120° Anniversario della nascita di B. Brecht: Scienza, arte e lotta per il comunismo

L’arte e la cultura sono mezzi potenti, permettono di comunicare in maniera immediata e a un vasto pubblico concetti complessi, di far leva sui sentimenti e suscitare passione. Ma non esistono un’arte e una cultura in generale. Ogni forma di arte e cultura ha un’impronta di classe, afferma una concezione del mondo e fa gli interessi di una classe specifica. Da sempre le classi dominanti le utilizzano per raffigurare se stesse e imporre alle classi oppresse la propria visione del mondo, ma da sempre anche le classi rivoluzionarie se ne sono servite per comunicare le ragioni e gli obbiettivi della propria lotta, la nobiltà e la grandezza dei propri fini, la certezza della vittoria.
Anche il movimento comunista ha sviluppato nel corso della lotta contro la borghesia una sua cultura e una sua arte come mezzo per educare e formare le masse popolari alla concezione comunista del mondo, ispirare sentimenti rivoluzionari, comunicare in maniera immediata i motivi e la meta finale della lotta. E si è trattato di strumenti tanto più efficaci, quanto più il movimento comunista era ideologicamente indipendente dalla borghesia: quando il movimento comunista era forte e aveva conquistato le avanguardie del movimento operaio, contendeva alla borghesia il primato anche nel campo dell’arte e della cultura, facendone ambito di lotta per l’emancipazione dal capitalismo.
Dal movimento comunista, soprattutto a partire dalla vittoria della Rivoluzione d’Ottobre, furono quindi influenzati numerosi artisti e intellettuali e molti vi presero parte attivamente, mettendo le proprie capacità al servizio della rivoluzione socialista e della causa del comunismo. L’elenco sarebbe lungo e comunque parziale, ci soffermiamo qui su una figura esemplare: Bertolt Brecht (10 febbraio 1898- 14 agosto 1956).

Il contesto storico
Partiamo dal contesto storico perché eluderlo, concentrandosi magari sulle “doti individuali dell’artista”, porta fuori strada. Bertolt Brecht nasce in Germania (nella città di Augusta, in Baviera) e vive da giovanissimo gli orrori della Grande guerra prestando per alcuni mesi servizio in un ospedale da campo. Sono gli anni in cui in Russia trionfa la Rivoluzione d’Ottobre (1917) e comincia la guerra civile tra le armate bianche della controrivoluzione, sostenute da tutti i paesi imperialisti, e l’Armata Rossa, guidata dai bolscevichi. Brecht è autore teatrale e poeta quando gli echi della rivoluzione russa risuonano in tutta Europa, alimentati dal forte malcontento per le privazioni e l’ecatombe causate dalla guerra, e risuonano tanto più forte in Germania, dove alla sconfitta militare si accompagna la dissoluzione dell’Impero. Gli stessi bolscevichi si aspettano, a ragion veduta, che la rivoluzione socialista si affermi in Germania. Nel novembre del 1918, nella città di Kiel, i marinai della flotta tedesca si rifiutano di combattere e si ammutinano, la rivolta si diffonde rapidamente in tutto l’impero tedesco: si moltiplicano gli scioperi, le diserzioni, gli ammutinamenti, le insurrezioni armate, sorgono in tutto il paese consigli operai. In Baviera si forma per breve tempo la Repubblica dei consigli (1918-1919), esperienza cui lo stesso Brecht prende parte. Alla fine del 1918 viene fondato il Partito comunista tedesco (KDP), mentre gli esponenti del Partito socialdemocratico tedesco (SPD) assumono posizioni sempre più controrivoluzionarie, prendendo di fatto la guida della repressione. Tra il 4 e il 15 gennaio del 1919 a Berlino una manifestazione, convocata dal neonato Partito comunista contro la rimozione del capo comunista della polizia, si trasforma in un tentativo di insurrezione armata, represso nel sangue dal cancelliere socialdemocratico Friedrich Ebert con l’ausilio dei Freikorps, corpi paramilitari di destra. I dirigenti del KPD Karl Liebknecht e Rosa Luxemburg sono catturati, torturati e uccisi. La repressione si dispiega rapida e feroce in tutto il paese e sulle ceneri del movimento dei consigli viene fondata la Repubblica di Weimar a guida socialdemocratica. Negli anni successivi il KDP continua però a crescere, ottenendo anche buoni risultati elettorali. Ancora nel 1920 più di 50.000 lavoratori si uniscono in un’Armata Rossa e occupano militarmente la Rurh, la regione più ricca della Germania. L’insurrezione è nuovamente repressa nel sangue dai Freikorps. La borghesia fa fronte all’avanzata del movimento rivoluzionario con la mobilitazione reazionaria: nel 1920 avviene il putsch di Kapp, con la presa di Berlino da parte di un gruppo di Freikorps, e nello stesso anno viene fondato il Partito nazionalsocialista, che nel 1923 tenterà il putsch di Monaco. Lo scontro è duro e non solo in Germania: in tutto il mondo, su impulso della Rivoluzione d’Ottobre e della costruzione del socialismo in URSS, nascono partiti comunisti, il movimento comunista avanza su ogni fronte, la parte più avanzata e combattiva della classe operaia viene conquistata alla causa del comunismo e la borghesia, per far fronte al pericolo rosso, ricorre alla dittatura terroristica sulle masse popolari: l’imposizione dei regimi fascisti in Italia, Portogallo, Germania e Spagna, preludio alla Seconda guerra mondiale.

