La CGIL/FIOM perde ancora pezzi e questa volta accade in Marcegaglia, a Ravenna. Riportiamo il comunicato di due RSU ex FIOM che hanno aderito ad USB, in polemica con le politiche dei sindacati confederali. Contemporaneamente, riportiamo anche uno stralcio di un articolo del (nuovo)PCI (datato febbraio 2016) in merito ai sommovimenti in campo sindacale e il compito che devono porsi i comunisti, e i sindacalisti onesti e dediti alla causa dei lavoratori: “Oggi il corso delle cose pone ogni sindacato di fronte al fatto irreversibile che l’epoca del “capitalismo dal volto umano” è finita: per alcuni decenni le masse popolari hanno strappato alla borghesia grandi conquiste in ogni terreno, ma esse erano frutto dell’avanzata della prima ondata delle rivoluzione proletaria. Ora i sindacati o contribuiscono alla mobilitazione dei lavoratori, alla loro organizzazione (costituzione di OO e OP) e alla costituzione del loro governo d’emergenza, oppure si riducono sempre più a succursali e appendici degli uffici personale dei padroni, del loro settore “risorse umane” (i sindacati di servizio promossi dalla CISL e dagli altri sindacati gialli). Chi oggi è ancora in mezzo, sempre più è costretto a scegliere tra le due vie: o rinnovarsi e partecipare al movimento per la costituzione del GBP o diventare un sindacato di servizio padronale.
L’unico rinnovamento efficace e importante del movimento sindacale stante l’attuale corso delle cose, stante la fine dell’epoca del “capitalismo dal volto umano”, è l’impegno delle sue relazioni e funzioni per promuovere la mobilitazione dei lavoratori a occuparsi della salvaguardia delle aziende, l’organizzazione dei precari, dei cassintegrati, dei disoccupati, la mobilitazione comune per dare al paese un governo deciso e in grado di attuare le misure d’emergenza che le organizzazioni sindacali stesse già indicano come necessarie; è lavorare in questa direzione sfruttando tutte le situazioni: impresa tanto più efficace quanto più si padroneggia la linea, ma che di fatto viene compiuta già oggi anche da organizzazioni e personaggi che non hanno affatto abbracciato la linea della costituzione del GBP. (…) Senza quel rinnovamento del movimento sindacale di cui abbiamo detto sopra, ogni cedimento dei sindacati conflittuali, alternativi e di base alle imposizioni dei padroni e delle loro autorità (quindi nella direzione dell’omologazione con i sindacati di regime) porterà alla scissione di alcuni aderenti e di alcuni dirigenti che non accettano quel passo. D’altra parte i sindacati conflittuali, alternativi e di base, confondendosi con i vecchi sindacati di regime diventano la loro ala sinistra: quindi raccolgono l’adesione degli iscritti e dei dirigenti di questi più insofferenti della collaborazione e complicità dei sindacati di regime con i padroni e le loro autorità.” Leggi qui il comunicato completo.
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Aderiamo all’USB per i diritti e la dignità del lavoro
Nazionale, 08/05/2017
Da delegati RSU della Marcegaglia e dirigenti provinciali della Fiom di Ravenna abbiamo condotto una battaglia contro la degenerazione del sindacato confederale. Ci siamo opposti con forza e determinazione alla firma di un contratto nazionale che ha svenduto un decennio di lotte dei lavoratori e delle lavoratrici. Mentre la Fiom e la Cgil continuano a celebrare successi improbabili, la condizione di chi lavora, anche nella nostra fabbrica, peggiora continuamente. Per queste ragioni abbiamo deciso di dimetterci da ogni incarico, revocare iscrizione alla Fiom e costruire USB alla Marcegaglia. Lo stabilimento di Ravenna conta circa 850 dipendenti e ci sono moltissimi problemi: dalla sicurezza alle condizioni di lavoro, per non parlare dell’assenza di diritti e tutele dei lavoratori e delle lavoratrici delle imprese che operano dentro Marcegaglia. C’è bisogno di un sindacato indipendente, democratico e conflittuale. C’è bisogno di un’alternativa a Cgil Cisl e Uil. Ci prepariamo al rinnovo delle elezioni RSU con una lista dell’unione sindacale di base che possa sancire finalmente l’avvio di un percorso per la riconquista della dignità e del valore del lavoro.
Giuseppe Limantri
Maurizio Discenza