Pubblichiamo il volantino che la Sezione di Milano ha diffuso nei mesi di giugno e luglio nel deposito ATM Precotto del Municipio 2 di Milano.
Organizzarsi e mobilitarsi per applicare le parti progressiste e democratiche della Costituzione
Il piano di privatizzazione del servizio pubblico in corso da anni nel nostro paese, ha visto negli ultimi 3 anni una netta sferzata a favore di speculatori, banchieri e grandi imprenditori legati a gruppi di affari internazionali che hanno “trovato” a Milano, in Sala e la sua giunta una rampa di lancio per finire il lavoro. Ricordiamo gli ultimi passaggi:
1. Il rinnovo del CCNL del TPL che, al pari di quello dei metalmeccanici, cede su tutto quello che può cedere e apre alla fase finale di privatizzazione del serivizio
2. Apertura anticipata del servizio della metropolitana e taglio delle corse diurne urbane ed extra-urbane, taglio alle corse notturne nei giorni feriali
3. Sala, il sindaco manager sta aprendo le porte all’acquisizione della società da parte di Fs e ventilando l’esubero di 2000 lavoratori
4. Cancellazione degli abbonamenti per disoccupati e precari e controllo agli evasori, promuovendo promuovendo unaa distinzione sempre più netta tra chi potrà accedere a un servizio (non solo i più ricchi, ma anche chi ancora un lavoro ce l’ha ed è costretto a fare il pendolare per mantenerlo) e chi no (i disoccupati e precari).
Ciò che accomuna questi passaggi è la minestra riscaldata ormai ammuffita che in Italia ogni governo che si è succeduto dagli anni ’80 ha servito per giustificare le privatizzazioni dei servizi pubblici, per smantellare i diritti che le masse popolari hanno conquistato con anni di dure lotte, per tagliare a destra e a manca. E mica perché i soldi non ci sono (ATM è un’azienda sana), ma perché garantire un servizio di trasporto pubblico, garantire l’istruzione pubblica, garantire il diritto alla salute, impedisce ai ricchi, ai padroni di fare profitti. Non è che i soldi non ci sono è che i soldi vengono usati solamente se usarli produce soldi e profitti.
Le manovre nel TPL si possono comprendere se le inquadriamo in un contesto nazionale di attacchi ai diritti della classe operaia (passi in avanti nell’attuazione ed estensione del piano Marchionne): la classe dirigente di Milano al pari del governo centrale italiano non possono più governare garantendo i diritti a operai, lavoratori e resto delle masse popolari. Occorre quindi che i lavoratori si organizzino e si mobilitino. Per cosa?
Per applicare dal basso le parti progressiste e democratiche della Costituzione a partire dall’art. 1 (l’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro), fino ad arrivare agli articoli 3, 4, 35 e 36 (che regolano il diritto al lavoro e la partecipazione attiva dei cittadini alla vita economica, politica e sociale, gli obblighi dello Stato per garantire questo).
L’aspetto principale è che la classe operaia (nelle aziende capitaliste) e i lavoratori (nelle aziende ancora pubbliche) si mobilitino e si organizzino senza farsi legare le mani da leggi, norme e prassi correnti, che nella stragrande maggioranza dei casi violano lo spirito e spesso anche la lettera della Costituzione. Vuol dire per i lavoratori organizzarsi in ogni deposito per occuparsi dell’azienda (turni, manutenzione impianti, sicurezza, salario etc.) e per uscire dall’azienda e occuparsi di quello che succede nella società.
La base concreta e materiale su cui fare leva per promuovere questo tipo di organizzazione è proprio il fermento e la mobilitazione che generano le privatizzazioni e lo smantellamento dei diritti. Fermento che si traduce in combattività dei lavoratori e disponibilità a mobilitarsi e organizzarsi. Gli esempi sono l’alta adesione agli scioperi del 2017 e al presidio di aprile a Palazzo Marino. Senza pretendere di essere in tanti all’inizio, si può partire anche in due o tre, l’importante è partire per esercitare un ruolo di spinta e incalzo verso gli altri colleghi, indipendentemente dall’azione del sindacato e mostrare la strada. Il ruolo che assumeranno i lavoratori nel prendere e tenere in mano l’iniziativa spingerà il sindacato ad accodarsi alla volontà dei lavoratori (e non a imporre logiche al ribasso).
Cercare il legame con chi è colpito dallo smantellamento del servizio, costruire un fronte di lotta comune fra lavoratori e utenti, proseguendo la giusta strada indicata dalla lettera aperta dei tranvieri ATM (del 3 aprile, ndr) ai cittadini per spiegare i motivi dello sciopero, organizzando assemblee cittadine per parlare e instaurare un legame utenti/lavoratori, organizzare gli scioperi mobilitando i lavoratori per volantinare alle fermate delle metropolitane e altre azioni di coinvolgimento e mobilitazione degli utenti.
Infine, organizzarsi e mobilitarsi per creare le condizioni necessarie a costituire un governo d’emergenza delle organizzazioni operaie e popolari. Non è per caso, distrazione o cattiva volontà che la Costituzione è stata aggirata e violata, ma per precisi e potenti interessi. Applicare le parti progressiste della Costituzione significa entrare in guerra con i “poteri forti” nostrani e la loro comunità internazionale, cioè con i mandanti dei governi e delle forze politiche che hanno lasciato inattuata, aggirato e poi apertamente violato la Costituzione. Solo le masse popolari organizzate hanno l’interesse e la forza per condurre e vincere questa guerra. Solo un governo composto da persone che hanno la fiducia delle organizzazioni operaie e popolari e sostenuto da esse ha la volontà e la forza per applicare su ampia scala la Costituzione.
Il partito dei CARC sostiene tutti i lavoratori che vogliono mettersi su questa strada, mette a disposizione esperienza, strumenti, risorse ed energie di quanti hanno a cuore le sorti del nostro paese e vogliono organizzarsi e mobilitarsi per cambiare il corso delle cose.
Partito dei CARC – Sezione di Milano: tel. 338.67.95.587 – email: carcsezmi@gmail.com – c/o Casa del Popolo, via Padova 179, giorno di apertura: ogni domenica dalle h 16.30 alle h 20.00
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