[Firenze] Occuparsi dell’azienda: gli operai GKN fanno scuola!

Rilanciamo il comunicato firmato dalle RSU FIOM della GKN di Firenze. Il comunicato parla da solo: la classe operaia, se determinata a vincere, può rompere con le direttive padronali, con il CCNL, attuando la Costituzione in fabbrica e sui luoghi di lavoro. L’esempio GKN deve essere da spinta alle centinaia di aziende in lotta oggi, e per tutti gli operai decisi a rompere con il rinnovo dell’infame e truffaldino CCNL, contro le delocalizzazioni e le chiusure, per il miglioramento delle condizioni di lavoro e per difendere e creare nuovi posti di lavoro!

***

I nostri diritti sono indisponibili

Noi lavoratori Gkn, seguendo quanto in teoria detto dalla Fiom, dal 2009 fino a Dicembre 2016, abbiamo portato avanti battaglie contro gli accordi separati del Contratto Collettivo Nazionale dei Lavoratori metalmeccanici 2009 e 2012. Ci siamo quindi opposti ai loro contenuti e contemporaneamente al cosiddetto “marchionnismo” che dalla Fiat si è propagato al resto del paese. Abbiamo sostenuto il concetto di “diritti indisponibili”.

Grazie a quelle battaglie in Gkn si applicava il Ccnl 2008, l’ultimo firmato unitariamente anche dalla Fiom e votato dalla maggioranza dei lavoratori. Non era il miglior contratto possibile ma almeno forniva un argine ad alcuni peggioramenti sostanziali contenuti nei contratti firmati successivamente solo da Fim e Uilm.

Nonostante l’applicazione di un Ccnl di 8 anni fa ci mettesse al riparo da quanto contenuto in quelli separati dal 2009 al 2012, ci era chiara la natura generale della sfida: o la Fiom riconquistava il contratto con i suoi contenuti o sarebbero stati i contenuti di Fim e Uilm a conquistare la firma della Fiom nei contratti nazionali successivi. Si è verificata purtroppo la seconda opzione.

Con la firma unitaria del nuovo Ccnl nel Dicembre del 2016 la Fiom accetta di fatto di “rinnovare” il contratto separato del 2012 contro il quale all’epoca aveva fatto mobilitazioni. Un fatto che chiude un ciclo e che, nel bene o nel male, avrebbe meritato una profonda riflessione tra delegati, attivisti e quadri dell’organizzazione. Abbiamo assistito invece solo a vuoti festeggiamenti e accuse verso i delegati critici. Il punto più basso è stato toccato quando durante un attivo dei delegati Fiom fiorentini abbiamo spiegato una verità elementare e tecnica: rinnovando il Ccnl 2012 si accettavano le penalizzazioni della malattia, contenute in quel contratto. Ci fu risposto che mentivamo al punto da essere minacciati di querele.

Intanto da Gennaio 2017 in azienda entravano tutti i peggioramenti contenuti nel Ccnl 2012 insieme a quelli portati dal rinnovo del 2016: il decurtamento economico dei primi tre giorni di malattia, l’aumento dell’orario di lavoro attraverso gli straordinari obbligatori e non contrattabili, la plurisettimanalità in mano all’azienda, i premi produzione totalmente variabili, le riassorbibilità degli aumenti del salario decisi dai Ccnl, la regolamentazione in peggio della legge 104/1992, le assicurazioni sulla salute attuabili con il silenzio assenso, sono diventate le regole da applicare anche in Gkn.

Quello che eravamo riusciti a respingere con la lotta, seguendo le indicazioni della nostra organizzazione sindacale, in un solo colpo ci rientravano in fabbrica dalla porta principale. Il tutto con il beneplacito e i festeggiamenti di Landini e del gruppo dirigente.

La firma di questo Ccnl per i metalmeccanici, iscritti Fiom compresi, è un vero e proprio cambio di passo sul modello sindacale in Italia. Le aziende non si sono fatte sfuggire questo piccolo particolare.

