Venerdì mattina, 8 settembre alle 9, presso il tribunale di Massa, si terrà la terza udienza del processo contro il compagno Marco Lenzoni accusato di aver promosso, il 2 dicembre del 2014, un corteo non autorizzato partito dal Comune di Massa e diretto alla sede del PD, nell’ambito di una mobilitazione contro l’approvazione del Jobs Act che era in discussione in Parlamento.
Il Jobs Act, che è poi è stato approvato, è (come tutti ben sappiamo) un grave attacco ai diritti dei lavoratori e non fa altro che aumentare precarietà e sfruttamento.
I risultati li abbiamo sotto gli occhi, nonostante gli spot fantasia del governo Gentiloni dove l’occupazione continua a crescere, basta guardare nel nostro territorio: disoccupazione al pari delle zone più povere del sud Italia e lavori sempre più precari.
Il Jobs Act è un coacervo di leggi e leggine anticostituzionali che minano la vita sociale del nostro paese e che calpestano il diritto al lavoro; la cancellazione dell’articolo 18 è un affronto alla Costituzione perchè rende legale il licenziamento dei lavoratori anche quando non sussiste la giusta causa.
Marco verrà processato per aver violato l’articolo 18 del Decreto Regio fascista del 1931.
Ecco a quali articoli si appella l’attuale classe dominante per impedire le contestazioni alle sue manovre antipopolari e criminali! Una legge del regime fascista ancora in vigore nel nostro Paese. Nel mese di agosto tanta indignazione ha suscitato l’esposizione della bandiera nazifascista sul monte Sagro (ad opera del fascista Manfredo Bianchi, insegnante presso una scuola di Carrara), ma a ben guardare l’operazione repressiva orchestrata dalla questura di Massa contro il compagno Lenzoni è una provocazione e un attacco molto più grave: vengono applicate leggi fasciste per punire il dissenso verso la cancellazione dei diritti costituzionali della Repubblica come il diritto al lavoro.
Bisogna schierarsi: o si sta da una parte o dall’altra, o si sta dalla parte dei diritti o si sta dalla parte di chi i diritti li vuole cancellare.
Schierarsi senza se e senza ma dalla parte di Marco Lenzoni e delle migliaia di donne e uomini come lui che nel paese vengono colpiti dagli attacchi repressivi mirati a fiaccare la resistenza delle masse popolari contro gli effetti della crisi, schierarsi significa resistere in difesa del diritto al lavoro, del diritto alla salute, del diritto alla casa o alla scuola, i diritti si conquistano e si applicano nella pratica soltanto attraverso la lotta.
Non possiamo aspettarci nessuna soluzione positiva all’andamento disastroso della società da parte di chi preferisce dare i soldi alle banche piuttosto che destinare tutti i fondi a disposizione per la creazione di posti di lavoro, mettere mano a tutti gli interventi necessari nel nostro Paese (recuperare il patrimonio edilizio lasciato a marcire inutilizzato, intervenire sul dissesto idro-geologico che ogni anno fa morti e sfollati, moltiplicare e rendere più efficienti i servizi per le masse popolari).
Oggi chi vuole stare dalla parte delle masse popolari deve lottare per l’applicazione delle parti progressiste contenute nella Costituzione, proprio quelle parti che, guarda caso, dal dopoguerra ad oggi sono state sistematicamente disattese. Basta un esempio, quello dell’articolo 4 che dice:
“La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto. Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società”.
A qualcuno risulta che lo Stato garantisca, anche solo minimamente, il lavoro ad ognuno di noi? Eppure i primi dodici articoli della Costituzione sono chiamati “Principi fondamentali” e dovrebbero essere applicati prima degli altri!
Dobbiamo organizzarci e applicare dal basso le parti progresssite della la Costituzione come ha fatto Marco e tutti coloro che si sono mobilitati contro l’approvazione del Jobs Act, che colpiva lo Statuto dei lavoratori. Dobbiamo organizzarci e rendere inapplicabili le norme antipopolari e apertamente anti-costituzionali che vengono messe in campo solo nell’ottica del profitto, come ha fatto proprio Marco Lenzoni (infermiere dell’Asl) nel 2013: quando ha effettuato il prelievo ad una ragazza, anche se non aveva la possibilità di pagare immediatamente il ticket sanitario, rischiando addirittura per questo un provvedimento disciplinare da parte della direzione della Asl.
Questo vuol dire mettere davanti a tutto gli interessi delle masse popolari, prima di tutto i diritti universalmente riconosciuti, questo dovrebbero fare sindaci e consiglieri che amministrano i nostri territori. Non bisogna aver paura di violare le leggi ingiuste, non farlo significa essere complici di un sistema che ci sta portando rovina e disperazione. Bisogna avere paura quando i diritti costituzionali non vengono rispettati.
Per questo vi invitiamo a presenziare al presidio di solidarietà che si terrà a partire dalle 9 davanti al tribunale (durante lo svolgimento dell’udienza), per la cancellazione delle leggi fascistissime del codice Rocco che vergognosamente vengono ancora applicate, per la libertà di espressione e di dissenso, per il diritto al lavoro e la cancellazione del Jobs Act.
La lotta per il diritto al lavoro non si processa!!!
Stracciamo il codice fascista Rocco!!!
Applichiamo con la forza della lotta le parti progressiste della Costituzione, tutti devono avere un lavoro utile e dignitoso!!!