L’unità dei comunisti secondo il PC di Rizzo

Il documento in 10 punti è un passo avanti, rinnoviamo la disponibilità al confronto

Il 22 febbraio l’Ufficio Politico del PC di Rizzo ha emesso il documento Unità comunista. I 10 punti della discussione che vuole essere un contributo per l’unità dei comunisti. Riteniamo che il passo fatto sia positivo e di quel documento, che invitiamo tutti i nostri lettori a leggere, facciamo nostre due tesi che sono a premessa e a conclusione dei 10 punti alla discussione.
In premessa, il documento afferma che: “Oggi nel movimento comunista internazionale, e certamente nel nostro Paese, esistono serie differenze di vedute strategiche tra le forze comuniste presenti, di cui l’attuale frammentazione è un riflesso diretto. Ogni ragionamento sull’unità dei comunisti deve partire dal riconoscimento di questa realtà, comprendendo che lo stato attuale non è semplicemente il prodotto di personalismi e incomprensioni o volontà di difendere piccoli “orticelli” ma il risultato delle scelte e delle contraddizioni accumulate in anni nonché delle divergenze strategiche presenti”. E prosegue “Per l’unità comunista è presupposto un dibattito serrato su questioni di carattere strategico e un’unità nel conflitto di classe”. Su questa analisi concordiamo e proponiamo, nuovamente, che il dibattito serrato si faccia, apertamente e francamente, partendo dal dato di fatto che le differenze di concezione, di strategia e di tattica esistono, ma la loro esistenza non è ostacolo al confronto e alla politica da fronte.
In conclusione, il documento afferma che: “Noi vogliamo l’unità dei comunisti, a partire da una coerenza strategica e ideologica, che ha come premessa la critica degli errori passati”.
Aggiungiamo alla discussione sugli “errori passati” anche quella sui limiti attuali: cioè il dibattito e il confronto devono servire al che fare ora, perché non c’è pratica rivoluzionaria senza una giusta teoria rivoluzionaria.

Detto ciò, siamo consapevoli che i principali (ma non gli unici) elementi di divergenza fra la Carovana del (nuovo)PCI e il PC di Rizzo stanno nella concezione del mondo e si riversano nell’analisi e nella strategia: il PC basa la sua strategia sul fatto che le condizioni oggettive non sono favorevoli alla rivoluzione socialista (“non siamo in una situazione rivoluzionaria”), ideologicamente non solo non riconosce, ma denigra, gli apporti del maoismo, terza superiore tappa del pensiero comunista, e pertanto ragiona e opera senza tenere conto dell’esperienza complessiva della prima ondata della rivoluzione proletaria mondiale, ricchissima di insegnamenti sintetizzati e sviluppati dal maoismo.

Su molti dei 10 punti che il PC presenta come irrinunciabili per l’unità dei comunisti, noi siamo grossomodo d’accordo. Con alcune precisazioni. Quei 10 punti attengono prevalentemente ad aspetti di tattica (un esempio per tutti: che visione strategica sottende il rifiuto di allearsi con il PD? Il PD è un elemento passeggero e le alleanze elettorali sono una questione tattica…). Inoltre i 10 punti indicati dal PC sono prima di tutto un modo per distinguere dalla sinistra borghese quelli che il PC definisce e ritiene comunisti, una distinzione basata solo sul rapporto con e verso i partiti borghesi o con e verso i sindacati di regime. Manca del tutto un chiaro riferimento al ruolo delle masse popolari (in particolare alla classe operaia) e alla relazione fra comunisti e masse popolari.

Confrontarsi sulla concezione e sulla strategia significa confrontarsi:
– sull’analisi della crisi generale del capitalismo in corso, sulle sue basi oggettive e sui presupposti del socialismo (questo attiene all’unità rispetto alla concezione marxista del mondo): è crisi per sovrapproduzione assoluta di capitale? Cosa significa? Cosa comporta?
– Sul regime politico dei paesi imperialisti, il regime politico della controrivoluzione preventiva;
– sul bilancio della prima ondata della rivoluzione proletaria mondiale, sull’esperienza dei primi paesi socialisti (cosa dimostrano e cosa insegnano) e sui motivi del loro declino (non si può riassumere con “il tradimento” di qualcuno… il tradimento non è una categoria scientifica, non tratta, omette e squalifica a questione morale la lotta di classe che nel socialismo continua a esistere, non ne individua i contenuti e le forme… è metafisica);
– sulla strategia per la rivoluzione socialista (La rivoluzione scoppia? O la rivoluzione si costruisce? Da quando? Come? Con quali forze e in quali condizioni? Chi la costruisce?).

Solo i punti 2 (la centralità dell’analisi leninista dell’imperialismo), 3 (non basta parlare di semplice lotta per la dissoluzione delle alleanze imperialiste, non specificando come tale dissoluzione possa avvenire), 7 (la connessione della ricostruzione comunista con i processi di riorganizzazione del movimento comunista internazionale), 8 (la necessità di fare i conti con l’esperienza del movimento comunista del nostro Paese e in particolare con la storia del Partito Comunista Italiano) e 10 (il fine dei comunisti è il rovesciamento del sistema capitalistico e la costruzione del socialismo) indicati dal PC hanno in un qualche modo un legame, benché labile, con i quattro aspetti che attengono alla concezione (e alla strategia) necessaria per l’unità dei comunisti, alla coesione ideologica dei comunisti.

Lotta ideologica e politica da fronte. Ma il passo compiuto dal PC è un passo positivo rispetto alla chiusura totale a ogni confronto che ha mantenuto fino a oggi e il gruppo dirigente deve assumersi il compito e la responsabilità di svilupparlo. Noi siamo marxisti-leninisti-maoisti, siamo convinti della giustezza e perseguiamo il principio per cui “cento fiori fioriscano, cento scuole di pensiero gareggino” e siamo fermi oppositori della logica di concorrenza con ogni organismo, organizzazione o partito che vuole sinceramente contribuire alla rinascita del movimento comunista. Siamo cioè sostenitori della via che spinge al confronto, al dibattito aperto, alla critica e alla “polemica politica”. E siamo per l’unità d’azione: comune iniziativa verso le masse popolari e la classe operaia, mantenendo ciascuno la propria autonomia, solidarietà reciproca contro la repressione. Unità e lotta. Non c’è unità senza lotta, ma la lotta ideologica che conduciamo entro il movimento comunista ha l’obiettivo di costruire una superiore unità per rendere i comunisti più capaci (cioè, quanto le condizioni lo impongono) di fare la rivoluzione e instaurare il socialismo. E questo è obiettivo comune.

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