Riportiamo la lettera scritta e inviataci da Arturo, cavatore carrarino, qualche giorno fa con le sue riflessioni in merito al risultato del ballottaggio del 25 giugno nella sua città.
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Cari compagni del Partito dei CARC, seguo oramai da qualche mese la vostra agenzia stampa. Innanzitutto voglio dirvi che il nome “staffetta rossa” è giusto, le mie origini sono quelle di una famiglia partigiana, mia nonna era una staffetta partigiana e il suo ruolo era proprio quello di portare provviste e messaggi da un capo all’altro del territorio. Con eroismo ha dato un contributo alla costruzione di una società nuova, quella per cui ancora oggi dobbiamo lottare perché il fascismo è caduto ma lo sfruttamento e il profitto dei padroni è rimasto.
Vi scrivo perché voi per le amministrative di Carrara ci avete messo la faccia e vi siete assunti la responsabilità di scrivere e fare iniziative in sostegno di tutto ciò che andasse nella direzione di farla finita con il PD e il suo sistema di potere.
Nel 2014 c’ero anche io a sfondare il cordone della polizia e a occupare il comune, quella era la reazione di popolo a una situazione difficile. La nostra città era sotto l’acqua e quel “lozz” di Zubbani (ndr. L’ ex sindaco di Carrara) continuava a prenderci per il culo…la vittoria dei 5 stelle del 25 giugno è di quel popolo di Carrara che occupò il comune tre anni fa, è la liberazione della città. Era importante mandarli a casa il 25 giugno e ce l’abbiamo fatta!
Ora però bisogna ricostruire la città…sinceramente non penso che possiamo affidarci alle buone intenzioni di De Pasquale (ndr. Attuale Sindaco di Carrara), né a quelle di nessun altro. Ma allora che fare? Come ci organizziamo? In questa prima settimana in città si respira una nuova aria ma ho paura che presto l’entusiasmo finisce e con esso la possibilità di cambiare la nostra città.
Spero che questa mia preoccupazione possa essere da stimolo per, come dite voi, organizzarci e mobilitarci dal basso, non credo ci sia alternativa.
Vi saluto a pugno chiuso,
Arturo