La notte di sabato scorso nel quartiere napoletano di Scampia sono divampate le fiamme di un incendio doloso che ha distrutto quasi completamente il campo rom di via cupa Perillo. Quasi tutte le baracche occupate dai nomadi sono state bruciate dalle fiamme, alimentate anche dai rifiuti abbandonati lungo le strade vicine. Il fumo nero e denso ha invaso non solo il quartiere di Scampia ma anche gli altri centri abitati della zona, come Melito e Giugliano.
Il rogo è divampato proprio alla vigilia della riunione convocata con il ministro dell’Interno, Marco Minniti, per discutere degli sgomberi di edifici occupati e delle nuove linee guida sul tema. Tra le questioni sul tavolo anche quella dei campi abusivi dei Rom e in particolare dell’area di Scampia. Il sindaco De Magistris ha subito dichiarato che se dovesse essere confermata la matrice dolosa dell’incendio, si tratterebbe di un’intimidazione gravissima.
I comitati popolari di Scampia e del resto del territorio si sono immediatamente mobilitati a sostegno di questi uomini, donne e bambini che hanno subito questo vile attacco. Immediatamente dopo l’incendio, gli stessi abitanti del campo hanno denunciato l’accaduto e rigettato le accuse di essere loro stessi gli artefici del fatto. Hanno raccontato di collaborare da mesi con il Comune per far arrestare chi in quel campo ci sversava i rifiuti da anni con prepotenza e noncuranza, indicandolo come l’autore o il mandante dell’incendio.
Il 14 maggio del 2017, in occasione dell’assemblea Napoli, città per l’attuazione della Costituzione, aveva detto: «Nel decreto Minniti una persona fragile e debole diventa una persona che contrasta il decoro della città. La nostra azione deve essere esattamente il contrario, dobbiamo andare ad operare laddove c’è degrado [..] per cui andremo ad emettere le prime ordinanze che vanno a ribaltare il decreto Minniti. Ordineremo, laddove c’è degrado, ai soggetti privati di portare bellezza, benessere e decoro sui beni materiali che producono quel degrado non sulla criminalizzazione delle persone. Prenderemo dei beni e senza seguire tutta una serie di procedure e li consegneremo al popolo che ne deciderà l’uso in forma assembleare».
Il sindaco, a fronte degli avvenimenti recenti, dica alla città a che punto siano i provvedimenti annunciati contro il decreto Minniti ed eventualmente quali siano le difficoltà incontrate nella loro promulgazione. È questo un passaggio fondamentale di informazione e confronto con la città e con quelle organizzazioni operaie e popolari su cui poggia quella che è stata definita “anomalia Napoli” e che nei fatti stanno già mobilitandosi contro il Decreto Minniti e la sua attuazione. Renda conto quindi a quelle organizzazioni operaie e popolari che si ribellano agli effetti più gravi della crisi del capitalismo, che concretamente attuano le parti progressiste della Costituzione e che costruiscono nuova governabilità dal basso senza più delegare alle autorità costituite ma costruendo Nuove Autorità Pubbliche.
A seguire l’articolo e il video de Il Fatto Quotidiano sull’incendio del campo Rom di Scampia
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I rom di Scampia: “Ci chiedevano di incendiare rifiuti, non lo abbiamo più fatto e hanno incendiato noi”
Ci sarebbe un oscuro retroscena, forse la mano della criminalità organizzata, dietro l’incendio del campo rom di Scampia che lo scorso 27 agosto. lo ha praticamente raso al suolo. Stando alle dichiarazioni rubate a due persone che abitavano in quel campo, qualcuno da molto tempo avrebbe chiesto loro di incendiare rifiuti di vario genere, anche tossici. E quando i rom tentavano di ribellarsi queste persone le minacciavano di dar fuoco all’intero campo. Poi qualcosa è cambiato: la comunità avrebbe iniziato a collaborare con le istituzioni fornendo loro le prove degli sversamenti. Ma da quel momento è iniziato l’inferno.
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