Con l’ascesa al governo del Partito nazista nel 1933 Brecht, già sul libro nero dei nazisti a causa delle sue opere, è costretto a una rapida fuga dal paese. Continuerà la sua produzione durante il lungo e duro esilio, prima in Francia, poi in Danimarca, fino ad attraversare la Russia per giungere negli USA. Accusato di essere un comunista nel contesto della caccia alle streghe che caratterizza gli USA della Guerra fredda, torna in Europa e nel 1948 si stabilisce nella Repubblica Democratica Tedesca, dove proseguirà la sua carriera artistica sino alla morte nel 1956.

L’opera

Della ricca, profonda e variegata opera di Brecht riportiamo qui solo tre poesie come esempio del contributo dell’arte al servizio dell’educazione e della formazione delle masse popolari alla lotta di classe.

Vieni fuori compagno – 1930

Vieni fuori, compagno! Rischia
il tuo soldo, che non é più un soldo,

il posto dove dormi, che ci piove,
e il posto di lavoro, che perderai domani!
Fuori, in strada! Combatti!

per aspettare, é troppo tardi!
Aiuta te, mentre ci aiuti: pratica
la solidarietà!
Sacrifica, compagno, quel che hai!
Tu non hai niente.
Vieni fuori, compagno, davanti ai fucili
e insisti per il tuo salario!
Se tu sai che non hai nulla da perdere
i loro agenti non hanno abbastanza
Fucili!
Fuori, in strada! Combatti!

Per aspettare, è troppo tardi!
Aiuta te, mentre ci aiuti: pratica
la solidarietà.

Lode dell’imparare – 1933

Impara quel che è più semplice!

Per quelli
il cui tempo è venuto
non è mai troppo tardi!

Impara l’a b c; non basta, ma
imparalo! E non ti venga a noia!

Comincia! devi sapere tutto, tu!

Tu devi prendere il potere.
Impara, uomo all’ospizio!
Impara, uomo in prigione!
Impara, donna in cucina!
Tu devi prendere il potere.
Frequenta la scuola, senzatetto!

Acquista il sapere, tu che hai freddo!

Affamato, afferra il libro: è un’arma.
Tu devi prendere il potere.
Non avere paura di chiedere, compagno!

