[Italia] L’11 novembre di Partito Comunista e Fronte della Gioventù Comunista e l’unità dei comunisti

La manifestazione dell’11 novembre dal nome “E’ la tua rivoluzione” organizzata a Roma da Partito Comunista e dal Fronte della Gioventù Comunista per celebrare il centenario della rivoluzione d’Ottobre ha contribuito a rinfocolare l’animo di riscossa tra le decine di migliaia di compagni che nel nostro paese aspirano alla rinascita del movimento comunista. Ciò è valso in particolare per quanti tra questi militano o comunque gravitano nell’orbita di PC e FGC che erano la grande maggioranza dei presenti  alla manifestazione.

La riuscita della manifestazione è un dato molto significativo a fronte della forte corrente anti-comunista promossa dalla classe dominante che al tempo stesso però non può in una certa misura nascondere la Rivoluzione d’Ottobre e la sua portata storica. Il fatto che sabato 11 novembre più di un migliaio di persone giunte da tutta Italia abbiano partecipato ad una celebrazione del centenario della rivoluzione d’Ottobre che pur in maniera identitaria rivendicava l’attualità del socialismo, dimostra che per quanto fango la classe dominante può depositare sulla storia del movimento comunista, sono moltissimi i compagni che continuano a trarre ispirazione dall’Ottobre per la loro azione politica di oggi.

In secondo luogo la grande partecipazione di giovani e giovanissimi incoraggia noi comunisti della carovana del (nuovo)PCI a impegnarci maggiormente nella propaganda del socialismo a essi rivolta. Essi cercano vie d’uscite dal pantano e sono disponibili e interessati a partecipare alla lotta per il socialismo nel nostro paese nonostante la debolezza del movimento comunista, nonostante la potente opera d’intossicazione dei cuori e delle menti che la borghesia conduce contro di essi in maniera particolare, nonostante il feroce attacco alle conquiste di benessere e civiltà faccia di loro la carne da macello prediletta della borghesia e del clero del nostro paese. Ed è per questo che giovani e giovanissimi scesi in piazza l’11 novembre per celebrare la rivoluzione d’Ottobre sono anche un’efficace risposta pratica ai disfattisti che oggi prendono spunto da queste condizioni per pontificare sul trapasso del capitalismo in un nuovo modo di produzione, di inservibilità degli insegnamenti della prima ondata della rivoluzione proletaria e inattualità della rivoluzione socialista.

Ma la manifestazione dell’11 novembre è stata anche un’efficace risposta pratica agli attendisti, ai quali la manifestazione dell’11 novembre insegna in che quantità e qualità esistano già oggi nel nostro paese aspiranti comunisti che vogliono lottare per fare la rivoluzione socialista nel nostro paese, spinti in questa direzione dalla situazione rivoluzionaria in sviluppo determinata dalla crisi generale del capitalismo. Sta ai comunisti organizzati in partito unirsi su una concezione del mondo, darsi una strategia e un piano d’azione che valorizzi questa aspirazione attraverso un piano d’azione per costruire la rivoluzione socialista in Italia oppure disperdere queste energie nel tentativo di rientrare nelle assemblee elettive o di alimentare le lotte economiche spontanee delle masse popolari.

Nei giorni seguenti alla manifestazione, il 13 novembre, PC ha esposto in un comunicato pubblico la propria volontà di avviare un confronto con gli altri partiti, organizzazioni e gruppi comunisti sul tema dell’unità dei comunisti. E’ il  rinnovo di un proposito che PC aveva già reso noto con un comunicato del 22 febbraio a cui il Partito dei CARC  rispose nell’immediato, dando la propria disponibilità ad avviare un confronto sull’unità dei comunisti (qui il link all’articolo di Resistenza n.3 di marzo 2017 che contiene quella risposta: http://www.carc.it/2017/03/05/lunita-dei-comunisti-secondo-il-pc-di-rizzo/ ). Questa risposta è stata preceduta e succeduta da altre prese di posizione del P.CARC  che sollecitavano l’avvio di un dibattito franco e aperto con gli organi dirigenti di PC sulle questioni di fondo dell’unità dei comunisti.

Ribadiamo la nostra disponibilità oggi, a pochi giorni di distanza dalla manifestazione nazionale indetta da PC e FGC e a cui il P.CARC ha partecipato con l’invio di una delegazione di compagni che ha portato un messaggio di saluto ai partecipanti e ha avuto modo di discutere e fraternizzare con alcuni di essi.

Come abbiamo già detto in altre occasioni siamo favorevoli all’avvio di un confronto con PC sull’unità dei comunisti. Su molti dei 10 punti che il PC presenta come irrinunciabili per l’unità dei comunisti, noi siamo grossomodo d’accordo. Con alcune precisazioni. Quei 10 punti attengono prevalentemente ad aspetti di tattica (un esempio per tutti: che visione strategica sottende il rifiuto di allearsi con il PD? Il PD è un elemento passeggero e le alleanze elettorali sono una questione tattica…). Inoltre i 10 punti indicati dal PC sono prima di tutto un modo per distinguere dalla sinistra borghese quelli che il PC definisce e ritiene comunisti, una distinzione basata solo sul rapporto con e verso i partiti borghesi o con e verso i sindacati di regime. Manca del tutto un chiaro riferimento al ruolo delle masse popolari (in particolare alla classe operaia) e alla relazione fra comunisti e masse popolari.

Confrontarsi sulla concezione e sulla strategia per noi significa confrontarsi:

– sull’analisi della crisi generale del capitalismo in corso, sulle sue basi oggettive e sui presupposti del socialismo (questo attiene all’unità rispetto alla concezione marxista del mondo): è crisi per sovrapproduzione assoluta di capitale? Cosa significa? Cosa comporta?

– sul regime politico dei paesi imperialisti, il regime politico della controrivoluzione preventiva;

– sul bilancio della prima ondata della rivoluzione proletaria mondiale, sull’esperienza dei primi paesi socialisti (cosa dimostrano e cosa insegnano) e sui motivi del loro declino (non si può riassumere con “il tradimento” di qualcuno, il tradimento non è una categoria scientifica, non tratta, omette e squalifica a questione morale la lotta di classe che nel socialismo continua a esistere, non ne individua i contenuti e le forma, è metafisica);

– sulla strategia per la rivoluzione socialista (la rivoluzione scoppia? O la rivoluzione si costruisce? Da quando? Come? Con quali forze e in quali condizioni? Chi la costruisce?).

E’ solo su queste basi che può svilupparsi un dibattito franco e aperto tra i partiti, le organizzazioni, i gruppi comunisti esistenti nel nostro paese che ponga basi concrete per l’unità dei comunisti. Un dibattito che sia costruttivo di un rapporto di politica da fronte che crei le condizioni dell’unità dei comunisti (che è anzitutto unità sul piano della concezione del mondo e della strategia) e che non sia orientato al ribasso, cioè limitato all’unità d’azione per provare ad avere i numeri per rientrare in Parlamento o per organizzare manifestazioni.

 

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