Riportiamo il saluto che gli operai Rational hanno inviato all’assemblea “Latina città per l’attuazione della Costituzione”, che si tiene oggi in continuità con l’assemblea del 14 Maggio a Napoli.
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Buongiorno a tutti,
pur non potendo partecipare alla vostra assemblea, per impegni legati alla lotta che stiamo portando avanti, vogliamo portare il nostro saluto e il nostro sostegno alla vostra iniziativa.
Guardiamo con ammirazione ed interesse al vostro lavoro perché la lotta per l’applicazione della Costituzione e in particolare delle sue parti progressiste è anche la nostra lotta, nonché la lotta di centinaia di migliaia di persone che oggi in campi e in territori diversi lottano per il lavoro, per la sanità, per l’acqua pubblica e per tutti gli altri diritti che la nostra Costituzione garantisce ma che oggi non vengono applicati e dei quali anzi è in corso un crescente smantellamento ad opera di governi illegittimi e mandatari degli interessi di banche e padroni.
Dal piazzale della fabbrica che stiamo presidiando da centodieci giorni si vedono le montagne che circondano la nostra città, quelle stesse montagne sulle quali i nostri nonni nel 1943, abbandonate le cave i campi e le officine nelle quali lavoravano, salirono per contribuire (assieme a migliaia di altre persone) a scrivere la Costituzione.
Questo per dire che la Costituzione non è nè caduta dal cielo nè spuntata come un fungo ma è frutto della lotta che milioni di persone nel nostro paese hanno portato avanti con coraggio e con sacrificio. Oggi con lo stesso spirito e nelle forme correnti dobbiamo portare avanti la lotta per applicare la Costituzione e in particolare le sue parti progressiste (che guarda caso sono quelle che più di tutte sono state disattese). Una lotta che deve vedere tutti protagonisti ognuno con il suo ruolo e le sue capacità.
Serve coraggio innazitutto: il popolo lottando e lavorando per unificare in un unico corso le mille lotte sparse per il paese e gli amministratori sinceramente democratici dei territori trovando il coraggio e la forza (se si ha voglia di cercare il coraggio e la forza il popolo è una miniera inesauribile) di violare quella serie di leggi, leggine, prassi scritte e non scritte che oggi non permettono l’applicazione della Costituzione.
Diciamo questo guardando anche al’esperienza della nostra lotta che va avanti da diversi mesi e che arrivati a questo punto stiamo cercando di risolvere con la creazione di una cooperativa di lavoratori che unisca i Lavoratori Rational (che oggi stanno continuando la lotta) e altri operai disoccupati che negli anni nel nostro territorio sono stati espulsi dal ciclo produttivo a causa della chiusura, delocalizzazioni di fabbriche ecc. Per aprire questa strada è necessario che chi governa i nostri territori abbia la volontà politica di sostenerci mettendo in campo quelle risorse finanziarie che negli anni sono state spese a piene mani, ad esempio, per quei “prenditori” che come falchi sono calati sul nostro territorio promettendo lavoro e prosperità e dopo aver soddisfatto i loro appetiti se ne sono andati lasciando dietro di se il deserto (sono decine i casi).
In particolare rispetto a questo abbiamo individuato i fondi per il ricollocamento dei lavoratori ex Eaton (una multinazionale statunitense attiva fino a pochi anni fa nel nostro territorio e che nel pieno della produzione la proprietà decise di delocalizzare) stanziati anni fa dalla Regione Toscana e attualmente inutilizzati.
Centodieci giorni di lotta sono anche stancanti ma andiamo avanti con determinazione perché siamo consapevoli e sentiamo la responsabilità del fatto che oggi riuscire ad ottenere anche una piccola vittoria significherebbe non solo risolvere la nostra situazione ma significherebbe anche sopratutto dare coraggio a molte altre persone. Significherebbe dimostrare che è possibile vincere, che si può fare e far vedere a chi verrà licenziato dopo di noi che una strada collettiva è possibile ed è la soluzione! Abbiamo iniziato la nostra battaglia scrivendo sui nostri striscioni “vincere alla Rational per aprire una strada!” ovvero trasformare attraverso la lotta un dramma che ci colpiva (la perdita del lavoro) in un opportunità! Dobbiamo a nostro avviso applicare lo stesso concetto a tutto il paese: trasformare il dramma sociale che stiamo vivendo in un opportunità di cambiamento!