Su Resistenza n. 6/2017 avevamo annunciato l’imminente svolgimento della Festa nazionale della Riscossa Popolare a Napoli per la metà di luglio, come consuetudine da alcuni anni; dobbiamo invece rettificare perché la Festa nazionale si svolgerà a Massa dall’11 al 17 agosto, luogo e periodo in cui, altrettanto tradizionalmente, da anni organizziamo la Festa federale toscana della Riscossa Popolare che ha comunque sempre beneficiato della partecipazione di compagni da tutto il paese e di un respiro politico nazionale.
Lo spostamento della Festa nazionale da Napoli a Massa non dipende dalla mobilitazione dei compagni e delle compagne campani, dal lavoro politico che promuovono, dalle attività che conducono: Napoli è uno dei centri di maggiore concentrazione di forze del nostro Partito a cui, oltre ai legami con la classe operaia, i movimenti sociali, le organizzazioni operaie e popolari, si aggiunge anche il più avanzato sviluppo della mobilitazione per la costruzione di amministrazioni locali di emergenza di tutto il paese.
Allora, che è successo? Siamo stati costretti a spostare la Festa nazionale perché, per una questione di serietà verso i lavoratori e le masse popolari a cui ci rivolgiamo, le condizioni minime per garantire una festa politica e popolare non sussistevano ancora a un mese dal suo svolgimento, nonostante una mobilitazione avviata fin da gennaio 2017 in questo senso, a causa di contraddizioni proprie dell’Amministrazione Comunale e in particolare della Giunta De Magistris. E’ una questione strettamente politica, che ha risvolti e manifestazione in questioni burocratiche e amministrative. Per renderla comprensibile ai lettori, facciamo un passo indietro.
Che l’Amministrazione De Magistris sia quella che, a livello nazionale, più compiutamente e chiaramente ha imboccato la via della rottura con i governi della Repubblica Pontificia, che sia da apripista ed esperienza-tipo per elaborare un modo nuovo di amministrare il territorio è cosa nota: ne abbiamo trattato molte volte su Resistenza e l’impegno costante del nostro Partito per sostenere questa tendenza ne è insieme conferma e spinta. Siano d’esempio l’affaire di Bagnoli, dell’area ex-Italsider e la lotta contro lo Sblocca Italia, il “braccio di ferro” che ha contrapposto Comune di Napoli e governo (in particolare Minniti, all’epoca appena incaricato al Ministero dell’Interno) sulla visita di Salvini a Napoli, l’attivismo della Giunta napoletana in opposizione al decreto Minniti e tante altre iniziative, grandi e piccole.
Che la costruzione dell’amministrazione locale di emergenza non sia un processo lineare, senza intoppi, che non bastino le dichiarazioni e gli intendimenti per avanzare concretamente su questo terreno, anche questo è un fatto chiaro: per rinnovare il ruolo di un’amministrazione locale bisogna mettere al centro l’organizzazione e la mobilitazione delle masse popolari (dei cittadini) e quella dei dipendenti comunali per adottare misure nell’interesse delle masse popolari e realmente di “rottura”. Questo è il modo più efficace anche per far fronte all’opposizione alla costruzione di un’amministrazione locale di emergenza da parte del governo centrale, da parte dei “poteri forti” locali e da parte di “quinte colonne” dentro la macchina amministrativa.
Sebbene dei passi siano stati fatti l’azione della giunta De Magistris è ancora altalenante, come dimostra anche la gestione dell’ABC messa in luce da Lucarelli nell’assemblea del 14 maggio a Napoli (superare “il dominio del soggetto istituzionale pubblico” in favore di una reale spinta all’autogestione dei beni comuni). Lo spostamento della nostra festa nazionale è legata alla lotta interna all’Amministrazione e a questa gestione ancora oscillante dei “beni comuni”: a poco meno di un mese dalla festa, infatti, le delibere sull’utilizzo di diversi parchi pubblici (tra cui quello da noi richiesto) non solo non sono state emesse, ma la giunta ha approvato un regolamento in senso contrario, ossia che proibisce l’uso di tutti i parchi pubblici per concerti e spettacoli, cosa che danneggia le organizzazioni popolari e i partiti che promuovono la sana aggregazione e non certo i grandi imprenditori della musica che possono affittare piazze e luoghi privati. Il regolamento è stato poi ritirato. Successivamente l’assessore a cui fa capo la gestione dei parchi è stato sostituito e questo ha prodotto un ulteriore intoppo burocratico e lungaggini.
