Apprendiamo ora dagli attivisti della lotta per la casa delle Vele di Scampia di una serie di fatti accaduti nelle ultime ore. Ieri a Scampia c’è stata l’occupazione da parte di una famiglia con bambina disabile al seguito di un appartamento vuoto di Scampia, uno degli appartamenti in attesa di assegnazione agli abitanti delle Vele che dovranno essere abbattute e al posto delle quali sarà costruito il quartiere che gli abitanti delle Vele hanno deciso di voler abitare. Il Comune è in estremo ritardo sull’assegnazione di queste case e ogni secondo in più può essere fatale e scatenare una vera e propria guerra tra poveri.
Il Comitato Vele si è subito schierato a favore di questa famiglia cui deve essere riconosciuta un’abitazione utile e dignitosa. La risposta della forza pubblica è stata quella di sgomberare la famiglia occupante, compresa la bambina con gravi problemi di handicap. L’atteggiamento avuto dagli agenti che erano sul posto hanno segnato i compagni che erano presenti sul posto e che lo descrivono come “fascista”. Alcuni dicono di non averci dormito la notte su quello che si era verificato, le cui responsabilità vanno certamente imputate alle lungaggini burocratiche che queste assegnazioni stanno richiedendo, lungaggini che rischiano di generare una bomba sociale se non vi si pone immediato rimedio. Bisogna assegnare le nuove case agli abitanti delle Vele di Scampia!
Quella del Comitato è una lotta lunga trent’anni che ne fa una vera e propria Nuova Autorità Pubblica, un centro di organizzazione e coordinamento delle masse popolari del quartiere, un luogo in cui si costruisce protagonismo e partecipazione. La lotta per la casa come diritto universale e inalienabile, la lotta per un lavoro utile e dignitoso e la battaglia per liberare il quartiere in cui si vive da elementi di degrado e criminalità sono gli ambiti principali in cui si battono queste compagne e questi compagni. Questo è il quartiere in cui l’assessore del Comune di Napoli Carmine Piscopo ha con un megafono parlato agli abitanti delle Vele e con sua estrema sorpresa ha ricevuto la risposta fiera di chi lotta contro il degrado e la condizione in cui le istituzioni e i poteri forti di questo paese l’hanno relegati. Quelle stesse risposte che oggi gli abitanti del quartiere chiedono con la consapevolezza che nessuno regalerà niente e che tutto quello che otterranno se lo conquisteranno con la lotta, la partecipazione e il protagonismo popolare.
L’Amministrazione sostenga, quindi, chi organizza quotidianamente la riscossa di interi quartieri della città, dia tutti gli strumenti di cui dispone e si metta a disposizione perché siano i cittadini a gestire il quartiere, le assegnazioni delle case e la manutenzione del verde pubblico autorganizzata e retribuita. Se chi assume un ruolo importante nello sviluppo della mobilitazione rivoluzionaria delle masse popolari si mostra incerto, attendista e timoroso apre le porte alla mobilitazione reazionaria, alla guerra tra poveri e allo scontro tra bande. Questo scrivono gli attivisti del Comitato Vele dopo lo sgombero della famiglia che ha occupato l’appartamento nei giorni scorsi, questo sostiene il Partito dei CARC. Napoli si è dichiarata “città, per l’attuazione della Costituzione”, sostenga, quindi, chi la Costituzione italiana la attua da oltre trent’anni senza sosta e non abbasserà la testa fino alla vittoria finale.
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Il post su Facebook del Comitato Vele
La strage dei silenzi che urlano e delle chiacchiere senza parola.
Quello che sta succedendo a Scampia in questi giorni, rappresenta l’ennesimo scempio, l’ennesimo tentativo “studiato” di provocare una guerra tra poveri, tra chi non ha niente e chi cerca nel niente un modo per sopravvivere, per avere una dignità che possa essere tale.
Eppure questa carneficina umana sotto gli occhi di tutti, sembra non riscuotere minima attenzione da parte delle istituzioni, come se qualcuno stesse tramando alle nostre spalle il momento per districarsi dalle responsabilità o dagli impegni assunti in uno dei tanti frame di massima esposizione mediatica-una situazione dilaniante anche per quelli senza coscienza.
Sembra di assistere ad uno di quei film già visti migliaia di volte, la scena sempre la stessa, i politicanti di lungo corso che aspettano il momento propizio per fuggire e per contrabbandare principi e valori sul quale si sono spesi e scritte centinaia e centinaia di pagine di giornali e di libri.
Nella stessa scena, le persone, gli uomini i cittadini che cercano di sopravvivere nel tempo dei silenzi che urlano e delle chiacchiere senza parola, i luoghi tagliati nelle foto in un collage appeso su un muro senza fine, il muro dell’indifferenza, di chi ti guarda nelle foto e di chi è protagonista nelle foto stesse.
La catastrofe dei diritti negati, trova il suo apice in questi giorni di forte denuncia, dove non abbiamo mai avuto un momento di contatto, di ricerca della risoluzione delle problematiche, con gli enti preposti.
La forza di una comunità mai doma, rappresenta l’unica direttrice che prenderemo in considerazione nel prosieguo di questo tortuosissimo processo, abbandonando definitivamente le finte mediazioni e le false concertazioni, a cui nostro malgrado, troppe volte dobbiamo assistere.
Siamo sconcertati per l’approssimazione con la quale si prendono in considerazione i veri problemi, quelli di tutti i giorni, siamo ancor più sbalorditi per la superficialità con la quale si affronta la madre di tutte le questioni, l’avanzamento di un processo vitale per le sorti di Scampia e di Napoli.
Molti interlocutori, pochi capaci di incidere nella vexata quaestio, poca voglia di sovvertire le regole dei pochi, per assicurare i diritti essenziali dei molti.
La città ribelle, dell’ingiustizia sociale, non è la nostra città, la lotta per un’abitazione dignitosa e per il riconoscimento dei diritti essenziali, il solo nostro obiettivo, e lo perseguiremo con tutte le nostre forze.
Fatevi da parte, di speculatori ne abbiamo le pance piene.
Comitato Vele Scampia