Da un capo all’altro del paese la classe operaia si mobilita per resistere agli attacchi dei padroni. In questa mobilitazione si stanno progressivamente diffondendo forme di organizzazione e coordinamento alternative alle prassi dettate dalle strutture sindacali: referendum autorganizzati, riunioni fuori dalla fabbrica e all’infuori dell’orario di lavoro, coordinamenti e collettivi che uniscono gli operai al di là dei sindacati a cui sono iscritti e che sorpassano nella pratica le RSU.
Riteniamo importante mettere in rilievo alcune di queste esperienze, quelle di cui siamo a conoscenza, affinché diventino esempio per essere replicate in altre aziende. Sono alcuni esempi che confermano che è possibile che gli operai dettino i tempi e i metodi della lotta, senza aspettare il sindacato e senza delegare a questo le sorti del proprio lavoro e del futuro dell’azienda, che si organizzino con spazi e tempi alternativi a quelle che sono le prassi, con risultati ben più efficaci.
FCA di Cassino (FR) e Pomigliano (NA). Il 26 maggio gli operai della FCA di Pomigliano che quotidianamente vengono deportati nello stabilimento di Cassino hanno aderito all’80% allo sciopero indetto dalla FIOM, esito del lavoro di agitazione promosso nei mesi passati dal Comitato No Cassino e dal gruppo di licenziati politici del SI Cobas. Il 30 giugno è stata proclamata una manifestazione nazionale a Cassino e uno sciopero di 8 ore indetto dal SICobas per tutti gli stabilimenti FCA. La protesta riguarda nella sua totalità il piano Marchionne: contro le deportazioni, i venti turni imposti dal nuovo piano di produzione, i ritmi di lavoro massacranti. È in costruzione una partita di calcetto fra gli operai degli stabilimenti di Pomigliano e Cassino per alimentare la solidarietà, rafforzare la conoscenza reciproca e lo scambio di esperienze.
Pontedera (PI). Il 9 e 10 giugno si sono svolte l’Assemblea nazionale dei metalmeccanici del Sindacato è un’Altra Cosa (sinistra CGIL) e la Festa Operaia organizzata dai lavoratori della Piaggio.
L’Assemblea nazionale SAC decide di costruire una piattaforma con linee guida comuni per la stesura dei contratti integrativi, in scadenza in tante fabbriche metalmeccaniche e ulteriore occasione per boicottare l’infame CCNL firmato a dicembre. I presenti hanno espresso il proprio appoggio ad alcune RSU FIOM che hanno convocato un’assemblea degli iscritti fuori dalla fabbrica e fuori dall’orario di lavoro per contestare la bozza di accordo che il segretario regionale ha preconfezionato con CISL e UIL, invalidandola nella pratica.
Alla Festa Operaia, organizzata per commemorare lo “scioperone” del 1962 con cui gli operai bloccarono la produzione per 75 giorni, si è tenuto un dibattito sulle lotte di oggi con operai della Rational di Massa, GKN di Firenze, Metro e Continental di Pisa, Ferrari di Modena, a cui è seguita una cena conviviale con la partecipazione di oltre cento persone.
Piombino (LI). Dall’11 al 18 giugno gli operai delle acciaierie ex Lucchini (ora Aferpi) aderenti al Camping CIG hanno tenuto una settimana di presidio permanente nella centralissima piazza Cappelletti, incatenandosi a turno alla cancellata del Rivellino, monumento storico della città. In questi giorni hanno promosso assemblee e dibattiti con esponenti sindacali e politici sul futuro degli stabilimenti, la riconversione e le bonifiche, la necessità di elevare la lotta in vista della scadenza del 30 giugno dopo il quale il padrone Rebrab avrà mano libera per i licenziamenti. La mobilitazione ha sortito due effetti. La FIOM ha organizzato una manifestazione sull’Aurelia, la principale arteria cittadina, il Sindaco Giuliani ha mandato i vigili a minacciare di sgombero gli operai per irregolarità. Il giorno dopo ad aspettare i vigili si sono incatenati in 15 e una rappresentanza si è recata in Comune a chieder di conto, ma Sindaco e Vice Sindaco sono stati irreperibili anche nei giorni successivi.
Scandicci (FI). Il 17 giugno gli operai della CSO hanno organizzato un referendum autogestito sul welfare aziendale (i famosi bonus benzina e Sanità) che avevano già bocciato nell’ipotesi di accordo per il rinnovo del CCNL; a scrutinio finito si è registrato il 92% di contrari e il materiale è stato inoltrato alla FIOM territoriale perché dia seguito alla volontà dei suoi iscritti in fabbrica. Un segnale chiaro in vista del rinnovo della RSU e della discussione del contratto integrativo di secondo livello.
Come P.CARC sosteniamo queste mobilitazioni e incitiamo i promotori di queste iniziative a organizzare incontri, assemblee e seminari per condividere le esperienze e il bilancio (criteri, metodi, insegnamenti ma anche limiti e resistenze incontrati) con i tanti lavoratori del nostro paese che vogliono attivarsi per contrastare i disastri della crisi e il catastrofico corso delle cose, ma non hanno al momento punti di riferimento. È determinante che queste esperienze di avanguardie vengano condivise e promosse, per farle diventare una scuola di comunismo per educare alla lotta di classe contro la borghesia e il suo clero. Le mobilitazioni degli operai sono tante, ma spesso non si conoscono e soprattutto è decisivo coordinarle per renderle di livello superiore e favorire la nascita e lo sviluppo di nuove organizzazioni operaie nelle aziende capitaliste e di organizzazioni popolari nelle aziende pubbliche.