[Torino] Repressione e movida: la polizia distrugge locali e bastona i clienti

Nella notte tra il 20 e il 21 giugno si è verificato a Torino, nel quartiere Vanchiglia, un episodio repressivo estremamente grave che ha colpito indistintamente una folla di persone intenta a passare una serata al bar con gli amici, con fidanzate o parenti. La scena che gira in rete è agghiacciante. Decine di celerini che manganellano e pestano persone a caso colpevoli esclusivamente di essere sedute al bar. La ragione “ufficiale” risiede nella necessità di far rispettare l’ordinanza anti movida approvata dalla giunta Appendino (M5S) ma è evidente che per due birre sia quanto meno insolito muovere la celere. L’attacco è rivolto a quel quartiere perché in quel quartiere ha sede il Centro Sociale Askatasuna, uno dei riferimento del movimento di resistenza delle masse popolari a livello nazionale.

La verità, quindi, è che a fronte degli effetti della crisi, la mobilitazione delle masse popolari cresce e la repressione delle autorità borghesi diventa sempre più diffusa e su ampia scala. È una tendenza irreversibile. I vertici della Repubblica Pontificia sempre più ricorrono alla repressione per colpire le avanguardie di lotta e in generale chi si mobilita. Sempre più sono i restringimenti delle libertà politiche e democratiche contro i comunisti e le avanguardie di lotta ma anche direttamente contro le masse popolari. Il Decreto Minniti è ultimo dispositivo, in violazione della Costituzione, che va in questo senso.

L’episodio di Torino, come prima quello della biblioteca a Firenze, gli attacchi repressivi contro gli studenti nelle scuole in tutta Italia o la repressione infame degli ambulanti a Napoli in nome del decreto Minniti, sono tutte intimidazioni che alimentano il senso di insubordinazione delle masse popolari, il loro odio di classe, l’insofferenza verso l’incapacità da parte della borghesia di dirigere il proprio ordinamento politico. Per questo fare fronte alla repressione è ambito di scuola di lotta di classe, è scuola di organizzazione, di solidarietà e in definitiva, tutti coloro che “resistono al colpo” si rafforzano.

La denuncia pubblica e politica di questi episodi, insieme alla costruzione di azioni di lotta alla repressione, sono elementi sempre più diffusi nel paese e che sempre più vanno incoraggiati, perché la storia della lotta di classe e dell’umanità dimostrano che non solo si può vincere, ma che vinceremo!

Non sono i padroni ad essere forti, sono le masse popolari che non fanno valere ancora la propria forza!

 

A seguire rilanciamo due interessanti scritti sull’accaduto di Osservatorio Repressione e il Centro Sociale Askatasuna

 

***

Da www.osservatoriorepressione.info

Torino: Una notte di follia poliziesca

 

Quella appena trascorsa è stata una notte di follia poliziesca nel quartiere Vanchiglia, a Torino. Lo scenario è nuovamente quello di Piazza Santa Giulia, zona attraversata dalla movida accanto al centro sociale Askatasuna, e il causus belli è ancora l’ordinanza liberticida anti-alcol della sindaca pentastellata Appendino, che dopo i fatti di Piazza S.Carlo – la calca e il panico durante la finale di Champions – ha vietato gli alcolici da asporto dopo le ore 20. Proprio in Santa Giulia, la settimana scorsa, alcune volanti della polizia e della polizia locale si erano presentate per far rispettare – a suon di multe – l’ordinanza ed erano state cacciate da decine di persone tra frequentatori dei locali, abitanti del quartiere e compagni del vicino centro sociale. Ieri sera, allora, la Questura ha deciso di mostrare i muscoli e, per scortare i controlli anti alcol, si è presentata con una decina di camionette della celere, schierando decine di celerini in strada con tanto di casco, scudo e manganello.

