Sosteniamo Stefania e i diritti delle donne: fuori obiettori, Vaticano e fascisti dagli ospedali

Il 10 aprile, presso il Tribunale di Milano, si รจ svolta la prima udienza del processo a Stefania, la segretaria della sezione di Sesto San Giovanni. I fatti risalgono al 4 maggio 2013, quando fuori dalla clinica Mangiagalli di Milano si stava svolgendo una veglia di preghiera organizzata da un gruppo antiabortisti: alcune donne organizzarono un contro-presidio per contestarli e affermare la legalitร  dellโ€™aborto, lโ€™accesso allโ€™interruzione volontaria di gravidanza libero anche da giudizi morali e dai tentativi di colpevolizzare la scelta di una donna sul proprio corpo. Stefania, nel tentativo di rimuovere i cartelli contro la legge 194 affissi allโ€™ingresso dellโ€™ospedale, venne aggredita con un pugno al volto da un esponente dei comitati antiabortisti. A quel fatto sono seguite due denunce: quella di Stefania (per aggressione) e quella del suo aggressore (per ingiuria) e lโ€™apertura del processo. I presidi contro i gruppi di preghiera hanno raggiunto lโ€™obiettivo di scoraggiare la presenza degli antiabortisti, almeno fuori dagli ospedali.

Il processo di Stefania รจ in veritร  un processo a tutte le donne che lottano per difendere i loro diritti e i diritti delle masse popolari; viviamo in un paese dove giudici e tribunali assolvono chi stupra perchรฉ la donna non ha urlato โ€œNOโ€ o perchรฉ le donne stuprate erano immigrate nei CIE, archiviano i casi di abusi delle forze dellโ€™ordine che hanno picchiato e molestato attiviste NO TAV in stato di fermo; in cui iscritti a sindacati collaborazionisti si permettono tranquillamente di aggredire le operaie combattive come Stefania Fantauzzi della FCA di Termoli; in cui รจ normale fare il giro di decine di ospedali per abortire devi girarti alla ricerca di un medico che non sia โ€œobiettoreโ€ e in cui i padroni sottopongono a rappresaglia chi sciopera lโ€™8 marzo, come alla Electrolux di Solaro (MB).

Ecco quindi che questo processo, apparentemente favorevole a Stefania (unica ad essere parte lesa, visto che il reato di ingiuria รจ stato depenalizzato), mostra in veritร  il clima patriarcale, repressivo e oscurantista in cui ci troviamo e le testimonianze della DIGOS contro Stefania sono una conferma.

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Il processo a Stefania non puรฒ quindi ridursi solo a โ€œquestioni tecnicheโ€, ma deve essere un โ€œprocesso politico di rotturaโ€: sul banco degli imputati devono essere portati coloro che violano la legge 194, chi fa carta straccia della Costituzione e dei diritti delle donne delle masse popolari, chi finanzia e foraggia i gruppi antiabortisti e fascisti. Lโ€™accusa a loro non la deve muovere solo Stefania, ma tutte quelle donne che non accettano di sottomettersi a questo sistema di oppressione e sfruttamento, che si mobilitano, si organizzano e lottano contro lโ€™arroganza padronale, contro gli attacchi reazionari che vorrebbero le donne nelle case ad accudire i figli, gli anziani, i mariti e come oggetti di piacere. E il processo politico di rottura lo stiamo costruendo: attraverso lโ€™appello e la raccolta di firme con banchetti alle manifestazioni, ai mercati, fuori dalle aziende, dalle scuole e universitร , organizzando iniziative di solidarietร  a Stefania e contro la repressione e per la raccolta di fondi, costruendo presidi di solidali durante le udienze perchรฉ se โ€œtoccano una, toccano tuttiโ€. In sintesi non ce ne stiamo โ€œbuoniโ€ a sperare nellโ€™indulgenza del giudice o nelle leggi borghesi, vogliamo rivolgere questo attacco contro chi lโ€™ha portato a Stefania raccogliendo la solidarietร , rafforzando la mobilitazione delle donne che hanno scioperato lโ€™8 Marzo e sono scese in piazza, vogliamo farne una scuola per imparare a dirigere il movimento delle masse popolari organizzate nella costruzione di una nuova governabilitร , di unย  governo che applichi le parti democratiche e progressiste della Costituzione.

Chiediamo quindi ad ogni lettrice e lettore di Resistenza di sostenere Stefania: firmando lโ€™appello e invitando a firmarlo (lo trovate sul sito www.carc.it), facendosi una fotografia con un cartello Io sto con Stefania e chi difende la 194 e inviandola alla pagina Facebook Io sto con chi difende la 194, organizzando iniziative sul tema e in solidarietร  a Stefania, facendo una sottoscrizione economica per la campagna e per le spese legali, partecipando al presidio di solidali che faremo durante la prossima udienza il 29 maggio fuori dal Tribunale.

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