Il Partito dei CARC, il Cantiere 167 e le Edizioni Rapporti Sociali, presentano Poema Pedagico, testo scritto dall’educatore e pedagogo sovietico A.S. Makarenko.
Il 3 novembre si terrà presso il Cantiere 167 di Scampia, a Napoli, la presentazione pubblica di Poema Pedagogico di Makarenko. L’iniziativa assume valore particolare in un contesto come quello di Scampia, laddove la Borghesia Imperialista devasta la vita delle masse popolari e le relega ai margini del contesto urbano e sociale ma dove sempre più prepotentemente cresce e si sviluppa il seme della partecipazione, del protagonismo di chi trasforma la rassegnazione in resistenza e la rabbia in organizzazione dal basso, finisce per ispirarsi in mille forme alla Rivoluzione d’Ottobre, al primo assalto al cielo che gli oppressi del mondo hanno compiuto grazie alla guida del Partito Comunista, alla più esaltante ed entusiasmante era di conquiste che l’umanità abbia mai conosciuto. Da qui si parte per il nuovo assalto al cielo, dal raccontare, diffondere e rendere organizzazione la storia del movimento comunista e della sua rinascita in tutto il mondo.
Proprio la scorsa settimana è stata momento di celebrazione da parte del Comitato Vele del raggiungimento dell’obiettivo di abbattimento di altre tre vele (mostri a cielo aperto) e della vittoria al TAR nella battaglia contro il decreto Lupi che sanciva l’inaccessibilità alle graduatorie per le case popolari da parte di chi ha parenti con precedenti penali, confermando la natura anticomunista e antipopolare della legalità borghese.
Queste lotte da un lato rappresentano le potenzialità e la domanda di partecipazione che emerge dalle masse popolari del nostro paese, dall’altro confermano il fatto che la rivoluzione socialista non avanza grazie alla sequenza di vittorie nelle lotte rivendicative (più conquiste si fanno e più la lotta diventa rivoluzionaria) e non esiste una qualche possibilità di “politicizzare le lotte spontanee”. Al socialismo si arriva quando le masse popolari organizzate dirigono la società al posto della borghesia imperialista secondo i loro interessi di classe e si arriva solo attraverso la rivoluzione socialista. Le masse popolari riusciranno a fare questo, tanto più si legheranno al movimento comunista e diverranno protagonisti della sua rinascita. Il centenario della rivoluzione d’Ottobre non è solo la celebrazione di una data ma il carburante per il nuovo assalto al cielo, quell’assalto che oggi si fonda sullo sviluppo delle Nuove Autorità Pubbliche e della costruzione del Governo di Blocco Popolare.
Non a caso il libro racconta la storia (nella giovane Unione Sovietica degli anni ’20) della Colonia Gorki, un istituto per la rieducazione di minori responsabili di attività criminose. La storia della Colonia, da insieme di giovani banditi a collettivo cosciente ed esemplare di giovani sovietici, può essere considerata un paradigma della storia dell’URSS di quegli anni; il primo paese socialista che, nonostante l’accerchiamento, l’aspra lotta sul fronte interno contro il terrorismo borghese, l’arretratezza economica ereditata dalla Russia zarista, trova, diretto dal suo partito comunista, quella forza umana che ne farà, per oltre vent’anni, una locomotiva possente lanciata verso la realizzazione del diritto e dovere di tutti a vivere e lavorare, verso la società senza classi, verso il comunismo.
Perché ha senso conoscere e riprendere la pedagogia “pionieristica” di Makarenko? Poiché essa rientra nel lavoro di costruzione di un mondo nuovo, in cui, oggi come ieri, sono coinvolti milioni di donne e uomini, milioni di giovani delle masse popolari, nello sforzo di trasformare la società, attraverso la formazione dell’individuo che, a partire dal suo essere sociale, si emancipa nel collettivo, cellula originaria di quel sistema di associazioni di uomini concepiti come produttori civili, struttura portante della società socialista.
A questa prospettiva riconduce, infatti, il lavoro di Makarenko. La novità del suo metodo pedagogico, ancora oggi, consiste nel ricreare dal basso la comunità dei ragazzi “in recupero”, riconsegnando loro il tempo, la sua scansione, il ritmo, lo stile del vivere quotidiano, il senso del vivere insieme, cooperando. La bellezza e la forza dei ragazzi di Makarenko sta proprio nel prendere il compito sul serio, dare pieno credito agli intendimenti e agli atti di chi cresce e cerca di “diventare grande”. Questo, in fondo, è il fulcro su cui dovrebbe poggiare anche oggi la funzione educativa. Ed è lo stesso sul quale si fonda tutto l’intreccio narrativo, pagina dopo pagina, del Poema pedagogico. Per questo la lettura di questo capolavoro letterario resta ancora un autentico dono per chiunque voglia imparare ad educare ed educarsi.
Da questo punto di vista la presentazione del libro va intesa come un tassello della costruzione del Cantiere 167, che già sviluppa e pianifica tante attività che vanno proprio in questa direzione: corsi di alfabetizzazione per adulti, corsi di giornalismo, sportelli per la tutela delle fasce più deboli della popolazione, corsi di sport, danza e ginnastica per i giovani del quartiere, organizzazione del comitato dei disoccupati di Scampia e tanto altro.
A riprova del fatto che la tendenza spontanea delle masse popolari a organizzarsi e coordinarsi per farsi rivoluzione deve legarsi con il movimento comunista cosciente e organizzato. A riprova del fatto che la rivoluzione non è una data da celebrare, la rivoluzione è qui ed ora e sono le masse popolari i suoi protagonisti!