Nessun lavoratore è solo! Bollettino delle mobilitazioni operaie

Non sono i padroni a essere forti, sono i lavoratori che devono far valere la propria forza

Firenze, 24 gennaio. Michela Ruffa, delegata alla Continental di Pisa, interviene all’assemblea dei metalmeccanici promossa dall’area CGIL il Sindacato è un’Altra Cosa. “E’ dal 2011 che in Continental abbiamo aperto gli occhi e abbiamo cominciato a costruire azioni di contrasto alle pretese dell’azienda e da allora abbiamo incontrato l’ostacolo forte non tanto dell’azienda quanto della RSU di maggioranza e della Segreteria FIOM.Siamo partite in poche, tre sole donne e continuiamo a essere in pochi, ma la nostra azione è costante. Alle assemblee inizialmente era quasi impossibile dire la nostra tra offese, interruzioni da parte della Segreteria e del resto della RSU che cercava di far passare il nostro punto di vista come vaneggiamento senza supporto sindacale, assurdo nel contesto di crisi in cui ci troviamo.
Il messaggio che voglio far passare oggi qui è che la nostra attività sarebbe andata a finire se a un certo punto non avessimo incontrato i compagni della Piaggio. Abbiamo notato che i nostri problemi erano gli stessi che avevano nella loro fabbrica. Abbiamo quindi cominciato a denunciarli insieme e pian piano abbiamo costruito un fronte comune e visibile ai lavoratori… Il nostro era ed è il punto di vista di chi crede che i diritti non si scambiano con altri diritti ma si difendono, se ne pretende il rispetto e si rivendica indipendentemente dal contesto… Tentano di boicottarci gli scioperi, levano i nostri comunicati dalla bacheca sindacale, hanno provato a isolarci ma siamo diventati più forti e ora alle assemblee anche noi parliamo, non perché gli altri ce lo permettono, ma perché sono i lavoratori che vogliono sentirci parlare!La differenza fondamentale tra noi e loro è che noi non ci sentiamo rappresentativi perché ci sediamo ad un tavolo, ma perché i lavoratori vogliono sentire la nostra opinione e questo è quello che conta perché i lavoratori possano decidere”.

Genova, 7 febbraio. I lavoratori AMIU vincono la battaglia contro la privatizzazione del servizio di raccolta rifiuti; cortei, presidi, blocchi spingono il Consiglio Comunale a bocciare la manovra dell’Amministrazione Doria.

Atessa (CH), 12 febbraio. Un’ora di sciopero alla Sevel per protestare contro il divieto di interrompere la produzione per andare in bagno: un operaio e stato costretto a urinarsi addosso. Questo è “il clima” nelle aziende italiane.

Pianoro (BO), 13 febbraio. La Segafredo esternalizza i manutentori e licenzia un lavoratore a 2 anni dal pensionamento. Dopo 20 ore di sciopero a oltranza che paralizza la produzione, la proprietà è costretta alla marcia indietro, il licenziamento è annullato.

Firenze, 15 febbraio. Un’ora di sciopero per turno alla GKN, contro l’attuazione del nuovo CCNL. “I lavoratori, in pieno accordo con l’RSU, ritengono inaccettabile l’applicazione del contratto nazionale 2016 senza contrattazione acquisitiva. L’azienda non può pensare di applicare un contratto che è stato bocciato dal 90% dei lavoratori senza neanche passare da un incontro con la rappresentanza sindacale” si legge nel loro comunicato “Queste azioni di sciopero erano state discusse tra RSU e lavoratori in una riunione, l’11 febbraio, che pur essendo fuori dall’orario di lavoro e di sabato pomeriggio ha visto la partecipazione di ben 90 operai. E’ nata così la proposta di dar vita a un collettivo di lavoratori in grado di affiancare l’azione dell’RSU reparto per reparto”.

Piombino (LI), 16 febbraio. Centinaia di operai delle acciaierie fanno irruzione in Comune per chiedere lo svolgimento pubblico della “cabina di regia” sul futuro della Fabbrica. La mobilitazione è stata promossa dal Coordinamento Articolo 1 – Camping CIG a cui hanno partecipato anche i sindacati.

Brescia, 23 febbraio. Dopo 2 giorni di sciopero alla Fercam di Brescia, ottenuto il reintegro di due lavoratori lasciati a casa per rappresaglia.
Questa mobilitazione è rappresentativa delle lotte che il SI COBAS conduce con determinazione nella logistica e nel settore delle cooperative.

