Il presidio in solidarietà alla Repubblica Popolare Democratica di Corea (RPDC), previsto per la serata di venerdì proprio “nel cuore della città” in piazza Prampolini ha contribuito (e contribuisce) a segnare una chiara linea di demarcazione tra chi mette al centro la solidarietà di classe e chi invece decide di parteggiare per chi questo mondo lo sta distruggendo, scegliendo di sostenere la mobilitazione reazionaria delle masse popolari e soffiando sulla tendenza alla guerra: rispondere all’articolo “La sinistra in piazza pro Corea del Nord” edito da La voce di Reggio Emilia il 2 novembre e rilanciato sul web da Reggio Report ci permette di approfondire questa demarcazione e di mettere ordine alla confusione e un freno alle strumentalizzazioni.
Partiamo da un punto fermo, che è analisi ma anche orientamento: il capitalismo, dal 2008, è entrato nella sua fase terminale e la Borghesia imperialista non è in grado di proporre soluzioni positive al corso catastrofico delle cose anzi, ogni qual volta agisce, peggiora la situazione, generando ovunque distruzione e miseria e promozione della tendenza alla guerra. Questa è una crisi che è nata sì in campo economico ma è trapassata in campo politico, ambientale, morale, sociale e quindi necessita di una soluzione politica: l’unica via per garantire un futuro all’umanità è costruire il socialismo, avanzando nella rinascita del movimento comunista internazionale. Ma la guerra non scoppierà (nessun fenomeno “scoppia”), perché è già in corso in diversi modi da molti anni: guerra commerciale, guerra delle valute, guerra finanziaria, guerra combattuta per interposta persona nei quattro angoli del mondo. La guerra è lo sbocco inevitabile del capitalismo in crisi.
In questo preciso quadro quindi, gli attacchi che gli imperialisti USA e sionisti su tutti, e i governi ad essi legati, muovono ai paesi che non chinano la testa rientra nel tentativo di “soffocare il bambino nella culla”, ovvero tagliare le gambe al rinascente movimento comunista internazionale, incubo della borghesia perché giusto 100 anni fa la classe operaia in Russia, guidata dal suo Partito Comunista, ha costruito il primo stato dove a comandare erano gli operai, i contadini e il resto delle masse popolari dimostrando che il capitalismo non solo può essere superato ma deve esserlo! Ed ecco il cuore della questione: la solidarietà di classe travalica bandiere, confini e sigle e risulta essere contemporaneamente uno scudo contro la propaganda di guerra e di regime e una spada in mano alle classi oppresse che identificano nel capitalismo e la sua classe dominante il nemico da combattere e vincere. Questo è un principio universale che vale sia a livello internazionale che particolare.
Infatti, la solidarietà ai popoli in lotta contro l’imperialismo per noi comunisti italiani deve significare per prima cosa la costruzione della rivoluzione in corso nel nostro Paese, un paese imperialista, cosa che contribuirà a rendere più facile la rottura delle catene ai popoli oppressi (come fu la nascita dell’URSS per i popoli sotto il colonialismo). Oggi lottiamo contro la borghesia imperialista italiana e la sua Repubblica Pontifica asservita all’imperialismo USA, cosa dimostrata dal ministro degli Esteri Alfano, che ha interrotto il processo per l’accreditamento dell’Ambasciatore della Repubblica Popolare Democratica di Corea: quello che decidono gli imperialisti USA e sionisti, per i nostri governi, è legge che vale più della Costituzione. Altro che sovranità nazionale! Altro che articolo 11 della Costituzione, violata costantemente anche dopo la vittoria del NO del referendum del 4 dicembre! Noi esprimiamo la nostra solidarietà a tutto il popolo coreano in lotta per affermare i suoi diritti sovrani. Questo governo Renzi – Gentiloni, nemico della classe operaia e del resto delle masse popolari del nostro paese, è nemico anche delle nazioni che fanno fronte all’imperialismo, che non cedono alle sue minacce e costruiscono il socialismo. Il movimento comunista sta rinascendo in Italia e nel mondo e il livore dei Trump, degli Alfano e della Comunità Internazionale degli Stati imperialisti contro gli Stati che avanzano verso il socialismo e lo costruiscono lo conferma: impariamo a riconoscere che quando il nemico di classe dichiara che il comunismo è morto questo significa che il movimento comunista sta rinascendo. Impariamo anche e soprattutto a riconoscere l’opera già in corso per la vittoria la rivoluzione socialista nel nostro paese.