Nel mese di Febbraio del 2017 la stessa direzione aziendale ha convocato assemblee di reparto per spiegare le novità contenute nel nuovo Ccnl. Un atto che scuote tutti i lavoratori: mai nei 23 anni di presenza della multinazionale sul territorio fiorentino, la direzione aziendale si era presa la briga di venire in officina davanti agli operai per spiegare un contratto nazionale. Questo appunto la dice lunga su i contenuti del nuovo Ccnl. Per dovere di cronaca è opportuno specificare che il Ccnl 2016 in Gkn è stato bocciato dal 92% dei lavoratori e venendoci a spiegare i suoi contenuti (come se non li conoscessimo!) l’azienda ci lanciava questo messaggio: è la vostra stessa organizzazione sindacale che ci dà ragione…

La lotta e l’accordo

La nostra reazione non si è fatta attendere. Ci siamo riuniti il primo Sabato disponibile, fuori dall’orario di lavoro, in modo da discutere tutti insieme delle prospettive interne riguardanti sia il futuro dell’azione sindacale sia del recupero dei diritti che con l’applicazione del Ccnl 2016 andavamo a perdere. 90 lavoratori (in totale siamo 450) hanno dato vita vita a un “Collettivo Di Fabbrica” cioè una forma di auto-organizzazione sindacale interna che affianchi l’azione della RSU.

La stessa settimana ci siamo riuniti in assemblea con sciopero. All’unanimità, con delegati e lavoratori iscritti ad altri sindacati confederali e non, abbiamo votato un ordine del giorno per dare mandato alla RSU di intraprendere una trattativa con la direzione aziendale Gkn Firenze su temi come malattia, legge 104, PDR, quote esenti di Sabati in straordinario, orario di lavoro, riassorbibilità.

Questo documento poi è stato trasformato in accordo e presentato alla direzione aziendale. La Fiom nazionale è stata informata da noi di ogni passo. L’accordo è stato vagliato dalla stessa consulta giuridica nazionale della Fiom.

Passano le settimane ma la risposta della direzione aziendale sull’accordo è titubante. Consci del fatto che solo la lotta paga, un’altra assemblea in sciopero dei lavoratori Gkn proclama un pacchetto di 10 ore di sciopero a sostegno della trattativa che, per la cronaca, comprende anche questioni interne.

Con il pacchetto di ore di sciopero pronto a partire, e l’evidente determinazione in officina di giungere anche a forme di sciopero articolato, con blocchi in entrata e in uscita si giunge a un accordo che sancisce:

  1. nessuna forma di penalizzazione della malattia per quanta riguarda il trattamento di malattia cosiddetto “a comporto breve”, ovvero per assenza di malattia per durata non superiore a cinque giorni, “l’Azienda riconosce per i primi tre giorni di malattia il 100% di trattamento economico indipendentemente dal numero degli eventi nell’anno”

  2. nessuna limitazione della legge n° 104/1992, salvo disponibilità del lavoratore a pianificarla (con il ribaltamento di quanto scritto nel contratto nazionale): “l’Azienda applicherà le norme in vigore all’interno dello stabilimento antecedenti alia firma del Ccnl del 2016 per lavoratori che usufruiscono dei permessi legge 104/1992, come condizione di miglior favore”

  3. plurisettimanalità (trasformazione di lavoro straordinario in lavoro ordinario e settimana lavorativa di 48 ore con recuperi successivi) subordinata a approvazione dei lavoratori e nessun raddoppio delle ore di straordinario obbligatorio: “le Parti concordano che in caso di qualsiasi variazione dell’orario di lavoro e/o dell’ orario plurisettimanale il tutto potrà essere applicato solo previa accordo con la RSU, le ore di regime di straordinario definite “quote esenti” a disposizione dell’azienda per i motivi previsti dal Ccnl sono 40 ore annue”.

  4. nessuna riassorbibilità degli aumenti fissi individuali e collettivi aziendali e mantenimento di una quota fissa di PDR (Premio di Risultato) slegata cioè dall’andamento produttivo ed economico: “le Parti concordano che gli aumenti individuali e collettivi Aziendali attualmente in essere e futuri, anche in caso di rinnovo del contratto integrativo Aziendale, non saranno riassorbibili dai futuri aumenti salariali, con la sola eccezione del personale inquadrato all’8° Livello Quadro del vigente Ccnl, e concordano altresì che il PDR in GKN Firenze continuerà anche in futuri accordi ed accordi integrativi aziendali a non essere totalmente variabile, con una parte fissa non conguagliabile”.

Nell’accordo sono state inserite anche 7 assunzioni immediate, considerate da noi un anticipo di una futura lotta per la stabilizzazione di tutti i precari. Non si può lottare per maggiori diritti per chi è assunto se non si estende la mobilitazione a chi assunto non è.

