Trasmettiamo la lettera di un nostro lettore relativa alla morte di una operatrice socio-sanitaria a Nettuno (LT).
“Cari compagni dell’Agenzia Stampa Staffetta rossa,
vi segnalo una lettera diffusa dal Coordinamento Nazionale USB P.I. Sanità. Nella lettera si scrive al ministro Lorenzin in occasione dell’infortunio sul lavoro subito da una lavoratrice della sanità di Anzio, successivamente venuta a mancare: nella notte tra il 5 e il 6 Gennaio. Lo scritto è una testimonianza importante di quali siano le condizioni di sicurezza negli ospedali e nelle aziende oggi.
La crisi generale del sistema capitalista e la conseguente guerra di sterminio non dichiarata promosso dalla borghesia distrugge giorno dopo giorno la vita, la mente e il cuore delle masse popolari del nostro paese. L’unica arma per contrastare lo stato di cose presenti è fare come in tanti ospedali, della Campania o della Toscana, si sta già facendo: organizzare comitati di lavoratori e utenti che difendano il diritto alla salute costruendo dal basso un nuovo sistema sanitario.
Il ticket sociale, il controllo popolare delle condizioni di lavoro e dell’efficienza del servizio sanitario sono solo alcune delle pratiche di lotta che si sviluppano in tutto il paese. A tutti i lavoratori, a tutte le vittime del sistema sanitario nazionale, a tutti quelli che non si curano per motivi economici, deve essere via via più chiaro che solo loro possono costruire, organizzandosi e coordinandosi dal basso, un sistema sanitario nazionale utile e dignitoso. Ai lavoratori di quell’ospedale va la mia solidarietà di compagno e il mio incoraggiamento a prendere in mano il futuro della propria azienda, dei lavoratori, dei pazienti e di tutta la comunità che vi gira intorno riprendendosi la dignità di lavoratori e utenti del servizio sanitario organizzandosi all’interno dell’ospedale o del quartiere. Solidarietà alla lavoratrice!”
Giacomo F.
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Cara Ministra della Salute Beatrice Lorenzin,
chi Le scrive è un OSS, oltre che un Delegato sindacale dell’Unione Sindacale di Base.
Mi permetto di scriverle per farle presente che il 2 gennaio 2018, una nostra collega OSS degli Ospedali Riuniti di Anzio e Nettuno (che chiameremo Beatrice come Lei) è stata colpita da un’emorragia cerebrale mentre lavorava in corsia.
La Nostra Beatrice a differenza di lei non passeggia nei corridoi dei grandi palazzi (chiusi fino al 10 gennaio per pausa natalizia) ma corre in una corsia ospedaliera di Anzio, ed ha 66 anni, una patologia cardiaca, problemi di ipertensione.
La Nostra Beatrice stava effettuando “incredibilmente un doppio turno di lavoro” e dovrà lavorare ancora un anno (se riuscirà a salvarsi) per raggiungere il traguardo della pensione.
Beatrice, ogni giorno della sua vita lavorativa, collabora con gli infermieri nel suo reparto, anche loro dovranno lavorare in corsia fino ai 67 anni, ed insieme a loro si occupa del delicato compito della salute e del benessere dei pazienti.
Lei lo sa bene che In qualsiasi corsia ospedaliera si corre con turni sempre più disumani per sopperire alle carenze di personale. In sanità, da nord a sud del paese chi lavora nei presidi ospedalieri non ha mai un attimo di pausa e ciò è, senza dubbio ascrivibile ai continui e ripetuti tagli che, giorno dopo giorno, legislatura dopo legislatura (lei ne ha fatte 3) hanno reso anche la certezza del riposo una vera e propria lotteria.
Infatti, Beatrice come altri, spesso viene richiamata a casa per la mancanza di personale e lei , come gli altri è costretta a chinare la testa di fronte ad autisti che ti consegnano le lettere di ordini di servizio a casa.
Insomma Beatrice siamo tutti noi, pur lavorando in ospedali o reparti diversi, perché questa storia è simile ovunque, viste le situazioni logoranti e le condizioni di lavoro usuranti in cui versa tutto il sistema sanitario nazionale.
Beatrice secondo Brunetta però è una fannullona, grazie ad un’abile campagna mediatica che Voi avete orchestrato con stampa e TV, facendo passare i dipendenti pubblici come veri e propri parassiti di questo paese.
Beatrice, invece guadagna uno stipendio di circa 1250 euro al mese quando fa qualche domenica se c’è un bel festivo o salta qualche turno di riposo.
Ieri Beatrice faceva un doppio turno perché 7 ore non bastano più in sanità vista la carenza cronica di personale ed è crollata a terra colpita da un’emorragia celebrale ed in queste ore combatte tra la vita e la morte.
Noi, naturalmente, ci auguriamo che la Nostra Beatrice si riprenda presto ma riteniamo che non si possa e non si debbano tacere le responsabilità di una politica volta, non solo alla distruzione del servizio sanitario pubblico, ma anche che non salvaguardia, mediante i riposi dovuti e con l’aumento dei carichi di lavoro i propri lavoratori
La nostra Beatrice, come la sua omonima nella Divina Commedia, oltre alle mansioni previste, accompagna i vivi nel passaggio verso l’aldilà e anche lei, a volte, li prende per mano ancora vivi e li consegna al loro Dio; aiuta a far nascere i bambini; accudisce ed ascolta i bisogni degli anziani; conforta i parenti, cerca di far sorridere i bambini ricoverati perché lavorare in ospedale è anche questo servizio alla comunità.
Spesso di Beatrice, le stesse persone ricoverate, dicono che è un angelo ed in effetti le ali chi lavora in sanità le dovrebbe avere davvero, per volare da un letto all’altro, visti i rapporti numerici sproporzionati tra personale ed utenti.
Di Beatrice i pazienti dicono che dovrebbe guadagnare molto di più, ma come per i Vigili del fuoco od altri lavoratori al servizio delle Persone, la politica li chiama” eroi” solo durante i disastri mentre per il resto dei giorni chi governa li umilia in continuazioni, distruggendo i dititti dei Lavoratori e dei pazienti. .
Cara Ministra , ormai, nelle corsie siamo quasi tutti come Beatrice e l’età e le condizioni di lavoro sono insopportabili e, lavorare fino a 67 anni, sta diventando umanamente impossibile.
Naturalmente, Beatrice, come tutti i dipendenti pubblici non ha il contratto. da ben 9 anni e, quando lo rinnoverete, siamo consapevoli che poco importerà del benessere dei Lavoratori anzi, ancora una volta, sarà l’occasione per distruggere le nostre aspettative economiche, normative e le condizioni di lavoro.
Naturalmente ci piacerebbe essere smentiti da fatti positivi e concreti ma alle favole credevamo da piccoli.
Beatrice, se sopravviverà a questo infarto, riprenderà il suo lavoro per continuare a lavorare in questa moderna schiavitù fino alla pensione che, se tutto va bene vedrà dopo almeno 4 mesi dall’interruzione del rapporto di lavoro e la liquidazione la percepirà dopo, addirittura un anno.
Cara Ministra , ci scusi la franchezza, ma Lei si è resa perfettamente complice di questo sistema indecoroso e non vogliamo né medaglie al valore , nè ci servono le lacrime da coccodrillo poi (prima di lei già la sua collega Fornero né è portatrice) servono i fatti ed in assenza dei quali sicuramente i lavoratori pubblici sapranno organizzarsi per riprendersi la dignità che gli spetta.
Coordinamento Nazionale USB P.I. Sanità