Giriamo il volantino nazionale rivolto ai giovani studenti delle masse popolari in diffusione davanti alle scuole del paese.
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Il sistematico smantellamento del diritto allo studio che va avanti da decenni ha comportato che tra il 2008 e il 2011 sono stati tagliati 9 miliardi di euro ai bilanci di scuola e università; in dieci anni le tasse universitarie sono cresciute del 61% (474 euro in più a testa sul valore medio) e meno del 10% degli iscritti all’università riceve una borsa di studio, situazione ulteriormente aggravata dalla recente riforma dei parametri ISEE e dall’imposizione del pagamento dell’IVA previsto nella legge di bilancio 2017 del Governo Renzi-Gentiloni. Con questa manovra le aziende regionali per il diritto allo studio saranno obbligate al pagamento dell’IVA sui tutti i servizi erogati (borse di studio, mense, alloggi, ecc.) ciò, solo in Toscana, comporterà una spesa di circa 3 milioni di euro all’anno per l’ARDSU. Tutto questo non è il frutto della “cattiveria” o dell’ “incompetenza” di chi ci governa, è la conseguenza della crisi del sistema capitalista: della seconda crisi generale per sovrapproduzione assoluta di capitale, iniziata a metà degli anni ‘70 ed entrata nella sua fase acuta e terminale a partire dal 2008. La classe dominante per fare fronte a questa crisi, e preservare i propri profitti, deve smantellare i diritti e le conquiste che le masse popolari hanno ottenuto con le lotte del secolo scorso, come l’accesso allo studio e alla cultura, “attività specificamente umane” da sempre preservata ai ricchi e al clero. Queste conquiste sono state il frutto dell’ondata sollevata dalla Rivoluzione d’Ottobre di cui quest’anno ricorre il Centenario. Ebbene, è stato proprio l’esaurimento di quell’ondata, e il crollo dei primi paesi socialisti, che ha reso possibile la cancellazione di quei diritti e di quelle conquiste. Oggi per gran parte dei giovani delle masse popolari non c’è nessuna prospettiva dopo la fine del percorso di studi, nessuna certezza, nessuna possibilità di costruirsi un futuro. I giovani sono condannati a imparare un mestiere per fare poi i disoccupati o i lavoratori precari, per emigrare, per servire agli ordini della borghesia e del clero in lavori gran parte dei quali non sono né utili né dignitosi, ma servono principalmente ad arricchire i ricchi, ad impoverire altri lavoratori e a opprimere la massa della popolazione. La Rivoluzione d’Ottobre non è “roba d’altri tempi” perché se è vero che oggi il mondo è molto diverso da quello di cento anni fa è altrettanto vero che sono ancora i padroni che comandano, che dirigono la società e quindi anche la nostra vita, perché le aziende, le banche, le autostrade, le reti telefoniche, le ferrovie, ecc. sono dei capitalisti e funzionano se e quando i capitalisti ne ricavano profitti, perché viviamo ancora in un ordinamento sociale borghese: questo non è cambiato. Ed è questo che ci sta mandando in rovina. La Rivoluzione d’Ottobre ci riguarda, riguarda i giovani più che altri, ed è da lì che si deve ripartire per mettere in atto l’unica soluzione strategica al marasma che ci circonda: il socialismo. Uno dei più importanti insegnamenti che ricaviamo da quell’evento è che la rivoluzione non scoppia ma si costruisce a partire dalle condizioni concrete di ogni paese. Oggi il modo migliore per avanzare nella rivoluzione socialista, nel nostro Paese, è quello di costruire una rete di organizzazioni operaie e popolari, nelle aziende capitaliste e pubbliche, nelle scuole, università e case dello studente, che inizino a fare fronte alle loro esigenze, a trovare le loro soluzioni mettendo in pratica tutto ciò che è legittimo anche se illegale fino a rendere ingovernabile il paese alle autorità costituite e a imporre un governo su scala nazionale. Il Governo di Blocco Popolare che sia espressione delle organizzazioni operaie e popolari e che sia disposto a far valere la forza delle masse popolari organizzate, per rompere con i dicktat e le imposizioni dell’UE e della Comunità Internazionale. Un governo che alimenti la mobilitazione rivoluzionaria delle masse popolari e che sia un’efficace soluzione alla “guerra tra poveri” promossa dalla classe dominante. Questa prospettiva è lo sbocco unitario e positivo delle mille mobilitazioni che già oggi attraversano, sparse, il Paese è la soluzione più efficace per mettere mano allo stato di emergenza oggi vigente e la via più fattibile per promuovere la rinascita del movimento comunista e l’instaurazione del socialismo.
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Per fare fronte ai problemi e ai disagi della tua residenza universitaria, università e scuola è necessario alimentare il protagonismo e la partecipazione degli studenti:
– promuovendo e costruendo organismi che si occupino delle problematiche (ad esempio Comitati di Gestione; Assemblee di Gestione, Collettivi di Residenza, ecc.) che si riuniscano sistematicamente per confrontarsi sulle iniziative da mettere in campo (questionari, assemblee, ecc.); sulle problematiche e soluzioni (autogestioni, scioperi, blocchi, petizioni, ecc.). Questo è il primo passo per alimentare il protagonismo di tutti gli studenti senza delegare a nessuno (gestori, direttori o quant’altro!)
– promuovendo e costruendo organismi che escano cioè che oltre a occuparsi delle problematiche interne alla residenza, si coordinino con altre organizzazioni di studenti (bando a settarismo e concorrenza!) e con i lavoratori (delle residenze, delle università, delle aziende pubbliche e capitaliste), un coordinamento di forze deciso a difendere i propri interessi e a sostenersi e vicenda.
Questo i passi per sviluppare il protagonismo degli studenti nella direzione di costruire un fronte unico di resistenza agli effetti peggiori della crisi, e di riscossa per costruire l’unica soluzione coerente con i nostri interessi: il Governo di Blocco Popolare!
Il Partito dei CARC sostiene chiunque è deciso a imparare a organizzare, mobilitare e a conoscere le leggi oggettive della nostra società, la storia del movimento comunista e l’analisi sull’odierno “che fare”!