Assemblea di Napoli del 30 settembre e 1 ottobre
Il 30 settembre e l’1 ottobre si svolgerà a Napoli l’assemblea convocata dal Comitato promotore “Attuare la Costituzione” per costituire un Coordinamento nazionale di singoli, comitati, associazioni e amministrazioni locali che promuova l’attuazione da subito e dal basso delle parti progressiste della Costituzione. L’iniziativa è una delle espressioni dei sommovimenti positivi in atto nel paese sull’onda della vittoria del Referendum del 4 dicembre e riguarda in particolare la combinazione fra mobilitazione delle masse popolari e attività di quelli che abbiamo chiamato “i tre serbatoi” (i dirigenti della sinistra sindacale, i sinceri democratici della società civile e delle amministrazioni locali, gli esponenti della sinistra borghese non ciecamente anticomunisti) per fare dell’attuazione della Costituzione del 1948 un fattore che rafforza la lotta per costituire nel nostro paese un governo di emergenza popolare, alternativo e antagonista a quelli dei vertici della Repubblica Pontificia, che fin dal 1948 hanno violato, eluso e infangato la Costituzione e sono i responsabili dell’attuale disastro economico e sociale.
Il Coordinamento nazionale dei comitati per l’attuazione della Costituzione che si formerà nell’assemblea di Napoli non deve servire alla creazione di una rete di comitati elettorali al carro di questo o quell’aggregato (o personaggio politico) della sinistra borghese, che a sua volta è al carro dei vertici della Repubblica Pontificia, in vista delle prossime elezioni politiche: su questa via, se anche non si disgregasse nel giro di breve, al massimo contribuirebbe a una qualche riedizione del governo Prodi… e il governo Prodi nel nostro paese, come anche il governo Zapatero in Spagna e, in tempi più recenti, il governo Tsipras in Grecia hanno mostrato senza possibilità d’appello dove portano i governi “di sinistra” ligi alle regole e agli interessi degli “italiani che contano” e della loro comunità internazionale. Deve servire alla creazione di una rete di comitati di agitazione e mobilitazione contro la violazione della Costituzione e per la sua attuazione, di comitati di sostegno alla moltiplicazione e al rafforzamento delle organizzazioni operaie e popolari, di comitati che fomentano e orientano le lotte tra istituzioni e personaggi della classe dominante la cui autonomia (divisione dei poteri) viene ridotta con il progredire della crisi e i cui interessi vengono lesi (facendo leva sui loro vizi storici che sono stati finora prassi diffusa, corrente e mai sanzionata: vedi il caso dei bonzi universitari scoperti con le mani nel sacco solo ora che Renzi, Gentiloni & C vogliono “riformare” le Università). Così svolgerà un ruolo costruttivo, di prospettiva: contribuirà a cambiare il corso delle cose catastrofico per gli uomini e l’ambiente che la comunità internazionale dei gruppi imperialisti europei, americani e sionisti e con essa i vertici della Repubblica Pontificia impongono nel nostro paese e nel resto del mondo.
Il percorso del Comitato promotore, di cui il P.CARC è parte fin dall’inizio, ha raccolto una parte della spinta espressa dai Comitati per il NO alla riforma della Costituzione targata Renzi e si è snodato attraverso assemblee di carattere nazionale (Roma, Milano, Napoli, Latina) e iniziative di carattere locale in cui i principali esponenti sono intervenuti a sostegno di mobilitazioni operaie (come nel caso delle iniziative di Paolo Maddalena alla Ginori di Firenze, alla Rational di Massa e all’Alitalia) e popolari (come nel caso del sostegno alla mobilitazione NO TAP in Puglia).
