[Milano] Salutiamo il compagno Luigi Pestalozza

Milano, 24 febbraio 2017

L’arte per l’arte, l’arte al di sopra delle classi, l’arte al di fuori della politica e indipendente da essa in realtà non esiste”
Mao Tse Tung, maggio 1942

Il 23 febbraio 2017 è morto Luigi Pestalozza, storico della musica, partigiano e comunista che non si è mai fatto fermare dagli acciacchi dell’età e ha sempre fatto tutto quello che poteva per tenere alto l’esempio dei primi paesi socialisti e il livello che l’umanità raggiunse grazie a quella esperienza.
Ricordiamo la sua partecipazione alla Festa della Riscossa Popolare della Lombardia del novembre 2015 per il tavolo tematico “Dialoghi musicali. La musica, una necessità sociale”, un incontro in forma di dialogo fra Pestalozza e Maurizio Franco sull’arte come necessità sociale e sulla possibilità di avvicinare le masse popolari alla musica d’arte; un dialogo attraverso cui si è ripercorso il suo impegno sociale e politico per mettere la sua conoscenza, la sua esperienza e la musica al servizio delle masse popolari e della classe operaia.
Lo ricordiamo per la testimonianza che ci ha portato rispetto alla musica nei primi paesi socialisti, dalla classica al jazz, e per averci raccontato di come negli anni ‘70 le fabbriche fossero diventate, con la collaborazione sua e di gente come lui, luoghi in cui portare i grandi concerti di musica classica che in genere si tenevano negli auditorium o nei grandi teatri. La musica per gli operai e per le masse popolari, l’arte per il popolo e con il popolo.

“Nella nostra lotta per la liberazione del popolo cinese ci sono diversi fronti, due dei quali sono il fronte della penna e il fronte della spada, ossia il fronte culturale e il fronte militare. Per vincere il nemico dobbiamo anzitutto fare affidamento sull’esercito che impugna il fucile. Ma questo esercito non basta; abbiamo anche bisogno di un esercito della cultura, esso è indispensabile per unire le nostre file e vincere il nemico. Un tale esercito si è costituito in Cina a partire dal Movimento del 4 maggio 1919 ed esso ha aiutato la nostra rivoluzione riducendo gradualmente la sfera d’influenza della cultura feudale cinese e della cultura dei compradores che è al servizio dell’aggressione imperialista e indebolendo la loro forza. Per opporsi alla nuova cultura, i reazionari cinesi possono solo “rispondere alla qualità con la quantità”. In altre parole, i reazionari hanno denaro e possono raggiungere alti indici di produzione, anche se non sono in grado di produrre nulla di buono.
[…] Qual è, in ultima analisi, la fonte di tutta la letteratura e di tutta l’arte? Le opere letterarie e artistiche, come tutte le forme ideologiche, sono il prodotto del riflesso di una determinata vita sociale nella mente umana. La letteratura e l’arte rivoluzionaria sono il prodotto del riflesso della vita del popolo nella mente degli scrittori e degli artisti rivoluzionari. La vita del popolo è sempre una miniera di materiale per la letteratura e l’arte. Si tratta di materiale allo stato naturale, di materiale grezzo, ma nello stesso tempo del materiale più vivo, più ricco e più importante che vi sia. In tal senso, di fronte ad esso impallidisce qualsiasi letteratura, qualsiasi arte. Esso è l’unica fonte inesauribile di ogni letteratura, di ogni arte. E’ l’unica fonte perché è la sola esistente e all’infuori di esso non vi può essere nessun’altra fonte.
[…] La letteratura e l’arte rivoluzionaria devono, attingendo il materiale dalla vita reale, creare le figure più diverse e aiutare le masse a far progredire la storia. Per esempio, da una parte c’è la sofferenza per la fame, il freddo e l’oppressione, dall’altra c’è lo sfruttamento e l’oppressione dell’uomo sull’uomo; fatti di questo genere esistono ovunque e sono considerati normali. Gli scrittori e gli artisti invece concentrano questi fenomeni quotidiani, tipizzano le contraddizioni e le lotte che questi fenomeni contengono e creano così opere letterarie e artistiche capaci di destare le masse popolari, entusiasmarle e spingerle a unirsi e a lottare per modificare la loro condizione. Senza una letteratura e un’arte di questo genere, questo compito non potrebbe essere assolto o sarebbe assolto meno efficacemente e meno rapidamente” –
Discorsi alla conferenza di Yenan sulla letteratura e l’arte, maggio 1942, Opere di Mao Tse Tung volume 8, Edizioni Rapporti Sociali

Salutiamo a pugno chiuso il compagno Luigi Pestalozza, maestro, partigiano e comunista.
Rivolgiamo un saluto ai familiari, agli amici e ai compagni tutti di Luigi.

I compagni e le compagne della Federazione Lombardia-Piemonte del Partito dei CARC

Iscriviti alla newsletter

Abilita JavaScript nel browser per completare questo modulo.

I più letti

Articoli simili
Correlati

Manuale di Storia contemporanea

La conoscenza della storia è uno strumento della lotta...

La lotta per la formazione

La formazione è un pilastro dell’attività del P.Carc. Si...

4 novembre in piazza: appello del Calp di Genova

Unire le lotte e le mobilitazioni contro la guerra...

Quando i sionisti attaccano hanno paura della verità

Liliana Segre e la denuncia all'attivista Cecilia Parodi