Roma, 23 febbraio. Migliaia di lavoratori Alitalia hanno partecipato alla mobilitazione (sciopero e manifestazione) indetta da CUB e USB al mattino (8 ore) e allo sciopero indetto dai sindacati di regime del pomeriggio (4 ore).

Roma, 25 febbraio. Migliaia i lavoratori delle telecomunicazioni al corteo indetto dal CLAT (Collettivo Lavoratori Autoconvocati Telecomunicazioni) e organizzato da tutte le sigle sindacali: Cobas, Snater, Cub, Usb e Cisal. La lotta è contro l’introduzione delle norme previste dal Jobs Act, la riduzione degli aumenti contrattuali e il vincolo di quelli in busta paga alla produttività attraverso il controllo individuale della prestazione.

Sesto S. Giovanni (MI). Gli operai GE (ex Alstom) sono in assemblea permanente, giorno e notte, dentro l’azienda da più di 150 giorni contro la chiusura dello stabilimento.

Milano. Appello alla solidarietà di classe degli operai della INNSE: “Camozzi (il padrone che ha portato la battaglia anche sul piano legale – ndr) ha a disposizione centinaia di migliaia di euro per pagarsi gli avvocati, noi no.Per questa ragione chiediamo a quanti hanno a cuore le sorti della nostra lotta di fare uno sforzo per contribuire economicamente alla riuscita della nostra impresa.Battere la prepotenza dei Camozzi non conta solo per noi, ma conta anche per chi ha deciso di non piegare la testa di fronte all’arroganza dei padroni.”

Forlì. Dal giornalino AltriRitmi degli operai Electrolux: “E’ da un po’ di tempo che nel nostro stabilimento l’azienda sta utilizzando ciclicamente una certa prassi che è sicuramente illegittima. Il vice capo del personale Sig. Samuel Sansoni scende al montaggio e insieme al capo reparto, Sig. Rinaldini Claudio chiamano a turno operai al loro “cospetto” per consegnare lettere, contestazioni disciplinari, pressare su assenteismo e quant’altro. I lavoratori, sprovveduti, vengono chiamati senza prima sapere perché, a giustificarsi di cose e a subire pressioni del tutto illegittime. Ci sono tante cose che l’azienda non può fare, ma ci prova, e più noi facciamo vedere di avere paura, più ci riesce. Per cui con questo articolo, oltre continuare spassionatamente a dirvi che non dovete avere paura, ristabilendo regole, diritti e doveri, proviamo di nuovo a informarvi su cosa fare quando si viene chiamati. Prima di tutto, chiedere perché, cioè chiedere prima di andare in ufficio perché vi cercano. Se non ve lo dicono (lo fanno) voi rispondete che ci andate volentieri ma che volete un delegato sindacale RSU lì con voi. Attenzione! Non un delegato RSU a caso, ma uno di vostro gradimento e vi consigliamo di chiamare uno di noi AltriRitmi. E’ purtroppo successo ancora che l’azienda per prima chiama il delegato sindacale ma lo sceglie lei! Non funziona così! Avete diritto ad avere con voi un delegato sindacale di vostra fiducia! Se poi vi accorgete che il vostro delegato RSU di fiducia coincide con quello dell’azienda, beh… fatevi una domanda e datevi una risposta!”

In tutte le aziende i padroni riversano gli effetti della crisi sui lavoratori e nella maggioranza delle aziende c’è un clima di intimidazione, precarietà e ricatto. Ma ognuno di questi esempi e i mille altri che non possiamo riportare o che persino non conosciamo, dimostra che in ogni azienda in cui esiste un gruppo di operai e lavoratori, anche piccolo, che si assume la responsabilità di organizzare gli altri, le cose iniziano a cambiare; che in ogni contesto un gruppo di lavoratori, anche piccolo, trova, se è deciso a farlo, il modo per organizzare e mobilitare i compagni e i colleghi.
Noi non conosciamo personalmente questi lavoratori, ma li portiamo come esempio per tutti gli altri; noi chiamiamo ogni lavoratore e ogni operaio a seguire questi esempi, a fare quello che è già possibile fare nell’azienda in cui lavora senza lasciarsi sfiduciare dal fatto che “è difficile”, “siamo in pochi”, ecc.
Il P.CARC sostiene ogni lavoratore che si prende la responsabilità di mobilitare e organizzare altri lavoratori all’interno delle aziende e di uscire dalle aziende per legarsi al movimento delle masse popolari. Mettiamo a disposizione la nostra esperienza e certamente faremo nuove esperienze insieme a coloro che si pongono l’obiettivo di imparare a far valere la forza dei lavoratori organizzati.

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