Generazione precaria, generazione di voucher, generazione del lavoro gratis per la Buona Scuola: le leggi, leggine, riforme e riformine della Repubblica Pontificia (lo Stato Italiano e il suo comandante occulto, il Vaticano) in crisi per le masse popolari significano lacrime, sangue, sudore e salute. A tutto questo non si può che rispondere con la lotta, con la costruzione dell’alternativa politica che metta al centro il protagonismo, i diritti, la vita e l’esistenza sana delle masse popolari del nostro paese. Una nuova governabilità che parta dai territori e si imponga come nuovo governo del paese, un Governo di Emergenza Popolare che applichi sin da subito le parti progressiste della Costituzione che i padroni non hanno mai rispettato e mai rispetteranno se non saremo noi a imporlo. Di seguito la storia di Tommaso, da un articolo di questa mattina tratto da Il Manifesto.
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Tommaso, 350 euro per le ustioni
L’infortunio con i voucher. Addetto alla cura e al rifornimento delle barche senza formazione. E una parte della paga era pure in nero
Tommaso Bucher ha venticinque anni, lavora all’Inca Cgil di Verona. Essere stato retribuito con i voucher sei anni fa, quando aveva diciannove anni ed era appena entrato nel mondo del lavoro, gli è costato molto caro. Ha raccontato la sua esperienza nel corso della presentazione del rapporto Inca sui ticket da 10 euro, spiegando che oggi guarda con molta più attenzione alla voce «copertura infortuni» nel suo lavoro quotidiano sulle pratiche del sindacato.
«Cominciai a lavorare in estate, subito dopo la maturità – spiega – Avevo trovato un impiego presso una azienda che affittava natanti ai turisti per brevi gite sul lago di Garda. Il proprietario mi disse subito che sarei stato retribuito con i voucher: nessun contratto, solo un accordo verbale, per sei ore di lavoro tutti i giorni fino a metà settembre. Retribuzione: 50 euro al giorno».
Tommaso non capisce bene neanche cosa siano i voucher – sei anni fa non erano noti come oggi – ma accetta con entusiasmo perché è giovanissimo, ha appena finito la scuola e questo è il suo primo lavoro. Le mansioni gli sono state spiegate velocemente, non ha avuto una vera e propria formazione: deve prendere le barche, consegnarle ai turisti, riattraccarle al largo in serata, dopo aver eseguito i rifornimenti.
Tutto procede più o meno bene per qualche tempo, anche se il pagamento che arriva ogni domenica per la settimana appena conclusa – spiega Tommaso – è solo in parte in voucher: «C’era sempre una percentuale di soldi in nero».
Le barche sono vecchiotte, a volte mancano dei pezzi. Ma l’episodio che cambierà la vita di Tommaso accade una sera che gli viene riportato uno dei natanti. Mentre fa rifornimento, si genera una scintilla da due fili della pompa di sentina (la pompa che rimuove l’acqua in eccesso dalla barca), e improvvisamente il ragazzo è avvolto dalle fiamme. Il suo datore di lavoro – bontà sua – lo porta in ospedale: diverse ustioni su gambe e torso. Risultato: 10 giorni di ricovero, un risarcimento di soli 350 euro dall’Inail. E i contributi per quel lavoro mai ritrovati nella sua posizione Inps: chissà dove se li sarà persi l’istituto, d’altronde si trattava solo di una manciata di voucher, una parte era perfino in nero.