La scena della Polizia in tenuta antisommossa in mezzo ai dehors dei locali è assurda e surreale, partono quindi cori e sfottò da parte dei presenti esterrefatti. La celere, dunque, se ne va e in strada rimane solo la Digos la quale, dopo nuovi attimi di tensione con i frequentatori del quartiere, richiama i reparti a intervenire. E’ qui che si scatena, per l’ennesima volta, l’inaudita e grave violenza della polizia: i celerini scendono dai blindati di corsa, armati di tutto punto, e caricano. Manganellano alla cieca i frequentatori dei locali, distruggono sedie e tavolini nei dehors dei locali, travolgono bambini, picchiano ragazze e ragazzi che stanno bevendo un drink, coppie che stanno cenando. Le foto e i video non lasciano spazio all’immaginazione: bicchieri, piatti, sedie e tavoli a terra, distrutti. Agenti in assetto antisommossa che urlano, minacciano e pestano tra i tavolini. Ci sono stati anche due fermi e diverse persone sono rimaste ferite.

La testimonianza a Radio Onda d’Urto di Stefano Bertolino giornalista di FanPage Ascolta o scarica

*****

dalla pagina fb del centro sociale askatasuna.

La notte tra il 20 e il 21 giugno abbiamo assistito a una serata di una gravità INAUDITA. A poche settimane dai tragici fatti di Piazza San Carlo la polizia è venuta in una piazza piena di gente a PROVOCARE.

Non troviamo altri termini per definire un’operazione anti-movida portata avanti con la celere in assetto anti-sommossa, tutto per cercare qualcuno che si era portato la birretta da casa o dal minimarket.(video)

Sono arrivati 10 blindati pochi minuti dopo l’ora x (le 8 di sera), con gli agenti scesi direttamente con scudi, casco, manganello alla mano e fare minaccioso in mezzo a una folla esterrefatta: “ma sta succedendo DAVVERO?!” era il commento che si sentiva di più.

Tanti giovani e abitanti della piazza hanno iniziato a chiedergli di andarsene. Ovviamente c’eravamo anche noi. Alcuni di noi a Vanchiglia ci abitano, altri ci lavorano, altri ancora ci studiano, tutti ci facciamo politica (da ormai 20 anni). Partono cori e canti goliardici “Celerino portaci da bere!” “tout le monde deteste la police” “l’ordinanza è solo ipocrisia, non risolve i problemi e porta polizia”.

Gli agenti sono nervosi e stanno facendo la solita pessima figura (la scorsa settimana erano già stati cacciati via), nonostante la palese provocazione l’atmosfera resta tranquilla, d’altronde non potrebbero essere più ridicoli con i loro scudi e manganelli per impedire l’aperitivo in una sera d’estate. Visto che nessuno dei presenti si lascia intimidire decidono di andarsene. Tutti tranne la squadra della digos. Gente che conosciamo bene nel quartiere, una degli agenti solo qualche mese fa è venuta a sfrattare una famiglia con tre bambini piccoli. Continuano a provocare, prendono insulti e poi richiamano gli agenti in antisommossa.

A questo punto comincia lo SCEMPIO. Abbiamo visto tante manifestazioni anche “calde” ma mai abbiamo visto una gestione dell’ordine pubblico così FOLLE. La polizia scende manganello alla mano e carica per cento metri spaccando i bicchieri sui tavolini dei locali e spingendo la gente verso una catena che è sul lato della piazza che ha fatto da effetto transenna. Seduti ai tavolini c’erano famiglie, c’erano bambini, c’erano anche persone anziane che sono finite in mezzo alle cariche. Commercianti incazzati neri costretti a chiudere. Giovani presi da attacchi di panico. Ma anche tanta rabbia di chi non ci sta a subire le prepotenze della polizia.

Almeno due persone sono state fermate e una decina sono ferite.

21 GIUGNO. L’ESTATE È APPENA COMINCIATA.

Ecco il video delle assurde cariche di Torino: http://youmedia.fanpage.it/video/aa/WUmgluSwmT8aZryq

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