Ha destato scandalo in città il video di una coppia intenta a fare sesso orale in piazza San Domenico Maggiore a Napoli. L’esibizionismo e l’abbrutimento dei due amanti ubriachi hanno attirato l’attenzione di un gruppo di ragazzi che hanno filmato la scena che ha fatto il giro della città in poche ore fino ad essere pubblicata sul quotidiano più letto nel Mezzogiorno d’Italia, il Mattino. Da subito è scattata la battaglia dei commenti sull’accaduto, c’era chi incitava i nuovi eroi del libero amore, chi li indicava come depravati, chi si scandalizzava perché Dio non avrebbe apprezzato un simile comportamento e c’era chi faceva notare che di scene del genere nelle grandi città d’Italia, d’Europa e del mondo se ne vedono a centinaia ogni giorno.
È possibile che in una città attraversata da ondate di partecipazione e protagonismo popolare, diretta da un’amministrazione progressista che diviene punto di riferimento per l’intero paese, dove i problemi si cercano di risolvere ma sono ancora tanti (dalla lotta alla Camorra alle speculazioni aberranti su rifiuti, edilizia, spiagge, ambiente e chi più ne ha più ne metta), il problema principale dell’opinione pubblica diventa due che si accoppiano in mezzo alla monnezza e i cocci di birra? L’operazione che fa il Mattino è strategica, basta leggere chi è il proprietario del giornale: Caltagirone, predone e (im)prenditore per il quale distrarre con queste quisquilie fa comodo.
Ha lasciato increduli i presenti, però, quello che è avvenuto a una settimana di distanza. Nella stessa piazza in forze e in tenuta da blitz, la polizia ha arrestato la ragazza protagonista del video davanti a tutti, anche trattandola in malo modo. Il perbenismo reazionario trova libero sfogo ora che il “decoro urbano” si è fatto legge con il Decreto Minniti, un decreto fascista che alimenta la costruzione di uno stato di polizia. Non più tardi di qualche sera fa a Torino si è assistito ad un’atra esibizione muscolare delle forze dell’ordine che hanno preso a bastonate gente che stava semplicemente seduta al bar, oltre a distruggere sedie, tavoli, stoviglie e vetrine.
Ma che cos’è il decoro? Qual è l’idea di decoro che promuovono questi signori? Quello che sappiamo è che ad essere indecorosa è la fame cui la crisi del sistema capitalista sempre più riduce le masse popolari; indecorosa è la Camorra, lo spaccio e la tratta di corpi da far prostituire ai bordi delle strade delle nostre città, servizi di cui si servono tanti uomini perbene”; indecoroso è il trattamento che si riserva alle donne delle masse popolari con meno diritti sul lavoro e in tutti gli ambiti e contesti sociali; indecorose sono le speculazioni che si fanno sulla pelle dei migranti; indecoroso è il fatto che a Napoli sia stato ucciso un transessuale e lasciato nudo come un cane avvolto in un tappeto e gettato nell’immondizia senza che nessuno dicesse nulla e che neanche uscisse una parola sui giornali; indecorose sono le chiusure degli ospedali pubblici, le condizioni in cui versano le scuole pubbliche, gli sfratti e l’emergenza abitativa; indecorose sono le condizioni in cui vive oggi chi ha un lavoro, chi ha un lavoro precario e indecorosa è la disoccupazione; indecoroso è il capitalismo e la guerra di sterminio non dichiarata che i padroni muovono contro le masse popolari.
Di lavoro contro il decoro le forze dell’ordine, il Vaticano, i politici locali e nazionali e tutto l’apparato che gestisce il potere nel nostro paese ne avrebbero tanto, talmente tanto che due ragazzi che si accoppiano in piazza rappresenterebbero l’ultimo dei problemi. E allora perché non lo fanno? Perché sono essi stessi indecorosi. A lottare per un lavoro, una vita, una società e un mondo decoroso sono tutte quelle centinaia di migliaia di persone che ogni giorno lottano contro gli effetti più gravi della crisi organizzando comitati, collettivi, reti, coordinamenti e organismi operai e popolari di ogni tipo. L’incremento della repressione dello stato è prova del fatto chi si mobilita oggi, sta facendo bene e ancora meglio può fare. La lotta alla repressione è ambito di avanzamento, raccolta di sostegno, rafforzamento della mobilitazione rivoluzionaria nel nostro paese. Non sono i padroni ad essere forti, sono le masse popolari che non fanno valere ancora fino in fondo la propria forza.
