Studenti e docenti sulla stessa barricata, contro la Buona Scuola e l’alternanza scuola-lavoro

Tavolo per il diritto all’istruzione pubblica

Alla Festa nazionale della Riscossa Popolare si è tenuta una discussione sulla situazione della scuola pubblica e sulle prospettiva delle mobilitazioni del prossimo autunno.

Occupare e uscire dalle scuole. La discussione è entrata nel concreto grazie all’analisi dell’esperienza di tre collettivi che ben traducono nella pratica la linea di occupare (cioè occuparsi dei problemi, delle contraddizioni, degli effetti più evidenti della crisi) e uscire (cioè legarsi alle masse popolari del territorio, alle organizzazioni operaie e popolari del resto del paese, in generale alla lotta di classe per costruire un alternativa politica ai governi della classe dominante) dalla scuola.

Riguardo all’occupare, è stata riportata l’esperienza dell’Assemblea dell’Università Statale di Milano, un’organismo nato da circa un anno per rispondere  ai problemi pratici che gli studenti devono affrontare; dalla raccolta delle risposte a un questionario elaborato appositamente, era emerso che uno dei principali problemi fosse il caro-libri, pertanto l’Assemblea ha organizzato una serie di iniziative per finanziare l’acquisto di uno scanner collettivo e ha attivato un servizio gratuito per il reperimento di testi e dispense.

Riguardo all’uscire, un compagno ha riportato la sua esperienza di intervento in una scuola superiore di Milano, l’Allende, e il tentativo di promuovere l’organizzazione degli studenti fuori dalla scuola, negli scioperi al contrario promossi da Gratosoglio Autogestita per legare la lotta al degrado dei quartieri con quella per un lavoro utile e dignitoso. Il compagno ha specificato che si tratta di un intervento ancora all’inizio, embrionale, ma ha suscitato molto interesse fra i partecipanti al tavolo perché ha messo in evidenza le potenzialità della scuola come centro di mobilitazione del territorio in cui l’istituto è inserito.

Il terzo esempio, quello dell’ISIS di Quarto (NA) combina le spinte a occupare e a uscire dalla scuola:  il Collettivo ISIS si è mobilitato nel corso dello scorso anno scolastico per far riattivare il trasporto per i ragazzi disabili che era stato sospeso. Per farlo ha dovuto uscire dalla scuola, relazionandosi con le istituzioni e con le aziende di trasporti, indicando la soluzione e “costringendo” il Comune ad applicarla. Questo percorso ha portato il Collettivo a divenire un’autorità all’interno della scuola e chi oggi ha un qualunque problema o una questione da affrontare vi si rivolge. La vittoria della battaglia ha spinto Preside e Autorità a una reazione scomposta culminata con la bocciatura politica di Emanuele Fiadone (vedi Resistenza n.7-8/2017 “Sulla bocciatura …”) contro cui è in corso una battaglia che sta coinvolgendo studenti in tutta Italia che esprimono solidarietà nei suoi confronti.

 

Alternanza scuola-lavoro e unità studenti-operai. Molti interventi si sono soffermati sull’alternanza scuola-lavoro, soprattutto in relazione alle due principali contraddizioni che alimenta:

– la contraddizione tra capitale e lavoro (l’alternanza scuola-lavoro è un modo per garantire ai padroni manodopera a costo zero);

– le contraddizioni “in seno al popolo”, perché gli studenti vengono usati come sostituti dei lavoratori. Esemplare il caso di un nostro compagno che non è stato richiamato dal ristorante in cui lavorava perché per la stagione estiva i proprietari hanno impiegato, gratuitamente, i ragazzi di un Alberghiero; ma lo stesso meccanismo avviene in tanti settori.

La sintesi emersa dal dibattito è che bisogna trattare la seconda contraddizione alla luce della prima, che è la principale contraddizione della società borghese. Quindi sviluppare il legame tra studenti e operai, costruendo iniziative comuni, intervenendo nelle aziende dove si svolge l’alternanza scuola-lavoro e portando gli operai dentro le scuole, alimentando lo scambio di esperienze rispetto alla lotta di classe.

 

Risultato importante del tavolo è stato quello di aver riunito esponenti delle diverse componenti della suola (studenti, insegnanti e genitori), superando la logica del corporativismo e affrontando la contraddizione tra giovani-adulti, in particolare la contrapposizione studenti-insegnanti, radicata nel movimento studentesco. La necessità di unione tra studenti, insegnanti e genitori è stata infatti un’altra questione emersa più volte nella discussione come la “Buona Scuola” e gli attacchi all’istruzione pubblica in generale, che mortificano tanto gli studenti quanto gli insegnanti, a mettere entrambe le categorie “sulla stessa barca”, spingendole mano a mano alla mobilitazione comune e al coordinamento. Un processo che spontaneamente non si sviluppa oltre un grado elementare, sta agli elementi avanzati di ognuno di questi settori alimentarlo coscientemente. Questo primo risultato del tavolo, quindi, è una piccola, ma valida, prova in questo senso.

 

Sono infine emerse alcune linee di sviluppo per il prossimo anno scolastico: organizzare iniziative che alimentano il legame tra studenti e operai, ad esempio tra gli operai Rational e il Collettivo Studenti in Lotta di Massa che ha partecipato attivamente alle loro mobilitazioni. Sperimentare ed estendere l’uso di questionari all’interno delle scuole come strumento d’inchiesta tra studenti e insegnanti (per capire da dove partire ad “occuparsi della scuola”), riprendendo e sviluppando l’esperienza dei Gruppi di Azione Proletaria (vedi Resistenza n. 3/2016) come già i Giovani per la Cultura Proletaria di Napoli stanno provando a fare; estendere la solidarietà a Emanuele Fiadone e la mobilitazione contro la sua bocciatura politica; infine sviluppare il legame fra la mobilitazione studentesca e la lotta per il socialismo. Il tavolo si è concluso sottolineando come la difesa della scuola pubblica debba necessariamente legarsi alla lotta di classe nel suo complesso, alla lotta per il socialismo. Non si può infatti pensare di salvaguardare l’istruzione pubblica con successo mentre il resto della società va allo sfascio, in un contesto di crescente degrado materiale e morale che vede milioni di giovani disoccupati, il progressivo smantellamento della pubblica amministrazione e la classe dominante attaccare in ogni campo le conquiste delle masse popolari.

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