Adesso l’assemblea di Napoli ha l’obiettivo di dare struttura organizzativa, definire criteri e metodi di lavoro, definire gruppi di lavoro e le linee operative per estendere l’intervento pratico: promozione e sostegno a iniziative pratiche di attuazione dal basso della Costituzione, campagne di denunce pubbliche e procedimenti legali per anticostituzionalità coordinate e condotte assieme a sindacati, amministrazioni locali e altre aggregazioni (Movimento sociale Eurostop–No Euro, No UE, No NATO, CLN) contro le violazioni vecchie e quelle nuove che si moltiplicano in questo periodo, nonostante l’esito del referendum 4 dicembre 2016, sul tema del lavoro (artt. 1, 3, 4, 35 e 38), della difesa e pratica del diritto sciopero e del diritto di organizzazione dei lavoratori (artt. 2, 39, 40), della pace e difesa della Patria contro la sudditanza a organismi e norme federali europee (artt.11 e 52), della sanità pubblica e diritto alla salute (art. 32), delle autonomie locali, della difesa del territorio (artt. 5, 117, 118). A queste violazioni bisogna aggiungere la deriva palesemente anticostituzionale che assumono le sempre più numerose condanne vessatorie a pene pecuniarie. Si tratta palesemente di un’estinzione delle pene per i ricchi (per Berlusconi essere condannato a una pena di 100 mila euro è come essere condannato a niente) e un aggravamento della pena per i lavoratori e le masse popolari (per la grande maggioranza di loro essere condannati a una pena di 100 mila euro, significa essere espropriati di tutto, anche della casa dove si abita con la famiglia).
Segnaliamo alla discussione dell’assemblea alcune questioni che si legano strettamente e immediatamente alla mobilitazione popolare in corso nel paese.
Nel campo della lotta per la difesa della sanità pubblica, l’assemblea di Napoli beneficerà dell’attività dei Comitati cittadini e regionali che si sono confrontati e coordinati nel mese di luglio a Napoli, a margine della Festa della Riscossa Popolare (vedi Resistenza n. 9/2017) e ha all’ordine del giorno la creazione di un Coordinamento Nazionale per la Difesa della Sanità Pubblica che opera per attuare l’articolo 32 della Costituzione, in particolare attraverso la promozione del ticket sociale universale e gratuito, strumento di lotta che permette di legare i medici, gli infermieri e gli altri operatori sanitari con gli utenti.
Nel campo della mobilitazione per il lavoro, i fronti in cui la Costituzione viene sistematicamente violata da padroni e istituzioni (spesso con la complicità o comunque la passività dei sindacati di regime) sono molti. Un segnale importante sarebbe (noi spingeremo in questa direzione) l’adesione del Coordinamento e dei comitati aderenti agli scioperi generali indetti dai sindacati di base per il 27 ottobre e il 10 novembre: una presa di posizione netta che favorirebbe la costruzione di un fronte unitario che con maturità, competenze e spirito combattivo promuova lo smantellamento dei reparti-confino come quelli che esistono da anni alla FIAT-FCA (consuetudine in tutte le aziende capitaliste grandi e medie e anche nella pubblica amministrazione), la mobilitazione per la nazionalizzazione delle aziende strategiche (a partire da Alitalia e dal comparto siderurgico), la lotta contro l’applicazione dell’infame CCNL dei metalmeccanici (firmato anche dalla FIOM) e il sostegno, con una visione d’insieme e di prospettiva, delle esperienze di autogestione delle aziende che prendono piede nel nostro paese a fronte di chiusure e delocalizzazioni.
La sfida che il Coordinamento si pone (promuovere la mobilitazione dal basso per l’attuazione delle parti progressiste della Costituzione) è ambiziosa e necessita della sinergia fra la mobilitazione popolare e quella propria “degli esperti e degli addetti ai lavori”. A questo fine sarà importante sviluppare l’attività dei Giuristi per l’azione popolare, che si propone di promuovere specifiche battaglie legali (ricorsi, esposti, diffide) per la tutela degli interessi collettivi e dei diritti sanciti dalla Costituzione, e l’azione del Coordinamento per sostenere e mettere in rete tutte quelle amministrazioni locali intenzionate a disobbedire ai diktat del governo centrale che le schiaccia, erodendo e limitando costantemente l’autonomia pure prevista dalla Costituzione, e le usa come strumento (riscossione di tasse e imposte, attuazione delle leggi contro i poveri – Decreto Minniti) contro le masse popolari.
Direzione Nazionale del P.CARC