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Tratto da www.nelpaese.it
IL PARTITO UNICO DEL “DECORO” GENERA MOSTRI
Nel nome del “decoro urbano” si assiste a una stretta securitaria e repressiva che insegue tormentoni mediatici ed esigenze politiche del momento
Prima e dopo l’approvazione del decreto Minniti si sono levate voci contro da un intero universo civile. Associazioni per i diritti, operatori sociali, magistrati, giuristi e settori della Chiesa hanno mostrato tutta la loro contrarietà e preoccupazione. In primo piano c’è la questione migranti con l’apertura di nuovi Cie (Cpr) e il rischio di puntare il dito contro clochard e ultimi della società.
La cronaca di questi giorni ci racconta come quei rischi concreti si stiano applicando a settori più larghi del Paese. Nel nome del “decoro urbano” si assiste a una stretta securitaria e repressiva che insegue tormentoni mediatici ed esigenze politiche del momento. Questo aspetto non riguarda solo il governo ma anche amministrazioni comunali di “opposizione” creando una sorta di partito unico del decoro. Questo nuovo processo, però, non è distante dal Paese e dal suo malessere sociale che spinge costantemente a individuare “mostri” da sbattere contro il muro.
Due casi di cronaca
A Torino, dopo i fatti gravi di Piazza San Carlo durante la finale di Champions League, il sindaco Appendino ha dirottato la priorità della sicurezza urbana contro le zone della movida. Nel mirino la vendita e il consumo di alcol. Nulla di clamoroso nella normale azione amministrativa fino a due giorni fa quando si sono presentati plotoni antisommossa che senza distinzione hanno caricato e danneggiato persone, tavolini e locali commerciali. È stata messa in campo una forza sproporzionata in un luogo della città dove studenti e famiglie trascorrono momenti di relax e incontro.
Più a Sud, a Napoli, l’Amministrazione de Magistris si è ritrovata nel vortice delle polemiche per l’applicazione del decreto contro ambulanti (napoletani e migranti). Eppure a far da detonatore in questa settimana è stato un altro evento sul fronte “decoro” urbano. Un video girato e inviato attraverso le chat, poi pubblicato da quasi tutte le testate on line, mostra due giovani che fanno sesso in piazza. Dopo il dibattito, le manie da voyeurismo perbenista e le polemiche dei giorni successivi ieri sera la donna viene individuata e fermate dalla polizia intervenuta in forze nella stessa piazza del misfatto. Come a Torino la risonanza mediatica ha portato la Questura ha usare mezzi e uomini con modalità “esemplari” in una città devastata dalla questione sociale e che silente accetta, senza scandalo, le minorenni vittime di tratta in strada a prostituirsi negli stradoni di periferia alla luce del sole.
I diritti a rischio
La pancia della società diventa “politica” che fa leggi e propaganda su misura. La risposta securitaria è quella più immediata di fronte a un Paese che vede peggiorare gli indicatori di povertà e la fuga di mezzo milione di lavoratori in 8 anni. Il “decoro” e l’ “ordine” sono i vecchi-nuovi pilastri di fronte alla domanda di protezione sociale, smarrimento culturale e trasformazione urbana.
Se questo fenomeno è solo all’inizio una conseguenza dei mostri che genera ha avuto una sua anteprima a Roma lo scorso martedì. Durante il flah mob di Amnesty International nella Giornata Mondiale del Rifugiato un giovane attivista ha criticato il decreto Minniti in un suo intervento. Subito dopo è stato identificato da un poliziotto (per il reato di opinione?) che, non contento, ha chiesto di dissociarsi da quanto dichiarato dal ragazzo agli organizzatori della manifestazione. Un’ingerenza sul diritto al dissenso e alla libertà di opinione che lascia sconcertati e apre scenari inquietanti.
Con le prossime elezioni alle porte si sta alzando una nuova bandiera che riunisce maggioranze e opposizioni in un partito unico: quello che ha bisogno di nuovi “mostri” per contendersi gli ultimi voti dei pochi votanti rimasti. Una possibile evenienza che non porterà nulla di buono al Paese, soprattutto per i nostri diritti.
Giuseppe Manzo