L’articolo ci permette di fare chiarezza anche sul piano della storia della lotta di classe del nostro paese dove la solidarietà di classe è arma formidabile nelle mani del proletariato (qui e in tutto il mondo) oltre ad essere un criterio fondamentale per orientarsi tra le nebbie promosse dalla borghesia. Chiunque non “si perde” in questo lavoro viene denigrato e le proprie posizioni strumentalizzate, arrivando a sviluppare propaganda che identifica con “terrorismo” tutto ciò che lede gli interessi della classe dominante. Emblematico, nell’articolo in questione, il diretto riferimento alle Brigate Rosse e la “vicinanza con esse”, chiaro tentativo di fare terra bruciata intorno a chiunque mette al centro la solidarietà di classe e si organizza per tradurla effettivamente: la lotta armata che le Brigate Rosse e le altre Organizzazioni Comuniste Combattenti hanno condotto in Italia negli anni ’70 è stata una specifica e precisa forma di lotta che ha caratterizzato la lotta di classe e il movimento rivoluzionario del nostro paese e di cui oggi non vi sono manifestazioni che non siano i rivoluzionari prigionieri, alcuni in carcere da decenni (invitiamo ad inviare loro una cartolina in solidarietà, contattaci!). L’esperienza delle Brigate Rosse e delle altre Organizzazioni Comuniste Combattenti fa parte della storia della lotta di classe, fa parte del movimento rivoluzionario: dissociarsi dalla storia anziché imparare dagli errori e usare gli insegnamenti per la rinascita del movimento comunista cosciente e organizzato è un classico atteggiamento da disfattisti. Noi non ci dissociamo. Se non si è pentito il proletariato, se il proletariato e le masse popolari non devono pentirsi, chi vuole avere un ruolo positivo nella loro mobilitazione non può pretendere e auspicare il contrario: chi lo fa, cosciente o meno, alimenta l’intossicazione che fa comodo solo a chi ci vuole sfruttare ed equivale a pretendere che si fossero pentiti i partigiani, i gappisti, i sappisti (anche loro sono stati dei “terroristi”? Se seguiamo la logica della borghesia e dei suoi servi, sì). Noi alziamo una bandiera che ha attraversato secoli e storie, situazioni e condizioni, che è stata alzata a sua volta da donne e uomini che non hanno nulla di cui pentirsi, nulla da cui dissociarsi: è la storia del movimento comunista e della rivoluzione socialista.
Nel centenario della gloriosa Rivoluzione d’Ottobre (su i suoi insegnamenti e oltre invitiamo a leggere il Comunicato CC 12/2017 del nuovo PCI) si susseguono le denigrazioni e la borghesia non può esimersi dal farlo in quanto quest’esperienza è stata l’aurora della nuova umanità, una luce che ha spazzato via l’oscurantismo che questa classe sfruttatrice aveva gettato (e getta) sulle classe oppresse. Oggi, una nuova aurora sta sorgendo e il movimento comunista internazionale rinvigorisce: ecco quindi la ragione profonda dell’attacco a paesi come la RPDC perché embrioni ed esempi del futuro che sta arrivando. Costruiamolo questo futuro anche nel nostro paese, la rivoluzione socialista si costruisce!
I consiglieri che “si strappano le vesti” per questo presidio e a quelli che propongono e votano mozioni denigratorie sul Venezuela Bolivariano guarda caso, sono gli stessi che o di “diritto o di rovescio” alimentano la guerra fra poveri in città e, sentendo venire sempre meno sotto i propri piedi le certezze legate a questo sistema politico ed economico, tremano di fronte al nuovo che avanza, al segnale dell’aurora che inizia a stagliarsi all’orizzonte. Nel nostro paese e a tutti i livelli, è il Partito Democratico a promuovere la mobilitazione reazionaria delle masse popolari, a continuare l’opera di distruzione delle conquiste e dei diritti conquistate dalla Resistenza in poi e spetta ai comunisti, ai sinceri democratici e a chiunque vuole farla finita con il catastrofico corso delle cose mettere al centro l’organizzazione e il coordinamento delle masse popolari puntando in alto, puntando a governare con un nostro Governo d’Emergenza Popolare, tappa lungo la via della rivoluzione nel nostro paese.
Che la RPDC abbia sviluppato difese atomiche è il vero deterrente per la pace nel mondo, altrimenti oggi avrebbe fatto la fine della Libia, della ex Jugoslavia o ancora della Siria di oggi!
Alla propaganda di guerra e di regime opponiamo la solidarietà di classe e l’internazionalismo proletario!
Dalla Corea del Nord, a Cuba e al Venezuela bolivariano: 10, 100, 1000 ribellioni alla Comunità Internazionale degli imperialisti USA!
Cacciare il governo Renzi-Gentiloni che svende il paese agli imperialisti USA e UE, che affama i lavoratori e le loro famiglie, che costringe i giovani all’emigrazione o alla disoccupazione, che promuove la guerra fra poveri!
Ricordiamo il presidio in piazza Prampolini dalle 19 e la presentazione di Poema Pedagogico (Edizioni Rapporti Sociali) di A. Makarenko domani alle 18 all’ex cinema Grasselli a Montecavolo ospiti dell’anniversario della Rivoluzione d’Ottobre promossa dal centro d’arte “Medardo Rosso”.
Partito dei CARC – Sezione “Lidia Lanzi” Reggio Emilia