Alcune considerazioni

Questo accordo, per quanto ci riguarda, è da considerarsi a tutti gli effetti un accordo migliorativo e vogliamo che la nostra organizzazione, la Fiom, generalizzi accordi di questo tipo anche nelle altre aziende soprattutto dove è in maggioranza. Non vorremmo che questo non avvenisse con la scusa di compromettere la cosiddetta unità ritrovata (??) con Fim e Uilm e soprattutto con Federmeccanica. Questo perché i rapporti con le altre organizzazioni sindacali in Fiat e altrove sono ben diversi dal definirsi buoni, corretti e unitari. Quella che va praticata è l’unità dei lavoratori su i temi comuni come avviene in Gkn.

Respingiamo facili giustificazioni del tipo “in Gkn riescono a fare certi accordi perché…nelle grandi aziende è facile…perché sono bravi…perché il mercato dell’auto in questi momento tira.” ecc. ecc. Sarebbero solo motivazioni per sostenere una nostra “particolarità” in maniera tale da considerare non generalizzabili i nostri risultati. In Gkn gli operai hanno gli stessi limiti, le stesse paure, la stessa ricattabilità del resto dei metalmeccanici italiani. E nelle grandi aziende non è più facile o difficile. E’ diverso. Siamo stati parzialmente fortunati, perché in condizioni diverse di mercato sarebbe stato molto più difficile portare a casa tale accordo. Ma non ci risulta che in altre aziende “che tirano” vengano portati a casa simili accordi. E se davvero siamo “bravi” sarebbe opportuno ricordarsene anche quando ci poniamo in stridente contraddizione con la linea dei vertici Fiom.

Ma niente di tutto questo centra il punto. Non esiste l’oasi felice e non è questo l’obiettivo per cui lottiamo. Abbiamo portato a casa accordi di ogni tipo: da noi si applica l’articolo 18 del 1970, quindi né la Fornero né le tutele crescenti del Jobs-Act. Da noi non si applica il Testo Unico sulla Rappresentanza (T.U. 10 Gennaio 2014) e l’RSU è rinnovata secondo proporzionalità pura senza clausole di esigibilità, non si applica il famigerato art.8 della manovra finanziaria Berlusconi del 2011 sulle deroghe; Nel reparto di assemblaggio le pause ergonomiche sono quattro da dieci minuti, oltre alla pausa mensa e il tempo tuta interno all’orario di lavoro. Lo straordinario di Sabato è solo su base volontaria, maggiorato al 100%, e l’azienda lo può attivare passando di volta in volta da una previa discussione con l’RSU che ne motivi la reale necessità. Il parco interinali (che da noi non può superare il 10% del totale dei lavoratori) non può essere rinnovato a piacimento da parte dell’azienda. Esiste un “bacino di reclutamento”: se un interinale viene mandato via per calo di lavoro, si ripartirà a chiamare lui appena il lavoro torna a salire. Le assunzioni devono seguire l’anzianità di servizio dei precari, senza possibilità che l’azienda assuma in base a criteri non trasparenti.

Si tratta in fondo di accordi difensivi: energie e scioperi che abbiamo dovuto mettere in campo non per avanzare ma per difenderci e mantenere le condizioni che ci sono state tolte contratto dopo contratto, accordo nazionale dopo accordo nazionale, legge dopo legge.

Abbiamo resistito e rivendicato i nostri diritti per dimostrare che si può fare e quindi si deve, che si sarebbe potuto anche in altre fabbriche e in altri luoghi di lavoro, che il sindacato poteva anche in questi anni difficili “essere davvero un’altra cosa”, che un altro modo di fare sindacato è possibile. Questa nostra pratica è lì a dimostrarlo. Non in teoria ma nelle condizioni di vita e di lavoro diverse di uno stabilimento come il nostro che (ricordiamolo) è collegato produttivamente proprio a Fiat e che quindi era il candidato numero uno a subire tutto quanto è stato subìto in quel gruppo industriale.

Per concludere questo comunicato più che essere una critica al mondo sindacale in generale e alla nostra organizzazione in particolare, vuole essere uno stimolo per tutti i lavoratori e delegati a diventare davvero gli unici protagonisti della propria vita lavorativa e che riconoscendosi come classe vorranno e dovranno provare a continuare le lotte per resistere a gli attacchi, portare avanti un interesse collettivo, rivendicare i diritti che ci vengono portati via da anni. Solo la partecipazione diretta e attiva di lavoratori e delegati può spingere le strutture sindacali a combattere e a organizzarci per migliorare le nostre condizioni di vita e di lavoro.

Rsu Fiom Gkn

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