[Termoli] FCA: solidarietà alla compagna operaia Stefania Fantauzzi, aggredita durante un’assemblea in fabbrica da un collaborazionista di Marchionne

“Per quel che ci riguarda, si tratti di un individuo, di un partito, di un esercito o di una scuola, io credo che la mancanza di attacchi da parte del nemico contro di noi sia una cattiva cosa, poiché significa che noi facciamo causa comune col nemico. Se siamo attaccati dal nemico, è una buona cosa, poiché ciò dimostra che abbiamo tracciato una linea di demarcazione nettissima tra noi e il nemico. Se esso ci attacca violentemente, dipingendoci con i colori più cupi e denigrando tutto quello che facciamo, si tratta di una cosa ancora migliore, poiché ciò dimostra non solo che abbiamo stabilito una linea di demarcazione netta tra il nemico e noi, ma anche che abbiamo conseguito notevoli successi nel nostro lavoro” – Mao Tse – Tung

Che ogni operaio avanzato, che ogni lavoratore, che ogni elemento avanzato delle masse popolari, che ogni organizzazione sindacale, politica e sociale esprima pubblicamente e chiaramente solidarietà alla compagna Stefania Fantauzzi, in prima linea contro l’oppressione padronale e contro le manovre dei sindacati collaborazionisti.

Il P.CARC esprime la massima solidarietà alla compagna Stefania Fantauzzi, operaia combattiva, delegata USB alla FCA di Termoli, per l’aggressione fisica e verbale subita, da parte di un dirigente della FIM-CISL, durante l’assemblea di fabbrica indetta dai sindacati firmatari dell’accordo con l’azienda sul CCSL, per aver denunciato e criticato apertamente i giochi sporchi e il malaffare sul cosiddetto welfare contrattuale.

Le assemblee con le quali i sindacati di regime firmatari tentano di far digerire agli operai l’accordo che sancisce i “pagamenti in natura” e che si stanno tenendo proprio in questi giorni in tutti gli stabilimenti FCA e CNH si stanno svolgendo in un clima di pesante pressione su quei moltissimi operai che esprimono disappunto, quando non proprio di aperta repressione su quegli operai che manifestano il loro dissenso rispetto a un accordo-capestro che apparentemente riconosce un corrispettivo economico ai dipendenti, ma praticamente permette all’azienda di prendere i soldi stanziati per i dipendenti direttamente dal premio presenza in busta paga. Grande il vantaggio per l’azienda che su quei soldi non paga tasse né versa contributi e, quindi, dei suoi azionisti, che incassano, così, maggiori quotazioni per i loro investimenti. Grande beffa, invece, per i dipendenti, sostanzialmente presi in giro e usati come paravento di un’operazione speculativa tramite la quale FCA mira ad imporre i suoi dettami anche alle altre piccole e medie imprese dell’indotto e del resto del paese.

Da tempo, ormai, il ricatto e il terrorismo aziendale sono rafforzati dal disfattismo e dalla rassegnazione predicati dalle direzioni dei sindacati di regime e da altri agenti padronali. Le direzioni dei sindacati di regime, però, non riescono a contrastare la crescente opposizione operaia al collaborazionismo che veicolano. Di qui i tentativi di intimidazione, l’isolamento degli operai più combattivi, fino all’aggressione di fatto, pur di dimostrarsi “affidabili” al padrone. Queste uscite, però, altro non sono che un segno dell’affanno in cui versano nel mantenere il loro ruolo sociale all’interno degli stabilimenti, tra chi lavora. Lo stesso ricorso che Marchionne fa ai sindacati di regime per imporre “pace sociale” e mediazione a favore dell’azienda è un segno di debolezza di un padronato che teme la rabbia operaia che monta ovunque e il diffondersi di organizzazioni autonome da quelle controllate dall’azienda.

Non è vero che alla FCA e in tutte le altre aziende non c’è niente da fare! Ovunque qualcuno, anche un piccolo gruppo, promuove resistenza operaia al modello autoritario sperimentato da FCA a Pomigliano (NA) e poi imposto a tutti gli altri stabilimenti del gruppo e si organizza per farlo, ovunque c’è qualcuno che comincia a prendere posizione e si organizza per far valere la forza della classe operaia la resistenza degli operai cresce e si sviluppa, cresce la solidarietà di classe e la mobilitazione contro le manovre del padrone e dei suoi agenti, la lotta prende corpo e si rafforza.

