Il Futuro è di chi osa conquistarlo
lottiamo per fare dell’Italia un nuovo paese socialista
Imparare da quello che nel 1917, 100 anni fa, hanno costruito gli operai russi guidati dal Partito Comunista Bolscevico per intravedere il futuro che possiamo conquistare!
Il Partito dei CARC chiama la gioventù a organizzarsi e mobilitarsi per prendere in mano il proprio futuro, per legarsi strettamente alla classe lavoratrice e fare insieme la rivoluzione socialista in Italia!
La classe dominante sprofonda il nostro Paese in una tragedia senza fine: smantellamento delle attività produttive; privatizzazione dei servizi e dei beni comuni; incuria dei territori e speculazione. La disoccupazione colpisce e umilia milioni di lavoratori, uomini e donne e in particolare i giovani. Per gran parte di questi non c’è nessuna prospettiva dopo la fine del percorso di studi, nessuna certezza, nessuna possibilità di costruirsi un futuro.
I giovani sono condannati a imparare un mestiere per fare poi i disoccupati o i lavoratori precari, per emigrare, per servire agli ordini della borghesia e del clero in lavori gran parte dei quali non sono né utili né dignitosi, ma servono principalmente ad arricchire i padroni, a impoverire altri lavoratori e a opprimere la massa della popolazione. A fronte di tutto ciò cresce il disagio sociale, a cui la classe dominante fa fronte mettendo in circolazione droghe e psicofarmaci (salvo poi reprimere coloro che spinge a farne uso: e allora via libera a cani e forze dell’ordine, nelle scuole e nelle case!), promuovendo mondi virtuali e immaginari, dove fuggire dalla realtà. Spesso, la fuga è la risposta precaria ai disastri che la crisi del capitalismo arreca alla vita e alla dignità dei giovani. E’ una risposta precaria perché la crisi del capitalismo è mondiale, e gli stessi problemi si ripresentano in altre vesti.
Tutto questo non è casuale, non è neanche fatale: sono gli effetti della seconda crisi generale del capitalismo che nel 2008 è entrata nella sua fase acuta e terminale. A questo marcio e criminale sistema di relazioni sociali, basato sullo sfruttamento e sul profitto, ne esiste uno alternativo: basato sulla proprietà collettiva dei mezzi di produzione, che garantisca la produzione di quello che serve al benessere e all’avanzamento della società. Su questa base sarà possibile garantire a tutti, un lavoro utile e dignitoso, nonché ridurre le ore di lavoro necessarie, permettendo di liberare tempo per prendere parte alle attività propriamente umane e alla gestione della società. Questo sistema si chiama socialismo e ci arriveremo quando le masse popolari dei paesi imperialisti riusciranno a organizzarsi sotto la guida del partito comunista. Nel partito comunista e nel socialismo nessuno sarà un esubero, non esisterà la concorrenza, ognuno potrò avere il suo ruolo, valorizzare le proprie capacità e aspirazioni, trovare il senso della sua esistenza nel contribuire alla costruzione di una nuova e più giusta società, al progresso dell’umanità, all’emancipazione degli oppressi e degli sfruttati di tutto il mondo.
La rivoluzione non scoppia, si costruisce! Il primo passo è quello di organizzarsi e costruire organizzazioni che si occupino delle proprie scuole e università, che operino per garantire, salvaguardare e migliorare le loro funzioni, che si organizzino per lottare contro la privatizzazione e dequalificazione dell’istruzione, i tagli alle infrastrutture, per fare fronte alle manovre repressive di Presidi e Rettori “sceriffi”, che mobilitino gli studenti a risolvere nella maniera più organizzata di cui sono capaci le problematiche, legandosi agli insegnanti e agli altri lavoratori. Questo primo passo lo chiamiamo: “Occupare” la scuola e l’università; il secondo passo è quello di “Uscire” dalla scuola e dall’università per sviluppare il coordinamento con altre organizzazioni di studenti e con altre organizzazioni operaie e popolari del territorio.
Oggi il movimento comunista è debole e la crisi incalza: quindi l’obiettivo è costruire una rete di organizzazioni operaie, popolari, studentesche che inizino, in autonomia, a fare fronte alle loro esigenze e, così a costruire il loro potere, il loro governo sui territori, fino a imporre un governo su scala nazionale. Un Governo che sia espressione delle organizzazioni operaie e popolari del nostro paese, che sia disposto a far valere la forza delle masse popolari organizzate, per rompere con i dicktat e le imposizioni dell’UE e della Comunità Internazionale. Un Governo che alimenti la mobilitazione rivoluzionaria delle masse popolari e che sia un’efficace soluzione alla “guerra tra poveri” promossa dalla classe dominante. Questa prospettiva è lo sbocco unitario e positivo delle mille mobilitazioni che già oggi attraversano, sparse, il Paese. È la soluzione più efficace per mettere mano allo stato di emergenza oggi vigente e la via più fattibile per promuovere la rinascita del movimento comunista e avanzare nella rivoluzione socialista fino all’instaurazione del socialismo.
A PROPOSITO DELL’ALTERNANZA SCUOLA-LAVORO
Nella società capitalista l’alternanza scuola-lavoro (al pari dei tirocini all’università) non può che essere contro gli interessi degli studenti perché è un modo per garantire ai padroni manodopera a costo zero e perchè gli studenti vengono usati come sostituti dei lavoratori, alimentando la guerra tra poveri.
È NECESSARIO
– sviluppare forme di “controllo popolare” sui progetti di alternanza scuola-lavoro coordinandosi con gli insegnanti e i genitori (denunciare ogni abuso pubblicamente, sviluppare inchieste, riunirsi periodicamente in assemblee per trattare del tema, ecc.);
– organizzare percorsi di alternanza scuola-lavoro indipendenti, utili alle necessità delle masse popolari del territorio, e non agli interessi delle imprese, e così davvero formativi;
– sviluppare il legame tra studenti e operai, costruendo iniziative comuni, intervenendo nelle aziende dove si svolge l’alternanza scuola-lavoro e portando gli operai dentro le scuole, alimentando lo scambio di esperienze rispetto alla lotta di classe