L’Amministrazione De Magistris si è impelagata quindi nella burocrazia e nelle lungaggini tipiche della Repubblica Pontificia (bandi, concorsi, divieti, ecc. per le masse popolari e le loro organizzazioni) anziché favorire, incentivare, sostenere, facilitare l’uso dei parchi agli organismi popolari e alle organizzazioni e partiti che si battono per l’applicazione delle parti progressiste della Costituzione. Una misura concreta in questo caso sarebbe stata la seguente: anziché fare bandi e concorsi assegnare con decisione politica i parchi a queste organizzazioni e partiti. Questa è una misura di rottura che sostiene l’aggregazione e il protagonismo popolare anziché ostacolarli e di fatto sostenere i grandi imprenditori della musica.
Non avendo l’autorizzazione per l’uso del parco, abbiamo deciso lo spostamento a Massa della Festa nazionale e di tenere a Napoli una festa interfederale dal 14 al 16 luglio con un dibattito di rilievo nazionale sull’applicazione delle parti progressiste della Costituazione e la lotta per la costruzione di amministrazioni locali d’emergenza. Questa decisione nasce dal fatto che tenere in questa situazione la festa nazionale a Napoli avrebbe significato lavorare in una situazione di incertezza e in uno “stato d’emergenza”, con il rischio di compromettere il risultato politico ed economico della nostra iniziativa (cosa non di poco conto dato che il nostro partito poggia sull’autofinanziamento e sulla raccolta di sottoscrizioni per la precisa volontà politica di essere indipendente anche economicamente dalla borghesia, per non essere ricattabile).
Vi aspettiamo tutti a Massa! A Massa le feste di Resistenza, prima, e della Riscossa Popolare, poi, hanno una radicata tradizione (la prima fu nel 2005). Inoltre i contenuti della Festa nazionale si combinano con il sommovimento di cui sono protagonisti gli operai e le masse popolari della Toscana (vedi l’articolo “In ogni azienda creare e coordinare…” a pag. 4 l’esperienza della Rational su Resistenza n. 4 e 5 del 2017). Il dibattito principale, sugli insegnamenti della Rivoluzione d’Ottobre per avanzare nella costruzione della rivoluzione socialista nel nostro paese, è previsto il 12 agosto e sono invitate anche delegazioni di partiti comunisti di altri paesi. Il 16 e 17 agosto ci sarà inoltre la Scuola di Partito (aperta anche ai collaboratori) con tavoli tematici e momenti di formazione sui diversi filoni in cui si articola il nostro lavoro esterno, per fare il bilancio del lavoro svolto e fissare linee di sviluppo per rendere la nostra azione più efficace.
Tante feste per un obiettivo unitario: la riscossa popolare. Oltre alla Festa di Napoli e a quella di Massa, che sono da anni le principali, organizziamo ovunque siamo presenti Feste della Riscossa Popolare, ad iniziare la mobilitazione sono state la Federazione Toscana (16 e 17 giugno a Firenze), la Federazione Lombardia (15, 16 e 17 giugno a Sesto San Giovanni) e la sezione di Roma (il 25 giugno), nei mesi di settembre e ottobre saranno le Sezioni a organizzare le Feste, ognuna delle quali è concatenata alle altre e ha al centro la promozione della mobilitazione e del protagonismo delle masse popolari organizzate.
In conclusione, rilanciamo l’appello a sostenere economicamente l’organizzazione delle Feste della Riscossa Popolare, facendo una sottoscrizione economica attraverso un versamento sul Conto Corrente Bancario Intestato a Gemmi Renzo – IBAN: IT79 M030 6909 5511 0000 0003 018 oppure con una Ricarica sulla Postepay n. 5333 1710 0024 1535 intestata a Renzo Gemmi.
Lo spostamento della Festa nazionale dimostra che si tratta di iniziative importanti per affermare una linea avanzata e il cui esito è deciso dalla mobilitazione delle masse popolari.