La notizia che alcuni operai francesi della Renault minacciano di far saltare in aria lo stabilimento con delle bombole a gas se non si sbloccano i negoziati per il mantenimento dei posti di lavoro, ha raccolto la solidarietà e l’ammirazione di tanti gruppi di operai e organismi di lotta nel nostro paese. Gli operai francesi sono la dimostrazione che la classe operaia se decisa e determinata è disposta a tutto pur di non cedere ai colpi dei padroni. Che gli operai francesi, così come i compagni della Rational di Massa in occupazione da circa 40 giorni, siano da esempio per la classe operaia di tutto il paese: la classe operaia può e deve rialzare la testa!
Nel nostro paese decine e decine sono i comitati di lotta operai, distribuiti in alcune delle più importanti aziende: costruire organismi operai nelle aziende che si occupano dell’azienda ed escono da essa, per legarsi alle altre esperienze di lotta operaia, è la linea da seguire per impedire lo smantellamento dei posti di lavoro. Resistere un minuto in più del padrone non basta: bisogna contrattaccare!
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Francia: operai a rischio licenziamento minano la fabbrica della Renault a Creuse
“Abbiamo minato la fabbrica”. Ad annunciare l’azione di lotta è stato un delegato sindacale dello stabilimento
Le languide carezze della notte della vittoria del pargolo dell’alta finanza, sono già finite. Dal centro della Francia, è arrivato un primo avvertimento al taumaturgo rothschildiano Emmanuel Macron.
“Abbiamo minato la fabbrica”. Con queste parole, il delegato sindacale di GM&S de La Souterraine, un impianto della Creuse, ha annunciato che gli operai hanno minato il sito con bombole di gas.
Gli operai rischiano di perdere il lavoro per la chiusura ormai imminente dello stabilimento, che riceve subappalti da PSA (Peugeot e Citroen) e Renault.
L’azienda è in amministrazione controllata dal dicembre 2016. Il tempo ormai stringe: il 23 di maggio è il termine ultimo per trovare un acquirente. In un comunicato i sindacati hanno denunciato “il fallimento dei negoziati”.
Gli operai hanno anche distrutto due macchinari, tagliandoli in due con la fiamma ossidrica, come mostra in un tweet la radio locale France Bleu Creuse.
“Fa male al cuore, ma non abbiamo altra scelta per fare pressione, se non vogliamo scomparire!”, ha dichiarato un dipendente a France Info.
Dopo un periodo di grande incertezza e di vane promesse, sistematicamente disattese, gli operai, la cui età media è di 49 anni, si sono radunati nella fabbrica e dicono che intendono occuparla fino a quando non avranno ricevuto risposte da parte dei costruttori automobilistici. Al momento le trattative con le case automobilistiche sono ferme e non sono arrivate nuove commesse.
Sul posto ci sono anche rappresentanti della Confédération générale du travail (CGT), la confederazione sindacale francese. Sono stati proprio loro a riferire che gli operai hanno piazzato delle bombole ad aria liquida sotto il parcheggio, collegate a delle bottiglie di gas e a delle taniche di benzina.
“Quello che chiediamo sono incontri seri”, ha detto Vincent Labrousse, delegato della Cgt.
La forza lavoro appesa ad un filo è di circa circa 280 persone.
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