Solidarietà con i lavoratori licenziati di IKEA!
Negli ultimi giorni, a Roma, Milano e Bari la multinazionale svedese IKEA ha licenziato tre dipendenti con motivazioni insensate e inaccettabili. Ha licenziato Marica, perché non poteva iniziare il suo turno alle 7.00 di mattina in quanto madre separata di due figli di cui uno disabile. Ha licenziato Filippo, cardiopatico di 54 anni, perché dopo 18 anni in IKEA ha inviato con ritardo un paio di certificati di malattia. Ha licenziato Claudio, perché la sua pausa è durata 5 minuti in più.
Colpirne uno per educarne cento. Questa è la strategia che padroni, capi e capetti senza scrupoli mettono da sempre in atto per seminare terrore e garantirsi l’asservimento dei lavoratori. Questa è la motivazione reale dei licenziamenti di Ikea, questo è il piano spietato che ha escogitato, il regalo di Natale che ha confezionato per i suoi dipendenti. Nel caso di Roma in particolare, il licenziamento di Claudio, iscritto al sindacato di base CUB, è la lezione che ha voluto impartire ai dipendenti del punto vendita che in passato si erano mobilitati e avevano lottato contro l’arroganza padronale di Ikea.
MA NON SONO I PADRONI AD ESSERE FORTI! SONO LA CLASSE OPERAIA E LE MASSE POPOLARI CHE ANCORA NON HANNO FATTO VALERE LA PROPRIA FORZA!
I licenziamenti criminali di IKEA sono l’ennesima dimostrazione della debolezza dei padroni, dimostrano che i capitalisti e i governi loro asserviti non hanno altra soluzione per tentare di sopravvivere alla crisi del loro sistema che non sia quella di fare la guerra ai lavoratori e alle masse popolari, in nome dell’accumulazione del profitto.
Organizzarsi per rispondere e prevenire gli attacchi del padrone è l’unico modo sicuro per mantenere il posto di lavoro, anche se precario. La mobilitazione e l’organizzazione dei lavoratori è il peggiore incubo di ogni padrone, perché nella lotta contro la classe operaia organizzata sa bene di non poter vincere!
Per questo approfitta dell’attuale debolezza e disorganizzazione dei lavoratori per reprimere e prevenire ogni protesta, sciopero e/o rivendicazione.
Ma i lavoratori non devono cadere nella trappola dei padroni!
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Bisogna promuovere in ogni azienda Organizzazioni Operaie che trasversalmente alle sigle sindacali e promosse dagli stessi lavoratori prendano in mano la situazione in azienda e svolgano un ruolo analogo a quello che fu dei Consigli di Fabbrica nel nostro paese negli anni ’70 (prima che i limiti dei loro promotori e l’opportunismo dei sindacati di regime non li trasformassero in un apparato burocratico). Per difendere i posti di lavoro esistenti e crearne di nuovi, la classe operaia deve prendere la testa della mobilitazione popolare, porsi come nuova autorità di governo del paese a partire dal governare la propria azienda imponendo al padrone con la lotta e l’organizzazione le proprie regole!
Costituire in ogni azienda organizzazioni operaie e in ogni azienda pubblica organizzazioni popolari che lottano per un Governo di Blocco Popolare!
Sezione di Roma del P. CARC