È quello che dimostrano proprio gli operai degli stabilimenti FCA di Pomigliano (NA) e di Melfi (PZ), dove, nel primo caso con la lotta contro i trasferimenti forzati disposti dall’azienda e nel secondo con quella contro i sabati lavorativi comandati, un piccolo gruppo di operai avanzati ha preso nelle proprie mani la lotta contro il sistema Marchionne e l’ha estesa ad altre fabbriche FCA e al territorio circostante. È quello che dimostrano anche la ex Lucchini di Piombino, la Rational di Massa, Almaviva, Alitalia e altre aziende. È quello che dimostrano il movimento NO TAV e quello NO TAP. È la lezione che traiamo dalle lotte in corso in questa fase: contro le misure antioperaie e antipopolari ci si mobilita per evitare che vengano decise e, se nonostante questo vengono imposte, ci si mobilita per boicottarne l’attuazione. Non importa in quanti si è all’inizio a promuovere questa mobilitazione, perché i primi che si mobilitano aprono la strada ad altri che ingrosseranno le fila della lotta. È in questo che riconosciamo alla compagna Stefania Fantauzzi il titolo di esempio e ruolo di avanguardia nella lotta operaia che va riprendendo spessore e continuità ed è in questo che anche l’azienda, in realtà, le riconosce lo stesso ruolo: ecco perché le scaglia contro i suoi cani da guardia.

Noi ribadiamo il nostro sostegno alla compagna, chiamando tutte le avanguardie operaie di FCA e delle altre aziende, tutti gli operai più combattivi, coscienti e avanzati in FCA e in altre aziende, tutte le organizzazioni operaie e popolari che da un capo all’altro del paese resistono al procedere della crisi generale del capitalismo alla solidarietà di classe e all’unità di azione, indipendentemente dalla tessera sindacale in tasca, per contrastare le manovre antioperaie di padroni e dei loro governi, di Marchionne, dei suoi agenti e dei suoi reggicoda, dei sindacati di regime e del “sindacalismo giallo” (filoaziendale), per anticiparne le prossime mosse e per rendere inapplicabili accordi e contratti presi sulla testa e sulla pelle degli operai tra governi eletti da nessuno, aziende e sindacati collaborazionisti.

Oggi è quanto mai necessario rilanciare la costruzione di organizzazioni operaie che non solo siano in grado di prevenire le mosse dei padroni e respingere ogni attività antisindacale e gli attacchi contro i lavoratori, come nel caso di Stefania Fantauzzi, ma che si occupino direttamente dell’azienda, impedendone smantellamento, delocalizzazione o ristrutturazione a danno dei lavoratori, che ragionino su come imparare a dirigerne il processo produttivo, che sviluppino coordinamento all’interno degli stabilimenti e fuori, con il resto del movimento di resistenza sociale diffuso sui territori.

La solidarietà dei movimenti popolari, delle organizzazioni politiche, di altri sindacati con gli operai più combattivi che contestano la direzione dei sindacati di regime sarà tanto più efficace quanto più essi stessi impiegheranno la propria autorevolezza, la propria capacità di organizzazione e mobilitazione, le proprie risorse nell’andare oltre l’attestato di solidarietà e nel portare lo scontro di classe contro i capitalisti e i loro governi sul terreno politico.

comitatioperaiinognifabbrica

Occorre creare una rete di organismi operai e popolari che non si limitino a parare i colpi del nemico, ma che siano decisi a passare al contrattacco, a prendere in mano direttamente aziende, scuole e territori, puntare al governo del paese, ossia a formare un governo loro diretta espressione che imponga i primi, urgenti rimedi agli effetti più gravi della crisi, un governo di emergenza popolare, che dia gambe per marciare alle parole d’ordine “attuare le parti progressiste della Costituzione”, a partire dalla centralità del lavoro (a ogni adulto un lavoro utile e dignitoso) e che garantisca piene libertà democratiche, sindacali, politiche.

Gli operai avanzati come Stefania Fantauzzi oggi hanno un grande compito storico da compiere: dare esempio, organizzare e mobilitare la classe operaia per costruire un’alternativa politica di governo per il paese. È questa anche la via per salvaguardare ed estendere le conquiste strappate con la lotta alla borghesia e al suo clero. Il P. CARC è con loro. Il partito del Governo di Blocco Popolare è anche il loro partito.

Solidarietà alla compagna Stefania Fantauzzi!

Costruire in ogni azienda organizzazioni operaie e popolari che si occupano dell’azienda (imparano a farla funzionare senza il padrone, difendono e affermano gli interessi e i diritti degli operai) ed escono dall’azienda (stringono rapporti con altre organizzazioni operaie e con le organizzazioni popolari della zona)!

Costituire il Governo di Blocco Popolare!

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