Non lasciarti influenzare,
verifica tu stesso!
Quel che non sai tu stesso,
non lo saprai.
Controlla il conto
se tu che devi pagare.
Punta il dito su ogni voce,
chiedi: e questo, perché?
Tu devi prendere il potere.


Lode del comunismo
– 1933

E’ ragionevole, chiunque lo capisce: E’ facile.
Non sei uno sfruttatore, lo puoi intendere.
Va bene per te, informatene.
Gli idioti lo chiamano idiota e, i sudici, sudicio.
E’ contro il sudiciume e contro l’idiozia.
Gli sfruttatori lo chiamano delitto.
Ma noi sappiamo:

è la fine dei delitti.
Non è follia ma invece
fine della follia.
Non è il caos ma
l’ordine, invece.
E’ la semplicità
che è difficile a farsi.

Un aspetto in particolare è di straordinaria attualità rispetto ai compiti dei comunisti oggi: il legame fra la mobilitazione delle masse (Vieni fuori compagno) e la necessità di conquistarsi i mezzi intellettuali e culturali per diventare la nuova classe dirigente della società (Lode dell’imparare). È una “lezione” che attiene strettamente alle condizioni e al contenuto della rinascita del movimento comunista nei paesi imperialisti e in particolare nel nostro. Stante l’influenza della Chiesa cattolica e della Corte Pontificia, infatti, per i comunisti del nostro paese è ancora più indispensabile la lotta per affermare il ruolo della scienza (conoscenza, assimilazione e uso della concezione comunista del mondo) nella rivoluzione socialista e per concepirsi non solo come i principali promotori della lotta delle masse popolari, ma anche e soprattutto come scienziati della rivoluzione socialista.

 

1973, L’Opera da tre soldi – Regia di G. Strehler

 

La cultura proletaria di cui abbiamo bisogno
L’esaurirsi della prima ondata della rivoluzione proletaria, l’affermazione dei revisionisti moderni alla testa del movimento comunista e la loro successiva trasformazione in sinistra borghese hanno lasciato anche nel campo dell’arte e della cultura mano libera alla borghesia. Con il risultato che in questo campo imperversano individualismo, ribellismo antisociale, nichilismo, quando non veri e propri messaggi-spazzatura (consumismo, omologazione, obbedienza oppure piagnistei e sentimentalismo melenso) accompagnati da una visione metafisica del mondo, evasione o mistificazione della realtà.
La società borghese, tuttavia, genera le condizioni per la ribellione delle masse popolari. In campo politico ne sono dimostrazione i numerosi, variegati, ampi e capillari movimenti sociali e rivendicativi, in campo artistico e culturale i sempre più numerosi interpreti di questa mobilitazione.

Già oggi sono numerosi, anche nel nostro paese, gli artisti e i collettivi di artisti legati al movimento popolare, le iniziative culturali grandi e piccole realizzate dalle organizzazioni popolari e operaie (vedi l’articolo “Organizzarsi e coordinarsi in FCA…” a pag. 4). Per non rimanere nel campo della denuncia del cattivo presente, per mettersi fino in fondo al servizio delle masse popolari, gli artisti devono legarsi alla rinascita del movimento comunista, farsi interpreti della concezione comunista del mondo e portare, con le loro capacità e sensibilità, il messaggio di riscossa.
Il movimento comunista ha bisogno, per raggiungere le larghe masse, di tradurre la sua scienza in canzoni, disegni, dipinti, rappresentazioni, opere che prendano vita dalla spinta materiale della lotta di classe e alimentino con la spinta morale il protagonismo della classe operaia e delle masse popolari. Ogni artista disposto a mettere le proprie capacità al servizio della rivoluzione socialista troverà il senso della sua arte. Scienza, arte e lotta: è quello che ha reso grande il contributo di Bertold Brecht, è il motivo per cui la sua opera è ancora fonte di insegnamento, ispirazione ed esempio.

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