della pubblicazione di un commento dell’iniziativa da parte dell’Agenzia Stampa, il 9 gennaio il compagno Roberto Villani del PRC ha replicato con alcune osservazioni, ribadendo che secondo lui nessuno è finora riuscito a interpretare e applicare in modo corretto i principi del marxismo-leninismo. Al compagno abbiamo risposto pubblicamente (lo scambio è visibile sul nostro sito www.carc.it). Anche questo è stato un passo positivo nello sviluppo del dibattito franco e aperto fra le organizzazioni comuniste che non dobbiamo temere, ma che va, anzi, alimentato. Invitiamo compagni e compagne a mandarci i loro contributi scritti di risposta, critica o commento agli articoli presenti sul sito o sul giornale, perché il dibattito non è esaurito ed è vitale, nell’ottica della ricostruzione del movimento comunista cosciente e organizzato. Solo così l’unità dei comunisti cessa di essere una parola d’ordine declamata strumentalmente e diventa invece un processo concreto, a partire dal confronto politico su temi fondamentali come quelli trattati in occasione dell’iniziativa di Roma.