La solidarietà dei movimenti popolari, delle organizzazioni politiche, di altri sindacati con gli operai, i sindacati e le organizzazioni operaie più combattive che lottano e prendono parte al movimento di resistenza delle masse popolari contro il corso della crisi, è elemento fondamentale della costruzione di un’alternativa politica adeguata ai bisogni e alle esigenze delle masse popolari, un’alternativa che si ponga l’obiettivo di portare lo scontro di classe contro i capitalisti e i loro governi sul terreno politico. La repressione è un boomerang per il nemico, tanti più saranno gli attacchi repressivi, tanto più la solidarietà, l’azione comune e il dibattito franco e aperto diverranno armi da rivolgere contro la classe dominante.
Occorre creare una rete di organismi operai e popolari che non si limitino a parare i colpi del nemico, ma che siano decisi a passare al contrattacco, a prendere in mano direttamente aziende, scuole e territori, puntare al governo del paese, ossia a formare un governo loro diretta espressione che imponga i primi, urgenti rimedi agli effetti più gravi della crisi, un governo di emergenza popolare, che dia gambe per marciare alle parole d’ordine “attuare le parti progressiste della Costituzione”, a partire dalla centralità del lavoro (a ogni adulto un lavoro utile e dignitoso) e che garantisca piene libertà democratiche, sindacali, politiche.
Rilanciamo, di seguito, l’articolo pubblicato su www.sindacatounaltracosa.org come esempio di questi principi, come elemento da sviluppare e alimeantare.
“Per quel che ci riguarda, si tratti di un individuo, di un partito, di un esercito o di una scuola, io credo che la mancanza di attacchi da parte del nemico contro di noi sia una cattiva cosa, poiché significa che noi facciamo causa comune col nemico. Se siamo attaccati dal nemico, è una buona cosa, poiché ciò dimostra che abbiamo tracciato una linea di demarcazione nettissima tra noi e il nemico. Se esso ci attacca violentemente, dipingendoci con i colori più cupi e denigrando tutto quello che facciamo, si tratta di una cosa ancora migliore, poiché ciò dimostra non solo che abbiamo stabilito una linea di demarcazione netta tra il nemico e noi, ma anche che abbiamo conseguito notevoli successi nel nostro lavoro” – Mao Tse – Tung
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10 fascicoli contro chi lotta!
Ecco il vero obbiettivo della repressione contro il Si-Cobas.
La procura di Modena ha aperto 10 fascicoli di indagine contro le mobilitazioni organizzate dai lavoratori del Si Cobas all’ALCAR UNO.
Ecco il vero obiettivo della montatura mediatica costruita attorno alla vicenda di Aldo Milani. Indagini aperte per “I cortei non autorizzati messi in atto negli ultimi mesi. Queste inchieste sono state aperte per reati che vanno dalla resistenza a pubblico ufficiale alla violenza privata fino all’ interruzione di pubblico servizio. La Procura risponde così a questi cortei non autorizzati per di più organizzati per protestare contro un’indagine che anche il riesame ha confermato. Si può protestare e manifestare liberamente il proprio pensiero solo con cortei autorizzati e rispettando le leggi vigenti.”
Non si punisce chi sfrutta i lavoratori in maniera vergognosa e violando persino la legalità borghese ma, come sempre, si reprime chi lotta contro le barbarie di questo sistema. La tesi che la magistratura vuole far passare è che chi lotta in maniera dura e con picchetti è un estorsore perché impedisce al padrone di estorcere liberamente lo sfruttamento dei lavoratori.
Per questo la vicenda NON riguarda solo il Si Cobas ma al contrario colpisce tutti coloro che non piegano la testa e combattono contro lo stato di cose presenti, al di là della sigla sindacale o politica di appartenenza!
Questo attacco in stile Erdogan deve essere contrastato e respinto senza se e senza ma!
Sindacatoaltracosa-OpposizioneCgil Modena