[Internazionale] L’appello per la giustizia e per la pace nelle Filippine

Riceviamo ed inoltriamo questo appello internazionale per la giustizia e per la pace nelle Filippine, steso e diffuso dalla Coalizione Internazionale per i Diritti Umani nelle Filippine (http://www.humanrightsphilippines.net/campaigns/call-for-international-support-for-justice-and-peace-in-the-philippines/), coalizione che si batte contro la politica guerrafondaia dell’attuale presidente delle Filippine, Rodrigo Duterte, che a partire da maggio 2017 ha de facto imposto la legge marziale in tutto il paese e che attraverso la “guerra alla droga” in realtà cerca di colpire il movimento rivoluzionario (di cui fa parte il Fronte Democratico Nazionale delle Filippine, l’organismo più colpito dalla repressione) che fin dal 1968 lotta per costruire una società più dignitosa per tutti e avanzare verso il socialismo.

Invitiamo i nostri lettori, oltre a tutte quelle forze del nostro paese che si dichiarano comuniste, rivoluzionarie e anticapitaliste, tutte quelle forze che si battono ogni giorno contro il catastrofico corso delle cose in cui la borghesia imperialista ci sta trascinando e tutti quelli che perseguono la pace tra i popoli, a sottoscrivere e diffondere questo appello e a costruire iniziative in solidarietà con le masse popolari delle Filippine.

***

10 dicembre 2017

Appello internazionale per la Giustizia e la Pace nelle Filippine

In occasione della Giornata Internazionale dei Diritti dell’Uomo, dall’Europa vediamo con profonda preoccupazione il rapido deterioramento della situazione dei diritti umani nelle Filippine.

Le notizie e le immagini che arrivano dalle Filippine parlano di uccisioni brutali sponsorizzate dallo stato, della repressione delle Forze Armate delle Filippine, della Polizia Nazionale delle Filippine, di gruppi paramilitari e assassini in sella a motociclette contro civili disarmati, difensori dei diritti dell’uomo, della giustizia e dello sviluppo sociale e della pace – contro popolazioni indigene, contadini poveri e senza terra, poveri delle aree urbane, attivisti in difesa dell’ambiente, difensori dei diritti umani, giornalisti e guide religiose.

La scorsa settimana, il 3 dicembre, alcune unità dell’esercito e della marina delle Filippine hanno sparato e ucciso otto contadini e ne hanno ferito altri due nella città di Lake Sebu, nella provincia del South Cotabato nel sud delle Filippine. Le vittime erano parte di un gruppo di famiglie contadine indigene che rivendicano il loro diritto ancestrale contro la azienda DMCI (multinazionale che si occupa dello sfruttamento di suolo e sottosuolo – piantagioni, estrazione mineraria ndr), che li aveva espulsi per usare le loro terre per piantare caffè per Nestlé.

Lo stesso giorno, alcuni elementi della Polizia Nazionale delle Filippine hanno sparato e ucciso Lovelito Quiñones, un pastore del Kings Glory Ministry, nella città di Mansalay (Oriental Mindoro) nelle Filippine centrali. La polizia ha accusato il pastore Lovelito di essere membro del Nuovo Esercito del Popolo (NPA ndr). I testimoni affermano che il pastore era disarmato e che la polizia ha messo una pistola a fianco del cadavere della vittima.. Un test della paraffina sul cadavere della vittima ha infatti confermato che il pastore non ha mai sparato.

Due giorni dopo, il 5 dicembre, assassini sulle moto hanno sparato e ucciso Tito Paez, coordinatore provinciale dei Missionari Rurali delle Filippine. Poco prima, in quel giorno, Tito aveva cooperato per agevolare al rilascio del prigioniero politico Rommel Tucay.

Queste atrocità, combinate con l’assassinio quotidiano di presunti consumatori di droga e piccoli spacciatori dalle forze di polizia, ci descrivono un governo senza alcuna sensibilità per le libertà individuali, per i diritti e per la vita umana. La cosiddetta Guerra alla Droga del governo di Duterte, ha fatto finora più di 7000 vittime, soprattutto provenienti dalle aree urbane povere. Dopo tutto questo, però, il traffico illegale di droga è diffuso come sempre, ed è lo stesso Duterte ad ammetterlo.

Altro fenomeno della stessa linea: dallo scorso ottobre, 449 persone, incarcerate per motivi politici, languiscono in centri di detenzione del governo di Duterte. Sono tutti falsamente accusati di crimini comuni, il che consente al governo di negare che nel paese ci sono prigionieri politici. 30 di loro sono anziani, 117 soffrono di malattie croniche e 5 sono minorenni. Il vescovo Carlo Morales della Chiesa Indipendente delle Filippine è stato tenuto in carcere dal maggio 2017 con l’accusa falsa di possesso illegale di esplosivi.

Nelle zone rurali, alcune unità delle Forze Armate delle Filippine occupano periodicamente i villaggi e usano artiglieria e bombardamenti aerei su zone popolate. Sono aree dove la gente fa resistenza attiva contro i progetti di esplorazione ed estrazione mineraria, contro l’espansione dell’industria privata, la costruzione di villaggi turistici e varie altre forme di distruzione ambientale.

Da luglio 2016 a novembre 2017, il gruppo di attivisti per i diritti umani KARAPATAN ha registrato circa 356000 casi di sparatorie e bombardamenti indiscriminati a comunità, 39600 casi di occupazione militare di luoghi pubblici e più di 426000 persone costrette a lasciare i loro villaggi a seguito di operazioni militari. Solo il 26 novembre 2017, 12 comunità indigene in Surigao del Sur, composte da circa 244 famiglie, sono state costrette a lasciare i loro villaggi sotto ordine militare. A peggiorare le cose, il 1 dicembre, l’esercito ha negato l’accesso all’area evacuata ai gruppi di aiuto umanitario.

Non staremo fermi a guardare questo disastro umanitario che si dispiega nelle Filippine. Rispondiamo all’appello del popolo filippino a difendere i loro basilari diritti democratici e umani e ci uniamo nella condanna al crescente carattere fascista del governo di Duterte. Uniti e compatti, giuriamo di rafforzare la nostra solidarietà con il popolo filippino nella sua prolungata lotta per una democrazia vera, per lo sviluppo sociale ed economico, per la liberazione nazionale.

In occasione della Giornata Internazionale dei Diritti dell’Uomo del 10 dicembre, noi ci riuniamo come Rete Europea per la Giustizia e per la Pace nelle Filippine, e ci dedichiamo a:

  • Elevare la conoscenza da parte nostra e di altri in Europa sulla situazione nelle Filippine
  • Organizzare e partecipare ad attività in supporto dei diritti e delle aspirazioni democratiche del popolo filippino
  • Condannare la crescita di assassini, la repressione e altre violazioni dei diritti umani nelle Filippine
  • Interrompere il supporto da parte dei governi europei e dell’Unione Europea al il regime repressivo di Duterte

Coalizione Internazionale per i Diritti Umani nelle Filippine

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